Confraternita Misericordia di Sangemini – accoglienza icona giubilare

Presso il centro pastorale di Acquavogliera di Sangemini, il vescovo Francesco Soddu ha presideuto la celebrazione della Parola per la Misericordia di Sangemini, in occasione della peregrinatio in Umbria della croce giubilare, che il 26 marzo è stata accolta in diocesi. Numerosi aderenti alla confraternità, insieme all’assistente spirituale don Pio Scipioni, hanno partecipato al significativo momento di preghiera davanti alla croce giubilare, che prosegue simbolicamente il Giubileo del volontariato celebrato a Roma il 9 marzo.
Una croce che insieme all’icona di Maria, alla corona del Rosario esprime la ricerca di pace e di speranza. La croce è realizzata interamente in legno di olivo, ricavata da un tronco di una potatura. L’olivo richiama, nel suo significato, la ricerca di pace da parte dell’uomo. Sulla croce è impressa infatti la parola “pace” in diciotto lingue del mondo, mentre sull’asse orizzontale è contenuto il motto del giubileo “Pellegrini di Speranza”. La Croce poggia su un Golgota che richiama la roccia. Sulla sua sommità destra troviamo una scheggia di guerra e un filo
spinato a significare che sulla croce Gesù porta il dolore dell’umanità in ogni tempo e in ogni luogo, anche il dolore e la sofferenza causati dalle guerre. La terra che circonda la roccia vuoi significare la buona terra su cui caddero i semi della parabola del seminatore. L’ancora è metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste.
Il filo spinato rimanda alla guerra, alla reclusione forzata, al dolore. Ma sotto la croce diventa segno di speranza e di salvezza.
La Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo e protezione alle persone che la venerano, deriva dalla consuetudine medievale della “protezione del mantello”, che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiuto. La corona che pende dal cordiglio, la cintura, o la cintola, che serve per cingersi i fianchi. Il cordiglio è uno degli elementi che compongono la divisa storica del Misericordioso, insieme alla cappa, alla buffa, al sarrocchino, al cappello, al bordone.
La corona del rosario è il modo e il metodo di dire tutti la stessa cosa, il pregare Maria camminando insieme.
La peregrenitatio proseguirà il 27 marzo presso la Misericordia di Olmo Perugia.