Festa di san Giuseppe, patrono della Chiesa universale e Consacrazione della città di Terni e della Diocesi di Terni-Narni-Amelia al Cuore Immacolato di Maria -19 marzo 2020

INTRODUZIONE
Stiamo celebrando la s. Messa dalla cattedrale di S. Maria Assunta, in Terni, la chiesa Madre della Diocesi, dall’altare della Madonna della Misericordia.
Saluto tutti coloro che seguono tramite la televisione o Facebook, specie i malati, gli anziani e coloro che sono spiritualmente uniti.
Ogni famiglia è invitata a interrompere le consuete attività, ad accendere una candela e a partecipare comunitariamente e con devozione a questa preghiera per la Città di Terni e per tutte le città della Diocesi e per il popolo.

Festa di san Giuseppe, patrono della Chiesa universale
Festa dei papà
S. Giuseppe patrono dei lavoratori
Giornata di preghiera per l’Italia
Preghiera per il popolo e la nostra Diocesi: rinnoviamo l’atto di affidamento e di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

OMELIA
San Giuseppe Sposo e padre che ha cura e preoccupazione nella relazione con la sposa, Maria: problemi legati all’amore, un amore sincero, trasformato dalla fede e sublimato dalla rivelazione divina. Problemi legati a quel figlio suo-non suo, di fronte al quale non solo vi era affetto paterno, ma meraviglia, contemplazione, adorazione.
Difficoltà legate alla fede: relazione personale con Dio, scoperta e accoglienza della sua vocazione, accoglienza e rispetto della vocazione di Maria e di Gesù
Problemi legati al lavoro e alla cura della famiglia: il lavoro, la salute, viaggio a Betlemme, nascita di Gesù, fuga e viaggio in Egitto, vita da emigrati, ritorno e inserimento a Nazaret.

Giuseppe Custode di Maria, di Gesù, della Chiesa.
Maria Affidata alle cure di Giuseppe; Gesù nutrito, cresciuto, educato nella fede, nella vita, nel mestiere, introdotto nella comunità, formato, Giuseppe, assistito nella malattia e nella morte da Gesù e da Maria.
E oggi Giuseppe, patrono della Chiesa universale: di Maria, di Gesù e del suo corpo, che è la Chiesa, ci viene proposto come modello del discepolo dell’Amen/Così sia, che sta all’inizio della sua vocazione: dopo il sonno Giuseppe si alzò e fece quanto l’angelo gli aveva detto.
Amen/Così sia che sta anche durante tutto il suo percorso esistenziale e spirituale: prima ascolta in silenzio e poi pronunzia l’Amen/così.
L’Amen/così sia che consente la piena realizzazione della missione di Gesù e di Maria.
E proprio oggi, nella festa di san Giuseppe noi rinnoviamo l’affidamento delle nostre persone, della nostra comunità civile ed ecclesiale a Dio, attraverso il Cuore Immacolato di Maria.
Come Giuseppe rinnoviamo il nostro Amen/Così.

L’affidamento e consacrazione a Maria: quale il senso del nostro gesto?
Ai piedi della croce, nel momento supremo della morte, Gesù manifesta la sua ultima volontà e propone un duplice affidamento:
Affidamento di Maria al discepolo Giovanni, rappresentante di tutti noi. Giovanni da quel momento la prese con sé.
Ci viene affidata come Madre, quale tesoro inestimabile, con la sua umanità, la sua fede in Dio e la sua libera adesione alla divina volontà, la sua condizione di madre, che nel suo seno ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, donna testimone e protagonista della missione e della passione, morte e risurrezione di Gesù: Maria, secondo la tradizione accompagna Gesù al Calvario; secondo il Vangelo di Giovanni Maria sta, insieme alle donne, sotto la croce.

