Assemblea diocesana per l’apertura del Sinodo 2021

Uno slancio nuovo per un’ecclesiologia “diversa” del terzo millennio

L’attenzione insistente, posta da papa Francesco sul tema della Chiesa fin dall’inizio del suo pontificato, ha nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium (24-11-2013) la magna charta e il documento programmatico. Nel V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”,(9-13 novembre 2015) il Santo Padre ribadì con insistenza ai vescovi e alla Chiesa italiana, che il programma pastorale dei prossimi anni è la ricezione e attuazione della EG. Ultimamente, a partire dalla celebrazione del 50° anniversario della istituzione del sinodo dei vescovi (17 ottobre 2015) in maniera più chiara ed energica Papa Francesco apre gli orizzonti della chiesa del terzo millennio rilanciando in maniera universale il “progetto” della sinodalità, quale approfondimento della Chiesa-Mistero, popolo di Dio in cammino nella storia verso il Regno, uomini e donne accomunati dal battesimo e dalla fede nel Signore Gesù: “Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio” (discorso del 17-10-2015).
Siamo qui radunati, popolo santo fedele di Dio della Chiesa che è in Terni-Narni-Amelia, provati nel fisico e nello spirito a causa della persistente pandemia del Covid 19, per riprendere il cammino in maniera sinodale, cioè insieme, in maniera ordinata, dietro a Gesù, secondo le paterne ispirazioni e sollecitazioni di Pietro, con Lui e con tutte le chiese del mondo.
Camminando comprenderemo e approfondiremo il significato e le sfaccettature del sentirci e dell’essere chiesa sinodale. Oggi testimoniamo che vogliamo seguire questa strada, non gregge sparpagliato, ma popolo ordinato di fratelli, fedeli e pastori, ministri, consacrati/e e laici/e con Gesù, tutti destinatari e tutti responsabili della missione dell’annuncio del Vangelo, protagonisti missionari nella attuazione del Regno.
Già negli anni passati, in occasione degli altri sinodi dei vescovi (famiglia 2014-15, giovani (2018), Amazzonia 2019) papa Francesco ha indicato alla Chiesa gli obiettivi, i mezzi e la strada da percorrere. Oggi, con l’annuncio del XVI sinodo dal tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, Papa Francesco in maniera più decisa e specifica chiede a tutti i fedeli di entrare nella logica e nella cultura sinodale, per essere non “un’altra Chiesa”, ma una “Chiesa diversa” secondo l’auspicio di p. Congar: «Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa» (Vera e falsa riforma nella Chiesa, Milano 1994, 193). E questa è la sfida, una “Chiesa diversa”, aperta alla novità che Dio le vuole suggerire» (Papa Francesco discorso nell’aula sinodale 9-10-2021)
Una Chiesa sinodale il cui programma è sintetizzata nello tema stesso di questo XVI sinodo: “comunione, partecipazione e missione”.

UN DIZIONARIO DELLA SINODALITÀ

Attuazione e sviluppo del Concilio Vaticano II
La parola Sinodo è appena presente nei documenti conciliari. E’ adoperata per indicare lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) come “sacro sinodo”. Esso è convocato dopo un secolo dal precedente ed è l’assemblea dei vescovi di tutto il mondo, 2450 partecipanti.
Per la prima volta insieme ai vescovi, principali protagonisti del discernimento, partecipano come osservatori alcuni religiosi/e, laici e rappresentanti delle chiese cristiane, i fratelli separati.
Nel Concilio la Chiesa avvia una nuova e approfondita comprensione di se stessa non più come società perfetta, ma popolo di Dio, fondato sul battesimo, ricca di doni e di carismi, in cammino verso il Regno.
La comprensione della Chiesa nel dopo concilio si sviluppò e si condensò su due parole
– comunione e missione – «le linee maestre, enunciate dal Concilio» (Paolo VI). Dalla Comunione-Koinonia, scaturisce la Missione. Alla edificazione della comunione e alla missione devono concorrere tutti i battezzati. La partecipazione di tutti esprime la concretezza del cammino sinodale e manifesta la sinfonia della chiesa, popolo di Dio in cammino, ricco di doni carismi. (Giovanni Paolo II). La partecipazione di tutti i fedeli, specie laici, uomini e donne, nelle diocesi e nelle parrocchie, in particolare attraverso gli “organismi di comunione”, concorre a manifestare il volto di una chiesa comunione e sinodale, che cammina insieme.
Paolo VI istituì il sinodo dei vescovi, quale manifestazione alta della Chiesa comunione e partecipazione (1965).
Ai nostri giorni, papa Francesco, cogliendo gli sviluppi della teologia, e tirando le conclusioni di una approfondita riflessione, avviate soprattutto nelle assemblee continentali dell’America Latina, vede nella sinodalità l’ulteriore sviluppo della dottrina del Concilio sulla Chiesa, popolo di Dio, in cammino verso il Regno.

