Parrocchia San Cristoforo – Conferenza di Andrea Tornielli sulle guerre sante nella storia del Novecento

Venerdì 17 ottobre 2014, alle ore 18, presso la chiesa di San Cristoforo in Terni, si terrà un incontro-dibattito sul tema: “GUERRE SANTE O DIALOGO? LA CHIESA E GLI ALTRI DA PAOLO VI A PAPA FRANCESCO”.
Interverrà il dott. Andrea Tornielli, giornalista, vaticanista e autore di numerosi libri di argomento storico-religioso.

Cosa pensare e cosa fare di fronte alle notizie drammatiche che arrivano dal Medio Oriente su centinaia di migliaia di cristiani, e non solo, in fuga da persecuzioni e massacri? Cosa succede in questo autunno che segue ciò che doveva essere primavera? Ѐ in atto una guerra santa? Come difendersi?
Nel mondo sconvolto dall’attacco del terrorismo globale e squassato da tante guerre – alcune ben note e sotto i riflettori dei media mondiali, altre purtroppo dimenticate perché combattute in paesi poco “interessanti” sullo scacchiere delle strategie internazionali – la voce della Santa Sede è considerata con crescente attenzione non tanto e non solo dai governi, ma anche e soprattutto dai popoli. La parola del papa sulla guerra, sul diritto, sul terrorismo, sui fondamenti della pace è universalmente considerata una pietra di paragone (per qualcuno d’inciampo) che richiama l’umanità ai suoi valori fondamentali e chiede giustizia. Da Benedetto XV a Papa Francesco i papi hanno instancabilmente esercitato un secolo di “magistero di pace” che ha attraversato le guerre e le crisi internazionali del Novecento, fino alla lotta contro il terrorismo.
Proviamo ad affrontare la questione insieme ad Andrea Tornielli, giornalista, vaticanista e autore di Paolo VI. L’audacia di un papa (ed. Mondadori Collana Le Scie), considerando particolarmente gli interventi della Chiesa da Paolo VI (che il 19 ottobre la Chiesa proclamerà beato) a papa Francesco, attraverso anche i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

L’intervento di Andrea Tornielli
NON CADERE NEL TRANELLO DEL CALIFFATO
Il dialogo della Chiesa con gli altri da Paolo VI a papa Francesco

In un momento in cui, a motivo di quanto sta accadendo in Medio Oriente, da molte parti arrivano «messaggi semplificatori» che propongono l’idea di una «guerra santa» tra cristianesimo e islam, i cristiani «non devono cadere in questa trappola», ma guardando a Papa Francesco, «fare i conti con la complessità della realtà». Lo ha detto venerdì sera Andrea Tornielli intervenendo, di fronte a centinaia di persone, all’incontro sul tema «Guerre sante o dialogo? La Chiesa e gli altri, da Paolo VI a Papa Francesco», promosso dalla parrocchia dei Santi Lorenzo e Cristoforo di Terni.
Il vaticanista de «La Stampa», coordinatore del canale web «Vatican Insider», ha illustrato la situazione dell’Iraq e della Siria, ricordando come ciò che è in corso è uno scontro feroce in primo luogo all’interno del mondo musulmano. «Se si vuole cercare di fermare il califfato, e proteggere le minoranze che sono minacciate o già oggetto di persecuzioni, si deve tenere conto di qual è la sua ideologia. L’intervento armato solo americano, o americano ed europeo, rientra infatti nel cliché che è stato predisposto dal califfo stesso, che potrà in questo modo presentare la guerra come lo scontro finale tra l’islam aggredito e i “crociati” cristiani».
Molto saggiamente, ha ricordato Tornielli, Papa Francesco ha chiesto il coinvolgimento delle Nazioni Unite, «un’istituzione alla quale sembra ormai essere soltanto la Chiesa a credere, e che di fatto non è stata coinvolta». La Santa Sede, che ha sempre ricordato il diritto (e la necessità) di fermare l’ingiusto aggressore, è stata favorevole a un coinvolgimento degli altri Paesi dell’aerea, evitando che la guida della coalizione fosse affidata, invece che all’Onu, a una superpotenza.
«Uno sguardo realista a ciò che sta accadendo – ha detto ancora il giornalista – dovrebbe far ricordare la posizione profetica di san Giovanni Paolo II, che nel 2003 si oppose con tutte le sue forze alla guerra in Iraq, evento gravido di conseguenze destabilizzanti. E oggi bisogna guardare alle coraggiose parole di Francesco, che ha ricordato il peso dei mercanti di armi e della compravendita degli armamenti delle economie dei Paesi, chiedendosi se certi conflitti scoppino a causa di problemi reali o non siano anche provocati da chi è interessato al commercio illegale di questi strumenti di morte».
Ricordando la figura di Paolo VI, ormai a poche ore dalla cerimonia di beatificazione di domenica 19 ottobre in piazza San Pietro, Tornielli ha citato un’importante quanto dimenticata apertura che Papa Montini fece verso il mondo musulmano, durante il suo viaggio in Uganda nel luglio 1969, quando volle rendere omaggio ai primi martiri cristiani africani, uccisi tra il 1885 e il 1887, nell’ambito di persecuzioni scatenate da re tribali locali. Il Papa in quella occasione disse: «Noi siamo sicuri di essere in comunione con voi (musulmani ndr.), quando imploriamo l’Altissimo, di suscitare nel cuore di tutti i credenti dell’Africa il desiderio della riconciliazione, del perdono così spesso raccomandato nel Vangelo e nel Corano». E aggiunse: «Come non associare alla testimonianza di pietà e di fedeltà dei martiri cattolici e protestanti la memoria di quei confessori della fede musulmana, la cui storia ci ricorda che sono stati i primi, nel 1848, a pagare con la vita il rifiuto di trasgredire le prescrizioni della loro religione?».