Accensione stella di Miranda e saluto del vescovo Piemontese alla città di Terni

Il Natale a Terni s’illumina con la grande stella cometa luminosa, a cura della Pro Loco di Miranda, accesa come tradizione l’8 dicembre, insieme alle luminarie artistiche del Natale di Terni. La stella domina la conca ternana ed è visibile da molti chilometri di distanza.
Alla cerimonia a Palazzo Spada è intervenuto anche il vescovo Giuseppe Piemontese che ha salutato la città al termine del suo ministero pastorale in diocesi.
“Una tradizione, che si rinnova come espressione augurale di buon auspicio per le festività, che oggi iniziano, e per il superamento della pandemia del covid 19. Eleviamo lo sguardo al cielo per ammirare la nostra stella.
Una stella per orientarsi e riconoscere la strada giusta verso casa… per marinai, escursionisti, viandanti.
Una stella nel firmamento per sognare i successi della vita.
Una stella più lucente tra le tante stelle per illuminare il cielo sterminato dove, benché piccoli, sentirci parte di un universo privilegiato e pensante.
Una stella per ricordarci la nascita del bambino di Betlemme, Gesù Cristo, verso il quale, consapevolmente o meno sono orientati i pensieri, le ricerche, le speranze e gli appagamenti di ogni uomo.
Siamo qui per condividere la gioia della consegna della stella d’oro a chi, in maniera significativa, ha acceso la speranza della nostra gente. Dovremmo moltiplicare i premi perché molti hanno acceso la speranza.
Ma questa è anche l’occasione, ormai tradizionale, per formulare e porgere gli auguri natalizi alla città, affidati alle Istituzioni. Molto volentieri partecipo a questo momento.
Negli anni passati non sono mancato a questo appuntamento; quest’anno a motivo del prossimo avvicendamento del vescovo alla guida della diocesi, lo faccio più volentieri e con maggiore calore, come a prendere commiato da questo Consiglio comunale e dalla Città, che ormai sento mia.
Innanzitutto desidero rivolgere un forte appello augurale.
Terni, sii te stessa! Custodisci, rinverdisci e rinnova la tua gloriosa storia, che ha solide radici nella civiltà romana: della cultura in tutte le sue espressioni, del diritto, delle arti, della civitas. Alcune vestigia materiali con i riferimenti architettonici ce lo ricordano.
Non disperdere l’immenso patrimonio culturale e cristiano, consolidato nei secoli e cristallizzato nelle tradizioni civili e sociali, nella storia legata ad ogni angolo della città, in modo particolare nelle chiese e nei monasteri, testimonianze della fede delle genti di epoche diverse; nella cattedrale, chiesa madre della diocesi ed essa stessa esempio e testimonianza dell’apporto di epoche diverse ed espressione della caparbietà di concittadini che non si sono arresi agli eventi calamitosi: terremoti, incendi, bombardamenti.
E che dire del patrimonio di spiritualità e di tradizione del santo patrono Valentino, che pone la nostra città quale riferimento e richiamo al sentimento più importante e comune tra gli uomini, all’amore, in tante parti del mondo, insieme a Anastasio e ad altri santi legati alla città (Gabriele dell’Addolorata, Madre Eletta Tramazzoli, apostola dell’Europa, Giunio Tinarelli).
La cura dell’ambiente e della creazione sia priorità e orgoglio, che ha nei simboli della cascata delle Marmore e del lago di Piediluco il richiamo alla bellezza e alla cura e preoccupazione per la casa comune, o per dirla con san Francesco, Sorella Madre Terra.
L’orgoglio e la continua attenzione (preoccupazione) per le acciaierie, il Polo di mantenimento delle armi leggere e tante altre imprese, l’università, la fondazione Carit…epressioni di una società laboriosa e accogliente, che in tempo di globalizzazione e di pandemia continuano a necessitare dell’apporto vigile e creativo di ingegni sempre in movimento.
In questa società il Vangelo è stato fermento, lievito e sale, elemento di provocazione e di unità tra i cristiani, ma anche i non cristiani o non credenti.
Penso all’azione delle parrocchie, la cura della gioventù, le varie proposte culturali (Istess, Terni Film Festival), il robusto impegno per curare le ferite sociali, presenti nella società dei consumi (nell’ambito della carità), la visita pastorale, capillare e prolungato incontro con gente di ogni estrazione e credo religioso e politico per seminare incoraggiamento e speranza.

Infine, il piano di ripresa e resilienza veda convergere concordemente la responsabilità di tutti, maggioranza ed opposizione, imprenditori e operai, l’intera popolazione per promuovere in maniera intelligente il bene comune e lo sviluppo della città nel presente e nel futuro.
L’adesione compatta della gente all’utilizzo dei vaccini e l’imminente ingresso del nuovo vescovo sono segni, opportunità di nuovo inizio e di crescita non solo per Terni, ma per tutto il territorio (Comprensorio).
Ciò leggo come auspicio di benessere per la città, le famiglie, i cittadini, tutti nella nostra stella, che accendiamo per illuminare e rendere gioiose le nostre notti natalizie ed invernali.