Celebrazione per l’apertura del IV centenario fondazione monastero Carmelitane Scalze

Inizio del IV Centenario del Monastero, della presenza del Carisma Teresiano, della esperienza delle Monache carmelitane in questa città e in questa Chiesa particolare.
Tutta la comunità ecclesiale di Terni-Narni-Amelia si unisce a voi nel rendimento di grazie, nella riflessione sul senso attuale del vostro carisma, sulla testimonianza che siete chiamate a dare oggi, sul vostro commino e missione con la Chiesa universale di Papa Francesco e con la nostra chiesa particolare.
Da una parte c’è la vostra Regola, cristallizzazione del Carisma, e le Costituzioni attualizzazione del medesimo. Mi vi è anche la vostra testimonianza di singole monache e di comunità, che rende il carisma vivo a attuale, ogni giorno, a confronto con le sfide del tempo e delle persone.
E’ questa la riflessione, che soprattutto voi, ma anche insieme all’intera comunità ecclesiale, siete chiamate a compiere nel IV Centenario.
Propongo alcune suggestioni programmatiche.
Cominciamo dalla coincidenza odierna della festa di San Giuseppe, che fin dall’inizio è il tutelare e patrono della vostra comunità.
Egli fu chiamato dal Signore ad accogliere, nella fede, la vocazione e la missione di porre la sua vita al servizio del Regno. Il percorso della sua vocazione è analogo all’Annunciazione a Maria.
Mentre Maria rispose:”Eccomi sono la serva del Signore. Si faccia di me secondo la tua Parola”; Giuseppe non pronunzia alcuna parola, risponde con i fatti: “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.
Il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto; ha fatto quello che Dio ha detto. La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome, una casa, l’educazione umana e religiosa, un mestiere, l’inserimento nel popolo di Dio, nella comunità.
Come Abramo, Giuseppe “… credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto” (Seconda lettura).
Care sorelle la storia di questo Monastero è costellata di donne, di cristiane che hanno posto la fede a fondamento della loro vocazione e l’amore materno, sull’esempio di Maria, Giuseppe, Teresa, ad espressione dell’amore sponsale con Gesù. Tutto viene manifestato nella preghiera, nella Parola di Dio, nella contemplazione, nella Carità, nel servizio quotidiano alle sorelle, alla Chiesa, al mondo.
Ognuna di voi singolarmente, ma anche insieme, in questo anno giubilare siete chiamate a interrogarvi sulla qualità della vostra fede, sulla perfezione della carità e sulla fedeltà creativa al vostro carisma in obbedienza alla vocazione ricevuta, come Maria e Giuseppe e Teresa.
La storia del passato va letta e interpretata in maniera originale nella dimensione attuale, anche col rischio di sbagliare. Non siamo dei ripetitori inconsapevoli di tradizioni interessanti, ma interpreti originali secondo i doni ricevuti da ciascuno e dalla comunità e in questo tempo.
Una vocazione contemplativa e missionaria secondo gli esempi delle vostre tradizioni (le due sante Teresa insegnano).
Può aiutarci nella riflessione quanto proprio ieri Papa Francesco ha trasmesso all’Azione Cattolica, intenta a celebrare i 150 di fondazione: “Avere una bella storia alle spalle non serve però per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona! Non dimenticare questo: non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto! Non guardarsi allo specchio! In tanti siamo brutti, meglio non guardarsi! E non mettersi comodi in poltrona, questo ingrassa e fa male al colesterolo!
Fare memoria di un lungo itinerario di vita aiuta a rendersi consapevoli di essere popolo che cammina prendendosi cura di tutti, aiutando ognuno a crescere umanamente e nella fede, condividendo la misericordia con cui il Signore ci accarezza”. (Papa ad Azione Cattolica 30-4-2017)

Insieme a san Giuseppe, guardate alla vostra Madre Teresa di Gesù, modello attualissimo, sempre in cammino, materiale e spirituale. Il beato papa Paolo VI così si espresse:
“Teresa d’Avila è stata una Santa singolarissima e grandissima… “come donna eccezionale, come religiosa che, tutta velata di umiltà, di penitenza, di semplicità, irradia intorno a sé la fiamma della sua vitalità umana e della sua vivacità spirituale, e poi come riformatrice e fondatrice di uno storico e insigne Ordine religioso, e scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita spirituale, contemplativa incomparabile e indefessamente attiva”.
(Paolo VI, 27 settembre 1970, in occasione della proclamazione di s. Teresa di Gesù a Dottore della Chiesa).
La nostra Diocesi ha bisogno della testimonianza del vostro carisma: sarebbe notevolmente più povera se non ci foste o se viveste in maniera debole la vostra vocazione.
Siete chiamate a tenere accesa e viva la testimonianza coraggiosa e missionaria di Madre Eletta, fiore insigne della vostra comunità in questi 400 anni.

Parafrasando quanto ebbe a dire Papa Paolo VI al Capitolo Generale dei Carmelitani Scalzi (22 giugno 1967): “il monastero non è un cimitero, non è un museo; è un giardino dove ogni pianta ha sempre una nuova primavera” , che porta frutti anche per il nostro tempo”.
E mentre siete giunte al traguardo dei 400 anni di presenza in questa Chiesa particolare, rinnoviamo per ciascuna di voi l’esortazione-augurio di Teresa: “Non smettete di camminare gioiosi!” verso Dio e verso l’uomo (Lettera 284, 4), nonostante il percorso sia irto di difficoltà di varia natura.
Buon compleanno a lode di Cristo e della sua serva Teresa.