Giubileo della Misericordia – celebrazione di chiusura della porta santa. Mons. Piemontese: “L’Anno Santo continui nel segno della misericordia a dare speranza alla nostra società, alle nostre comunità, avendo come fulcro l’Eucarestia domenicale, che si prolunga nella comunione di fede, di beni e di vita tra i cristiani”

“Questa celebrazione vuole esprimere nella gioia, il ringraziamento per l’Anno Santo straordinario, il Giubileo della misericordia, che si conclude con la chiusura della Porta Santa. Non è la parola fine che vogliamo scrivere, ma incidere nella mente e nella memoria della Comunità le parole gratitudine, ringraziamento, ritorno, conversione, perdono, Alleanza, amicizia, nuovo inizio, speranza, opere di misericordia, comunione, missione”. Queste le parole del vescovo Giuseppe Piemontese nella celebrazione per la chiusura della porta santa della cattedrale di Terni di domenica 13 novembre. In una chiesa gremita da migliaia di fedeli si è concluso il Giubileo della Misericordia. In tantissimi hanno partecipato a questo importante momento di comunione per la chiesa diocesana riunita attorno al suo vescovo e ai sacerdoti, insieme alle autorità civili e militari, i sindaci dei Comuni della diocesi, ai cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Unitalsi, Acli, scuola per l’infanzia San Valentino, gruppi di Padre Pio. Una celebrazione che è iniziata con la processione dei ministri e fedeli sul sagrato della Cattedrale dove si è svolto il rito introduttivo e l’ultimo passaggio della porta santa.
“Un anno speciale, straordinario costellato da incontri, riflessioni, preghiera, pellegrinaggi, progetti di carità e di misericordia, fino all’appuntamento di Grazia sul limitare della Porta della Misericordia – ha detto il vescovo -. La natura di Dio è la misericordia. Misericordia è il nome di Dio, è la carta d’identità di Dio. Gesù ci invita ad essere come Dio, la nostra vocazione è assomigliare a Dio: siate santi come Dio è santo, siate misericordiosi come il Padre. Misericordia è lo stile di una Chiesa “in uscita” con le porte aperte agli ultimi, agli emarginati, è l’architrave della Chiesa : far capire a tutti che non c’è uomo o donna su cui non si posi lo sguardo d’amore di Cristo, che non esiste colpa che non possa essere perdonata”.
In questa ottica di misericordia vissuta e sperimentata in questo particolare anno santo, il vescovo ha invitato ad aprire il cuore alla speranza per il futuro: “Insieme siamo decisi a rimodellare il volto della nostra Chiesa e a conformarla ai lineamenti scaturiti dal Concilio Vaticano secondo. Ora ci apprestiamo a riprendere il cammino della quotidianità con il cuore e l’abito della misericordia. La modalità strutturale che abbiamo scelta per raggiungere questo obiettivo nei prossimi anni, è la sfida delle Comunità pastorali da avviare, sperimentare e curare con l’obiettivo della generazione della fede attraverso la costruzione di comunità che abbiano il tratto della fraternità. E’ una fraternità che non si qualifica semplicemente in termini del volersi bene, ma una fraternità che è la vita stessa di Dio, così come si è manifestata in Gesù Cristo”.
Ed infine un’esortazione a vivere sempre con intensità e impegno le opere di misericordia attuali “la solidarietà con i terremotati, l’accoglienza dei profughi e dei migranti, la sollecitudine per le povertà del nostro territorio e quella generale dalla globalizzazione, l’attenzione alle missioni e al Terzo mondo. Sosteniamo le opere segno della Diocesi, quelle avviate quest’anno o in essere da tempo: L’emporio della solidarietà, l’emporio dei bambini, la cittadella della carità, la mensa “San Valentino”, la Casa Parrabbi, il Centro “Amoris Laetitia” associazione per l’accompagnamento e la cura della famiglia, le Case famiglia, i tanti progetti di carità delle parrocchie, dei gruppi e delle singole persone.
L’Anno Santo continui nel segno della misericordia a dare speranza alla nostra società, alle nostre comunità, avendo come fulcro l’Eucarestia domenicale, che si prolunga nella comunione di fede, di beni e di vita tra i cristiani”.
La celebrazione si è conclusa con la processione dei sacerdoti, del vescovo e ministri verso l’uscita passando per la porta santa che è stata chiusa dai due diaconi a conclusione di una cerimonia intensa e partecipata.

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L’OMELIA DEL VESCOVO

 

 

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