Tre opportunità
Papa Francesco, nel discorso tenuto nell’aula sinodale il 9-10-2021, afferma:
“Viviamo un tempo di grazia che, nella gioia del Vangelo, ci permetta di cogliere almeno tre opportunità.
1. La prima è quella di incamminarci non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare.
2. Il Sinodo ci offre poi l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare. Ascoltare lo Spirito nell’adorazione e nella preghiera.
3. Abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza, della compassione e della tenerezza.

Tre Rischi
“Il Sinodo, proprio mentre ci offre una grande opportunità per una conversione pastorale in chiave missionaria e anche ecumenica, non è esente da alcuni rischi. Ne cito tre.
1. Il primo è quello del formalismo. Si può ridurre un Sinodo a un evento straordinario, ma di facciata, proprio come se si restasse a guardare una bella facciata di una chiesa senza mai mettervi piede dentro. Invece il Sinodo è un percorso di effettivo discernimento spirituale, che non intraprendiamo per dare una bella immagine di noi stessi, ma per meglio collaborare all’opera di Dio nella storia. Dunque, se parliamo di una Chiesa sinodale non possiamo accontentarci della forma, ma abbiamo anche bisogno di sostanza, di strumenti e strutture che favoriscano il dialogo e l’interazione nel Popolo di Dio, soprattutto tra sacerdoti e laici.
2. Un secondo rischio è quello dell’intellettualismo: far diventare il Sinodo una specie di gruppo di studio, con interventi colti ma astratti sui problemi della Chiesa e sui mali del mondo; una sorta di “parlarci addosso”, dove si procede in modo superficiale e mondano, finendo per ricadere nelle solite sterili classificazioni ideologiche e partitiche e staccandosi dalla realtà del Popolo santo di Dio, dalla vita concreta delle comunità sparse per il mondo.
3. Infine, ci può essere la tentazione dell’immobilismo: siccome «si è sempre fatto così» (Evangelii gaudium, 33) è meglio non cambiare. Il rischio è che alla fine si adottino soluzioni vecchie per problemi nuovi: un rattoppo di stoffa grezza, che alla fine crea uno strappo peggiore (cfr Mt 9,16). Per questo è importante che il Sinodo sia veramente tale, un processo in divenire; coinvolga, in fasi diverse e a partire dal basso, le Chiese locali, in un lavoro appassionato e incarnato, che imprima uno stile di comunione e partecipazione improntato alla missione”. (Discorso tenuto nell’aula sinodale il 9-10-2021).

Lo Spirito Santo fa sì che il nostro camminare insieme sia sinodo
Nella Costituzione apostolica Episcopalis Communio papa Francesco interviene sul Sinodo trasformandolo da evento in processo, a partire, dalle Chiese particolari, in ascolto del popolo di Dio. Nel discorso all’Azione Cattolica Italiana (30 aprile 2021) va al cuore di ciò che egli intende per sinodalità, spiegando a braccio:
«In effetti, quello sinodale non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare. E dobbiamo essere precisi, quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza sinodale. Non è un parlamento, la sinodalità non è fare il parlamento. La sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che ci sono nella società… È oltre.
La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel “parlamento cattolico”, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito. Quello che fa che la discussione, il “parla¬mento”, la ricerca delle cose diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silen¬zio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera. Questo è molto importante».
Mons. F.G. Brambilla, nel intervento alla CEI (24-5-21), così commenta queste parole del papa:
“Lo stile sinodale – dice il Papa – non è solo discussione, non è solo maggioranza, non è solo convergenza pratica su scelte pastorali, ma un evento spirituale, un’azione dello Spirito Santo nel cuore della Chiesa, fatto di preghiera, silenzio e discernimento. Basterebbero questi elementi per dirne il carattere di evento eucaristico, ecclesiale e spirituale! L’espressione più famosa è quella di Crisostomo e ricorre nel commento al penultimo salmo del salterio. Defini¬sce l’essere stesso della Chiesa: «Chiesa è il nome del convenire e del camminare insieme» (Ex. in Psalm. 149,2; PG 55,493). Questo mette in luce il duplice aspetto della sinodalità, il “convenire” (liturgico) e il “camminare” (evangeliz¬zante). Il primo dice il rapporto della Chiesa con la liturgia eucaristica, sorgente della commu¬nio. Il secondo la modalità evangelica e fraterna con cui la communio si attua nel “camminare insieme”. Potemmo dirlo in forma semplice: la comunione senza la sinodalità resta un cuore sen¬za un volto; e viceversa: una sinodalità senza Spirito può ridursi a una forma di retorico populismo”.

