Funerale diacono Bruno Andreoli

Dopo un mese di quotidiani scambi di messaggi, sms, di telefonate che tra amici e fedeli della comunità abbiamo condiviso, nella viva speranza di sentire la buona nuova della ripresa, ora siamo qui “in presenza” a condividere l’ultimo saluto al nostro fratello, padre, marito e figlio, il caro diacono Bruno.
Per lui, per don Sandro e tanti altri amici abbiamo trepidato e elevato preghiere al Padre della vita perché li conservasse alla nostra vista e presenza. Ma “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”. I disegni di Dio, quantunque difficili da comprendere e accettare, sappiamo che nascondono e custodiscono un vangelo, una notizia di bene per noi, che nella fede, gradualmente, si dispiegherà in tutta la sua luce nella nostra mente.
Pur nel dolore del distacco, ora come famiglia naturale e come comunità cristiana, per l’ultima volta alla presenza del corpo benedetto e consacrato nel santo battesimo e nella ordinazione diaconale, vogliamo rinnovare la nostra fede e speranza nella risurrezione,
unire le voci per ringraziare e benedire il Signore per la cara esistenza del nostro fratello Bruno
e infine non mancare di raccogliere il messaggio e l’eredità della sua vita perché il suo ricordo possa continuare in benedizione tra quanti lo hanno conosciuto e amato.

Nella prima lettura san Paolo ci ricorda la grande dignità e realtà di ogni esistenza umana: abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio e per questo siamo figli adottivi di Dio, che ci consente di chiamare Dio col dolce nome di “Padre”. E tuttavia la nostra condizione di creature, colpite dal peccato, soggetta alla fragilità e alla sofferenza, può essere trasformata dalla forza di Cristo morto e risorto. Con l’adesione e l’amore per Cristo attraversiamo le doglie del parto insieme alla creazione, a tutti coloro con i quali condividiamo l’esistenza, passiamo dalla morte alla vita, dall’umiliazione del disfacimento alla gloria insieme a Gesù.

Vedendo i disagi e le sofferenze di tante persone e dei nostri cari, che hanno attraversato le fasi acute della malattia del coronavirus è difficile credere tutto questo. Ma anche Gesù, sottoposto alla passione, inchiodato alla croce e innalzato ha reso lo spirito proprio come i malati di covid. Egli è passato alla gloria della risurrezione quale primizia, anticipo e promessa per tutti noi.
Siamo qui per incoraggiarci e sostenerci in questa speranza, momento alto e decisivo del nostro essere uomini e cristiani. E se con fede partecipiamo alla passione di Gesù, con certezza parteciperemo alla sua gloria.

Il vangelo ricorda che a ciascuno Gesù affida e consegna “i suoi beni”, dei talenti, delle ricchezze da mettere in circolo. Molte sono le interpretazioni sul significato dei talenti. Io credo che questi beni siano la capacità di amare, l’amore stesso che è presente nella nostra persona e che va accresciuto con l’esercizio e la condivisione. Certo, ognuno ne ha ricevuto in misura differente, ma ognuno può accrescerlo con l’esercizio, con la relazione e il dono che consegna a chi ne fa richiesta o se ne mostra interessato.
Gli studi ci dicono che l’amore si accresce condividendolo. Amore che diventa carità quando è vissuto sulla parola d Gesù, con la sua grazia, per suo amore.
Il caro Bruno ha ricevuto in dono da Gesù il massimo, 5 talenti, una grande capacità di amore che ha profuso e condiviso con la sua sposa Giuliana, i suoi figli, i nipoti, tutta la famiglia. Un amore che si è tinto di carità con la vocazione diaconale, che ha esercitato con grade generosità nella parrocchia di s. Maria Regina, nella Caritas diocesana, nel servizio ai poveri con la sua stessa famiglia e con la chiesa diocesana. Il Signore sa e conosce la generosa dedizione e la fattiva opera di accoglienza, cura e servizio ai poveri, uomini e donne bisognosi di accoglienza e di amore, che egli ha servito.
Grazie, Bruno per questa tua buona testimonianza, certamente il Padre dei cieli rivolgerà a te le parole del vangelo: “Bene, servo buono e fedele , sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
A nome dei poveri che hai servito e amato anche per noi, ti dico grazie. Grazie per la testimonianza, grazie per le benedizioni che il Signore riverserà sulla nostra Chiesa.

Un’ultima consegna riceviamo dal tuo servizio diaconale.
Ultimamente, a tale proposito, papa Francesco così si è espresso:
“I diaconi non sono sacerdoti in seconda. Fanno parte del clero e vivono la loro vocazione in famiglia e con la famiglia. Si dedicano al servizio dei poveri che portano in sé il volto di Cristo sofferente. Sono i guardiani del servizio nella Chiesa. Preghiamo affinché i diaconi, fedeli al servizio della Parola e dei poveri, siano un segno vivificante per tutta la Chiesa”.

Possiamo ben dire che il diacono Bruno ha incarnato queste parole.
Il servizio lungo, silenzioso, discreto alla parrocchia di s. Maria Regina prima come fedele e poi diacono era noto a tutti. Ho avuto poco tempo per conoscerlo, ma per ciò che ho vissuto e per quanto mi stato testimoniato da altri, l’amore per la Chiesa, il servizio alla comunità e soprattutto l’impegno per cercare e promuovere la comunione all’interno del collegio dei diaconi e nella stessa parrocchia sono stati notevoli e riconosciuti. Fino alla fine, quando momenti di incomprensione e difficoltà di promuovere l’unità lo hanno visto promotore di comunione, costruttore di ponti tra i diaconi, tra i sacerdoti, tra fedeli e sacerdoti. Io stesso ho avuto modo di riconoscere tutto questo quando l’ho incontrato insieme ad un gruppetto di laici il giorno 29 dicembre in vescovado.

Anche per questo esprimo il mio ringraziamento e l’auspicio che dal cielo il diacono Bruno, insieme a don Sandro, possa continuare a svolgere questo servizio nella comunità diaconale, nella parrocchia di s. Maria Regina e nella nostra diocesi.
L’esistenza di Bruno, nonostante gli inevitabili limiti, è stata un segno di benedizione del Signore per la sua famiglia e per tutti noi ed anche un inno di lode al Signore.
Caro Bruno, insieme a don Sandro, continuate a lavorare per questa nostra Chiesa, pregate per la nostra conversione: del vescovo, dei sacerdoti, dei diaconi e di tutti i fedeli. Pregate in modo particolare per la parrocchia di s. Maria Regina e invocate il Padrone della messe perché la nostra Chiesa possa ricevere il dono di vocazioni sante e numerose.
Noi, da parte nostra, come doverosa gratitudine, nella preghiera di suffragio, ci ricorderemo di voi, di tutti i ministri della chiesa e di tutti i defunti.
Santa Maria Regina, san Valentino sostengano tutti noi nell’ora della prova perché la nostra testimonianza di amore sia trovata buona e fedele.