Collescipoli – restauro del portale della Collegiata di Santa Maria Maggiore

E’ terminato il restauro del portale lapideo e del portone ligneo della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Collescipoli. Il lavoro, eseguito dalla ditta “Conserva” di Gianni Castelletta per il portale lapideo e dalla ditta “Effemme” di Federica Di Bonaventura per il portone ligneo, è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, che ha permesso di recuperare in tal modo la cornice monumentale che costituisce la porta di accesso della chiesa.
Da quanto è emerso nel corso del lavoro il portale fu costruito in una seconda fase rispetto all’edificio, poiché sulla facciata sono visibili altri due accessi ascrivibili al secolo precedente e inseriti ora nella muratura. Il portale è attribuito a Rocco di Tommaso da Vicenza (Como, 1495-Vicenza, 1529), apprezzato lapicida nel vicentino che si trasferì a Spello nel 1510, dove aprì una bottega documentata fino al 1526.
Il portale, realizzato in pietra calcarea bianca molto compatta, con sfumature rosate e giallastre, potrebbe essere stato eseguito proprio nella bottega dell’artista e quindi montato sulla facciata nel 1515, data che è incisa nella tabella presente sulla lesena di destra. La costruzione, infatti, si avvale di pezzi di media grandezza, così da facilitarne la movimentazione ed il montaggio definitivo.
Lo stile del monumento si avvale di elementi classici che si ripetono anche sul fronte dell’arco. Esterne alle lesene, vi sono due paraste capitellate, che contengono dei motivi a candelabra, molto articolati, con elementi che pescano nella decorazione rinascimentale come tritoni, satiri, cherubini, mascheroni, delfini e trofei. La decorazione della trabeazione, è invece più sobria e comprende un Pegaso e un Grifo affrontati mentre dalle loro code si dipartono dei girali fitomorfi. Gli interventi effettuati durante il restauro hanno riguardato la rimozione dei depositi poco adesi, con l’uso di pennelli, spazzole, spugne; il ristabilimento strutturale dell’adesione dei fenomeni di scagliatura, mediante ponti in resina e infiltrazioni di malta a basso contenuto di Sali; la disinfestazione di colonie di microorganismi e la rimozione di depositi parzialmente coerenti o solubilizzati. Per gli interventi di rifinitura ci si è avvalsi anche di microsabbiatrice e microtrapani, solo per zone poco raggiungibili manualmente. A tali operazioni va aggiunta l’estrazione dei Sali solubili, la rimozione di chiodi e stuccature fratturate o cementizie. portale dopo il restauroIl portale è poi stato stuccato con malta di calce e inerti; è stata ridotta l’interferenza visiva prodotta da stuccature o macchie persistenti mediante velatura con acquarelli o latte di calce pigmentato e infine è stato applicato un protettivo a pennello.
Il portone ligneo, realizzato nel XVIII secolo in noce nazionale e castagno, è stato interessato da un intervento di restauro realizzato dalla ditta “Effemme” di Federica Di Bonaventura. La prima fase è consistita nella pulitura alla quale è seguita la rimozione delle sedimentazioni, particellato atmosferico e polveri. In seguito si è resa necessaria la rimozione del cospicuo strato di vernice di colore marrone, quindi di una seconda stesura di colore verde, presente solo sul fronte del portone. E’ stata necessaria l’estrazione degli olii penetrati nella struttura lignea al fine di migliorare la leggibilità e rendere la superficie più omogenea. Ultimata la fase della pulitura si è proceduto alla stesura di una sostanza biocida al fine di prevenire gli attacchi da parte di insetti che avevano interessato soprattutto lo zoccolo che è stato sostituito in un precedente restauro. Una resina sintetica ha ripristinato la solidità della struttura al fine di prepararla alla reintegrazione plastica con tassellature di legno e stuccatura con l’obiettivo di restituire al portone una continuità volumetrica e una superficie leggibile in ogni sua parte.
Entrambi i lavori sono stati coordinati dall’ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici della diocesi di Terni-Narni-Amelia e realizzati con la supervisione della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.