La sinodalità nella diocesi di TNA
La nostra diocesi, dal tempo del concilio, ha posto in essere e in maniera ininterrotta, percorsi sinodali nei quali ha cercato di riconoscere la centralità del popolo di Dio, l’importanza e la valorizzazione degli organismi di comunione e partecipazione a livello diocesano e parrocchiale.
Negli ultimi anni tale riflessione e percorso sinodale è stato incrementato e arricchito attraverso le assemblee diocesane, la celebrazione dell’Anno santo della Misericordia, l’attività del Consiglio pastorale diocesano, i Consigli pastorali parrocchiali e i consigli parrocchiali per gli affari economici (a volte un poco stanchi), il Consiglio Presbiterale e il Collegio dei Consultori, i vari momenti intensi della visita pastorale.
Il clero ha posto particolare attenzione nell’approfondire il tema della sinodalità, rispondendo ai richiami insistenti e ai contenuti specifici sottolineati da papa Francesco. Faccio riferimento all’incontro dei presbiteri e diaconi dei giorni 22-23 ottobre 2019, di Vitorchiano sul tema: La Sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa (sulla traccia del documento della Commissione Teologica Internazionale), guidato Don Dario VITALI, Professore alla Pontificia Università Gregoriana. Il tema è stato ripreso nella “Tre giorni del clero” (Foligno – 17 – 19 giugno 2019), quando si è trattato “Comunione-Sinodalità e rinnovamento della nostra Chiesa diocesana”.
Infine nella “Tre giorni del clero” di Collevalenza (14-16 giugno 2021) sono state presentate le linee del percorso sinodale illustrate nell’assemblea CEI (maggio 2021) in una dinamica di vicendevole ascolto e dialogo con riferimento alla nostra realtà diocesana.
La pandemia ha rallentato e mortificato sia il convenire eucaristico sia il rapporto diretto tra i cristiani, e il dialogo tra gli operatori pastorali.
Ora, l’apertura del sinodo deve incoraggiare una ripartenza di comunione e di missione in un’effettiva e rinnovata modalità comunionale e partecipativa. Essere cristiani, essere chiesa in un tempo di pandemia, di cambiamento e in una società neo-pagana va cercato e accolto come dono dello Spirito. Vogliamo invocarlo con fiducia e umiltà, facendoci guidare dalla Vergine Maria

Preghiera allo Spirito Santo
“Vieni, Spirito Santo. Tu che susciti lingue nuove e metti sulle labbra parole di vita, preservaci dal diventare una Chiesa da museo, bella ma muta, con tanto passato e poco avvenire. Vieni tra noi, perché nell’esperienza sinodale non ci lasciamo sopraffare dal disincanto, non annacquiamo la profezia, non finiamo per ridurre tutto a discussioni sterili. Vieni, Spirito Santo d’amore, apri i nostri cuori all’ascolto. Vieni, Spirito di santità, rinnova il santo Popolo fedele di Dio. Vieni, Spirito creatore, fai nuova la faccia ella terra. Amen”. (Papa Francesco, 9-10-2021)
Principali documenti pontifici per comprendere il Sinodo
Papa Francesco, discorso del 17 ottobre 2015, COMMEMORAZIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELL’ISTITUZIONE DEL SINODO DEI VESCOVI (Paolo VI, 4 sett. 1965.)
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, LA SINODALITÀ NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA, (approvato dal papa il 2 marzo 2018).
Papa FRANCESCO, COSTITUZIONE APOSTOLICA EPISCOPALIS COMMUNIO SUL SINODO DEI VESCOVI. Modifica la struttura del sinodo dei vescovi. (15 settembre 2018)
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI FEDELI DELLA DIOCESI DI ROMA, Aula Paolo VI – Sabato 18 settembre 2021
Discorso DEL SANTO PADRE FRANCESCO nell’aula sinodale, 9 ottobre 2021

+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv
Vescovo