A Maria, la madre di Gesù è affidato Giovanni, come figlio, e in lui gli apostoli e tutti noi, l’umanità intera.
E’ affidato Pietro con le sue esuberanze e la fede ancorata alla visione religiosa antica;
sono affidati gli apostoli, quelli che mentre Gesù parla del Regno conquistato con la passione, la morte e l’obbedienza alla volontà del Padre, essi litigano per accaparrarsi i primi posti, parlano di giustizia sommaria verso i samaritani col fuoco purificatore; quegli apostoli pusillanimi e assenti nell’ora della passione e della morte del loro maestro.
A questi uomini, che siamo noi, la nostra comunità carica di contraddizioni e di manie di grandezza, di pusillanimità e lontana, nei ministri e nei fedeli, dalla fedeltà al Vangelo consegnatoci da Gesù, è affidata, consegnata come madre Maria, l’Addolorata.
“Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. (Gv 19, 26-27)

In quest’ora tragica è incerta, di universale pericolo, di malattia e di morte,
quando nella forzata reclusione dello stare a casa per giorni che sembrano interminabili, prendiamo coscienza dello spreco del tempo e dello sciupio di tanto amore nei rapporti umani mancati,
intravediamo la banalità di tante scelte,
l’incoerenza di tanti nostri comportamenti,
i pregiudizi nelle relazioni tra i componenti della stessa umanità, tutti ugualmente deboli e permeabili dall’epidemia del Coronavirus,
insomma mentre presi dall’incertezza e dalla paura del presente e del futuro, siamo portati alla consapevolezza della fragilità della condizione umana, riscopriamo la bellissima realtà di essere con Maria di Nazaret, la donna della croce, in un rapporto di reciproco affidamento.

Maria, la nuova Eva, è la madre spirituale di tutti i credenti, la nostra madre adottiva, che ha a cuore il benessere, la salute fisica e spirituale dei credenti, suoi figli.

E noi, resi coscienti e consapevoli di questo nostro rapporto, ci rivolgiamo a Lei, ci affidiamo a lei, confidiamo nella sua premura di madre per l’umanità sofferente, nel corpo e nello spirito, alle prese con malattie e disgrazie comuni, comunitarie, globali, e con i potenti della terra, che continuano a vaneggiare, pur vedendo vacillare nella rinnovata confusione dei linguaggi i folli progetti di regni senza Dio e senza fraternità umana.
Ci rivolgiamo alla nostra Madre perché liberi l’umanità dal flagello che ci affligge, che doni a tutti di ritornare a Dio e di pronunziare, insieme a Lei, a san Giuseppe il nostro Fiat, Amen/così sia, accogliendo ora e nel futuro la volontà di Dio, che è sempre di Bene per l’umanità.

ATTO DI AFFIDAMENTO

Il nostro atto di affidamento ha presente la nostra gente nel suo complesso, credenti e non credenti, sani e malati, santi e peccatori: l’intero popolo.
Le singole comunità del comune di Terni, ma anche tutte le comunità dei Comuni della Diocesi:
di Narni, Amelia, Alviano, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Configni, Giove, Guardea, Lugnano, Otricoli, Penna in Teverina, San Gemini, Stroncone, Torri in Sabina-Rcchette, Vacone,

Rinnovimo l’affidamento-consacrazione a Dio attraverso il Cuore Immacolato di Maria, collegandoci idealmente alla fede dei nostri padri, che già compirono tale atto:
– Il vescovo Felice Bonomini, Il 30 maggio 1943, consacrò solennemente la diocesi di Terni al Cuore Immacolato della Madre di Dio;
– Papa Pio XII, Il 25 luglio 1952, accogliendo i voti espressi a nome dei Ternani dal vescovo G.B. Dal Pra, dichiara la Madonna della Misericordia Patrona Principale, insieme a san Valentino, della Diocesi di Terni.
– Il vescovo Santo Quadri, Il 30 maggio 1982, assieme a sacerdoti religiosi e laici, rinnova la consacrazione delle Diocesi di Terni Narni e Amelia al Cuore Immacolato di Maria.
Torniamo ad affidarci a Maria, madre della Chiesa e dei Cristiani, rifugio dei peccatori e salute degli infermi, in questo momento di prova per la fede e di preoccupazione per la sorte di tanti uomini e donne delle nostre comunità e del genere umano.
Maria aiuito dei cristiani, vegli su di noi.
Terni, 19 marzo 2020
+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv
vescovo