Questa celebrazione in occasione dei 10 anni della mia ordinazione episcopale vuole rinnovare il ringraziamento al Buon Pastore per avermi chiamato al ministero e accompagnato giorno dopo giorno.
Il 21 giugno del 2014 non solo fui ordinato vescovo, ma fu sancito un legame stabile e definitivo con questa Chiesa particolare dei santi Valentino, Giovenale e Fermina e di tutti gli altri santi vescovi che, si sono succeduti e col popolo santo fedele di Dio, che in questi luoghi ha testimoniato nel tempo la fede e l’amore del e per il Signore Risorto.
Da quel giorno ogni mio respiro e cura, benché non sempre adeguata, è stata orientata e dedicata a questa Chiesa, sposa di Cristo. Sette anni, sei mesi e 14 giorni di convivenza e rapporto continuo, indefesso ed entusiasmante tra pastore e popolo di Dio, segnato e scandito da eventi civili, religiosi, ecclesiali.
L’avvio incerto e difficile della conoscenza e della messa in cantiere della soluzione dei vari problemi, specie quelli economici e del debito, ricevuto in eredità.
I primi mesi furono segnati anche dalla crisi delle Acciaierie, che minacciava il licenziamento di oltre 600 operai.
Quindi fu avviato il ripristino degli organismi di partecipazione a tutti i livelli con la definizione del programma pastorale diocesano.
Il Giubileo della Misericordia (2016) è stato provvidenziale per incontrare e animare cristianamente tutte le realtà umane, civili ed ecclesiali della diocesi, invitate a varcare la porta santa della misericordia, aperta nella cattedrale, presso l’ospedale civile di Terni, nel carcere, nella Comunità Incontro e nella sede della Caritas. Tutti sono stati incoraggiati a incamminarsi sulla via della santità, abbracciati dalla misericordia del Padre.
La visita pastorale (2017-2019) alla diocesi ha dato a me e ai convisitatori l’opportunità di annunciare il vangelo e di incontrare in maniera capillare fedeli, famiglie, parrocchie, scuole, fabbriche e laboratori, associazioni, Istituzioni, case di riposo e tante altre realtà piccole e grandi della diocesi.
La pandemia del Coronavirus (marzo 2019-2022), seguita a conclusione della visita pastorale, è stato un tempo di sofferenze, lutti, pianti e di carità. La quarantena ci ha aiutati a rafforzare la fede, la devozione e l’abbandono fiducioso al Signore.
La visita pastorale e la pandemia del Coronavirus hanno sollecitato la diocesi, attraverso gli organismi sinodali, a riflettere su come ripartire con un rinnovato stile di evangelizzazione.
Ora sono qua, insieme a voi, a ringraziare il Signore, a rafforzare il legame con questa Chiesa particolare e rinnovare l’amicizia col popolo di Dio e in particolare con i presbiteri e i religiosi.
Ringrazio il vescovo Francesco Antonio che ha voluto questa celebrazione nella nostra cattedrale di Santa Maria Assunta insieme a tutti voi.
Non intendo appesantire questa omelia con discorsi impegnativi, ma comunicarvi brevi e semplici suggestioni, sentimenti e curiosità, che rafforzino la comunione, la fraternità e l’amicizia.
Sono partito da Terni il 4-2-2022, corredato di un pacemaker per una spinta cardiologica aggiuntiva, con la pandemia ancora in corso, e col magone per il distacco dalla comunità, e per la separazione da amiche e amici, che mi volevano un bene, ampiamente ricambiato. Ho vissuto tutto nello spirito dell’itineranza francescana, nella consapevolezza che tutti voi eravate in buone mani, quelle di Gesù e del vescovo Francesco Antonio.
Non nascondo che il ritorno in una comunità familiare, il convento – parrocchia di Bari san Francesco, e l’alleggerimento dalle responsabilità, rendevano lieve il tempo del passaggio al pensionamento o allo status di vescovo emerito.
A Bari la delicatezza e la benevolenza, oltre che dei frati, dell’Arcivescovo Giuseppe Satriano, l’inserimento nella diocesi e nella forania, alcuni servizi diocesani e parrocchiali e gli inviti di parroci di parrocchie vicine e di paesi confinanti mi hanno aiutato a superare nostalgia e ozio.
Mentre ero in fase di assestamento, una nuova missione mi raggiungeva all’improvviso.
Il 15 settembre 2022, in seguito alla morte improvvisa dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, P. Francesco Antonio Nolè OFM Conv, anch’egli francescano e mio compagno si studi, il Nunzio Apostolico mi conferisce l’incarico di Amministratore apostolico di quella Arcidiocesi.
Dopo 24 ore ero già a Cosenza a piangere l’amato confratello, definire la celebrazione del funerale, dare conforto a familiari, amici, clero e fedeli di quella Chiesa e proseguire nel cammino, che stavano seguendo sulla traccia del sinodo e degli 800 anni della consacrazione della Cattedrale.
Quella Cosentina è’ stata un’esperienza impegnativa, ma che mi è entrata e allargato il cuore; clero, religiosi e fedeli laici mi hanno arricchito spiritualmente e pastoralmente e mi hanno circondato di benevolenza oltre ogni mio merito. Ho trascorso quattro mesi e 20 giorni intensi di ministero pastorale in attesa dell’arcivescovo ordinario mons. Gianni Checchinato, che iniziava il ministero pastorale il 4 febbraio 2023.
Quindi ho ripreso la mia vita ordinaria di vescovo emerito a Bari, dal punto in cui l’avevo lasciata.
Trascorro i giorni in una sufficiente serenità, nella lentezza nei ritmi, nella leggerezza delle preoccupazioni e responsabilità, ma anche con un pizzico di nostalgia del ministero ordinario.
Continuo a seguire la vita della diocesi di TNA dal sito, aggiornatissimo e completo: mi rallegro per le meraviglie che il Signore, tramite voi, guidati dal vescovo Francesco Antonio, continua ad operare.
Così pure Seguo la vita della arcidiocesi di Cosenza-Bisignano sul settimanale diocesano “Parola di vita”, altrettanto ricco di informazioni e di orientamenti.
Oggi, caro vescovo Francesco Antonio, cari confratelli presbiteri, diaconi e religiosi/e e cari fratelli e sorelle, da questa cattedra sono a ringraziare il Signore e ciascuno di voi per la partecipazione e la comunione. Prego per tutti voi e per i presbiteri e diaconi che non ci sono più, e che chiamo alla memoria in un appello spirituale ogni giorno attraverso l’annuario dei defunti. Prego anche per i confratelli, che sono in crisi o che hanno lasciato il ministero: lo Spirito li assista.
Affido la mia persona e tutti voi alla Vergine Maria, che nella nostra cattedrale veneriamo Madre della Misericordia, e ai nostri santi patroni: Valentino, Giovenale, Firmina e al padre san Francesco.
+ p. Giuseppe Piemontese OFM Conv
Vescovo di Terni-Narni-Amelia