Calvi e Otricoli – celebrazioni del vescovo per la festa dei santi Patroni

Il 12 maggio, a Calvi si celebra la festa del patrono San Pancrazio con la solenne celebrazione del vescovo Piemontese alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria Assunta, con il parroco don Andrei Anghelus e alla presenza del sindaco Guido Grillini, senza la partecipazione dei fedeli. Al termine della celebrazione, sulla piazza centrale di Calvi ci sarà la benedizione della città con le reliquie di San Pancrazio.

Il 14 maggio, ad Otricoli, si celebra la festa religiosa del santo patrono Vittore con la messa nella collegiata di Santa Maria Assunta alle ore 10.30, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese, con il parroco don Lisnardo Morales Serrano e alla presenza del sindaco Antonio Liberati e senza la partecipazione dei fedeli. Al termine della celebrazione, sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione della città con le reliquie di San Vittore.

Le celebrazioni saranno trasmesse in diretta sui canali Facebook e Youtube della Diocesi di Terni-Narni-Amelia

San Pancrazio, giovane cristiano martirizzato all’età di quattordici anni, a Roma sulla via Aurelia, sotto l’impero di Diocleziano. A Calvi la tradizione collega la figura del patrono Pancrazio ai “Signorini” e dagli “Stendardi”, enormi gonfaloni di cui 2 rossi, rappresentanti il sacrificio del martirio e 2 bianchi denotanti la purezza del giovane cavaliere. Ogni contrada (Fiamme, Castello, Croce e Drago), ogni anno, esprime un Signorino che impersona il Santo martire.
Quest’anno a causa del Coronavirus, la festa rappresentazione non sarà rievocata.

San Vittore, giovane di Otricoli, fu arruolato nell’esercito romano, nella milizia equestre di stanza a Damasco in Siria. Durante la persecuzione di Antonino fu accusato dal prefetto dell’Egitto e della Siria e capitano generale dell’esercito imperiale dell’Asia di nome Sebastiano, di essere seguace del cristianesimo. Dopo l’interrogatorio e vari supplizi – gli furono spezzate le giunture delle ossa – fu gettato in una fornace ardente, gli fu fatto bere potentissimo veleno, fu sospeso ad una trave e gli furono bruciate le carni, fu decapitato il 14 maggio del 168 d.C.
Il corpo di San Vittore, riportato in patria e sepolto presso la città antica di Ocriculum non lungi dal Tevere, fu ritrovato dal vescovo Fulgenzio verso la metà del VI sec.
Il Vescovo fece costruire sopra la sua tomba un altare, intorno al quale ebbe origine l’Abbazia intitolata al suo nome. A lui nel martirio è associata una giovane donna di nome Corona, che impressionata dal coraggio di Vittore nel superare le prove, si professò pubblicamente cristiana.
Il vescovo ha ricordato l’importante testimonianza di questi giovani Santi martiri dei primi secoli del Cristianesimo che hanno dato la vita per la fede “che per noi diventa motivo di grazia, di incoraggiamento e di speranza”, ed i martiri.