Carissimi Fratelli e sorelle,
la festa odierna del Battesimo del Signore al giordano ci spiega il senso del mistero del Santo Natale e ci indica anche il modo con il quale esso si fa presente nella nostra vita attraverso il Sacramento del Battesimo.
Come sappiamo Gesù non aveva nessuna necessità di essere battezzato da Giovanni, infatti quello era un battesimo di preparazione di conversione..: lo stesso san Giovanni Battista lo fa presente….. Eppure Gesù, si mette in fila ed insieme al popolo, ai peccatori, si sottopone a quel rito. E mentre lui scende nell’acqua del fiume giordano conferisce all’acqua la capacità di santificare.
“Battezzato il Signore, si aprirono i cieli e come una colomba lo Spirito scese su di lui, e la voce del Padre disse questi è il mio Figlio l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento”.
Bellissima l’immagine del cielo che si apre. Come se fosse un sipario come davanti al cielo cupo, reso tale dalle nuvole non portatrici di acqua benefica quanto piuttosto di agenti atmosferici minacciosi, il cielo si apre lasciando lo spazio alla luce chiara e luminosa del sole, così allo stesso modo il cielo si apre per effondere sul mondo, sull’umanità intera, su noi che siamo qui, tutta la ricchezza contenuta nel cielo stesso.
Qual’ è questa ricchezza? Carissimi fratelli e sorelle è Dio stesso: lo Spirito Santo, come già nell’immagine della colomba del diluvio apportatrice di pace, irrompe nella scena del mondo e si posa sul capo del Figlio di Dio. Su di Lui pone il suo stato e il suo essere, perché anch’egli è Dio. E si ode la voce del padre: questi è il mio Figlio, l’amato…..
Il papà o la mamma, quando sono soddisfatti dei figli, questo dicono, queste sono le parole usate: questo è mio figlio, questa è mia figlia; ha preso tutto dal padre o dalla madre… e io gli voglio un bene dell’anima.
La soddisfazione del Padre nel presentare al mondo il Figlio. Egli è l’amato, cioè viene nel mondo a manifestare, incarnare e far radicare non un amore qualsiasi, ma l’amore stesso del Padre. “in te ho posto il mio compiacimento”: il Padre si compiace del Figlio, lo attesta lo Spirito Santo, e Lui il Figlio fatto uomo, in unione e comunione col Padre e lo Spirito, inizia la sua missione santificatrice nel mondo…in mezzo agli uomini e alle donne
Carissimi Fratelli e sorelle, come abbiamo potuto notare, la vita pubblica di Gesù inizia con un rito; un rito “antico”, ma pur sempre un rito. E questo ci collega direttamente al rito del Battesimo che noi abbiamo ricevuto. Le acque del fiume giordano sono sostituite dal fiume di grazia che è Gesù stesso: Lui che come pioggia benefica è disceso dal cielo per innaffiare, irrorare, e rivitalizzare le nostre arsure, le nostre secchezze e ridar vita alla nostra morte.
Tutto questo diventa per noi dono, bella opportunità per dar vigore al sacramento del Battesimo, con il quale abbiamo ricevuto la vita nuova; lo abbiamo pregato, lo abbiamo invocato: “Dio onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume giordano proclamasti il Cristo tuo amato Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli di adozione, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore”.
Sarà mai possibile, cari fratelli e sorelle vivere SEMPRE nell’amore di Dio? In altre parole sarà possibile prestare fede al dono grande della vita di Dio che abbiamo ricevuto nel Battesimo? Ciascuno di noi deve dare la propria personale risposta. Io vi dico però che il valore di tale grandezza di dono non lo potremo mai scambiare né tantomeno barattare con nessun’altra realtà.
Tutti siamo peccatori, fragili, soggetti al peccato.
A quanti si sentono o sono lontani; quanti si sentono o sono abbandonati giunga oggi la consolante presenza del Signore il quale, come abbiamo sentito nella prima lettura, si presenta con le caratteristiche del forte condottiero valoroso che riscatta il suo popolo e del mite pastore che conduce il suo gregge.
A ciascuno di noi, come ampiamente abbiamo avuto modo di riflettere e meditare durante questo tempo, sono richiesti gli atteggiamenti messi in evidenza dai verbi abbassare, raddrizzare, colmare. Abbassare le nostre alterigie e superbie; raddrizzare le nostre storture e tornati di vita che ci disorientano; colmare i fossi o le voragini che ci fanno impantanare e stare fermi ed imbrattati. Allora, in seguito a questa operazione cosa succede? Sentite la bellezza delle espressioni della Bibbia: ALLORA SI RIVELERÀ LA GLORIA DEL SIGNORE. Questa gloria noi l’abbiamo ascoltata proclamata nella pagina del Vangelo.
Chiediamo al Signore di poterla sempre contemplare nella nostra vita attraverso il ministero reciproco della consolazione. La consolazione, cioè il rinvigorimento della nostra vita ricevuto col Battesimo. Consolazione che non sono parole di circostanza nei confronti di chi soffre quanto piuttosto PRESENZA. Presenza del Signore, presenza nostra con il Signore in noi, in ogni ambiente della nostra vita.
Carissimi Fratelli e sorelle, anche per me, possiamo dire, che con questo rito inizia la mia “vita pubblica” in mezzo a voi. Sono contento di essere oggi qui ad Amelia…..ad accogliervi come pastore di questa Chiesa e ad essere accolto come nuovo figlio, fratello e padre.
Pregate perché nel mio ministero sia sempre evidente quanto abbiamo sentito nel libro del profeta Isaia: “Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna: porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”.
Che il Signore ci illumini e faccia sempre risplendere su di noi il suo volto. Amen
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