Calvi – festa san Pancrazio 2022

Pancrazio, secondo la tradizione, aveva soltanto 14 anni quando venne martirizzato per decapitazione, a Roma sotto l’imperatore Diocleziano, nell’anno 304. Nato nella Frigia e rimasto orfano, venne affidato alle cure dello zio Dionisio il quale lo portò con se a Roma.
A Roma, entrambi, ebbero modo di conoscere la fede cristiana a cui aderirono e perciò vennero battezzati. Lo zio morì di morte naturale, mentre Pancrazio, secondo le fonti sulla sua vita, subì il martirio opponendo risolutamente la propria fede con una maturità inaudita.
Carissimi fratelli e sorelle, specialmente i ragazzi e i giovani presenti, la figura e l’esempio di san Pancrazio arrivano sino a noi, oggi, affinché possiamo, affinché possiate rendere tutta la vita bella; bella come questa festa che oggi a Calvi tributate in onore del vostro santo Patrono.
L’esistenza di san Pancrazio, sia pur breve fu, proprio nel fiore della giovinezza, illuminata e fecondata da una luce e da un germe particolari, i quali, piuttosto che indebolirne il vigore e la crescita, diedero al giovane Pancrazio il motivo, la leva, il fulcro su cui poter fondare il senso del proprio essere, e così poter vivere pienamente la vita che gli era stata concessa. Tale fondamento e questo germe furono la fede in Cristo.
Carissimi fratelli e sorelle, anche noi abbiamo ricevuto, mediante il Battesimo, il medesimo fondamento e il medesimo germe, pertanto cerchiamo di comprendere e carpire dall’esperienza di san Pancrazio il segreto su cui costruire il senso pieno della nostra vita.
Così come espresso da san Paolo, di cui abbiamo sentito nella prima lettura, egli aveva l’assoluta certezza che in Dio tutto si acquista e che, al contrario, senza di lui tutto si perde. Pertanto il pensiero espresso da san Paolo: “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi” non significa che Dio appoggia o favorisce più o meno alcune situazioni della vita, ma che egli, Dio, è il fondamento e la garanzia di un amore grande; di quell’amore che ha espresso totalmente con il dono della vita del Figlio Gesù per la salvezza di tutti.
Pancrazio, consapevole di questo, con le parole di Paolo ripete: “chi ci separerà dall’amore di Cristo?” non ci potrà essere niente che ci potrà separare da quest’amore, infatti siamo già più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Pienamente consapevole che l’amore di Dio non può essere scambiato e barattato con nessun’ altra alternativa, per quanto attrattiva poteva essere, il giovane Pancrazio, maturo della maturità dell’amore totale e libero della libertà completa, che solo la Parola di Dio gli diede, non esitò a sottoporsi volentieri al martirio per Cristo.
Lieto soltanto di poter prendere parte alle sofferenze del Salvatore, perché potesse essere lui stesso salvato e allo stesso tempo compartecipe della salvezza a vantaggio di tutti.
In forza di questa certezza Pancrazio, pur nella sua giovane età, è pienamente consapevole che insieme alle tante realtà che imprigionano l’essere umano ce n’è una che – al contrario – rende infinitamente liberi ed è la Parola di Dio. Sia che ci si trovi senza vincoli sia che ci si possa trovare in catene, la Parola di Dio, come abbiamo sentito nella testimonianza di san Paolo nella seconda lettura, è libera in sé stessa e perciò rende liberi tutti coloro che ad essa aderiscono.
Carissimi fratelli e sorelle, aderire alla Parola di Dio però non equivale ad accedere a una dottrina o a una, corrente di pensiero; significa aderire a una persona, nostro Signore Gesù Cristo che è Parola di Dio incarnata. Stringersi totalmente a lui con un vincolo di amicizia tale da divenirne un’unica realtà, bella, luminosa, salvata e salvatrice allo stesso tempo: nostro Signore Gesù Cristo.
In virtù di questa testimonianza anche il giovane Pancrazio ha aderito a Cristo, e avendo avvertito da lui la totalità dell’amore, a lui si è stretto con un vincolo indissolubile di amicizia che spesso si cerca anche attraverso Internet e che poi ci lascia più poveri di prima; per questo motivo, infine, ha potuto accogliere con assoluta disponibilità il martirio “sopportando ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza.
Carissimi fratelli e sorelle, tra questi, a cui si riferisce san Paolo nella seconda lettura indirizzata all’amico Timoteo e che si rende vera anche per san Pancrazio, tra questi i quali in forza della testimonianza dei martiri, possano raggiungere la salvezza, ci siamo anche noi; in modo tutto speciale voi abitanti di Calvi; ed in modo specialissimo i ragazzi e i giovani.
Carissimi fratelli e sorelle, comprendiamo pertanto come la vita di s. Pancrazio per noi non è soltanto – quasi che non bastasse – un esempio da imitare? È piuttosto anche motivo di partecipazione attiva al medesimo dinamismo di salvezza, che egli ha accolto da Cristo; e con Cristo egli, oggi, porge a noi.
Pancrazio, come vero discepolo del Signore ha dunque preso la croce e si è posto alla sequela di Cristo e in questo stato di cose, anzi in questo stato esistenziale, conferma per noi oggi che essere discepoli del Signore vale la pena vivere, vale la pena spendere ogni energia, semplicemente per il fatto che ogni energia utilizzata in questa prospettiva raggiunge il suo scopo e genera la beatitudine, genera cioè la felicità.
Carissimi fratelli e sorelle, quanto risultano più che mai attuali le parole di Gesù che abbiamo sentito proclamate nel santo Vangelo di oggi: “quale vantaggio ha un uomo che guadagno il mondo intero, ma perde o rovino sé stesso?”. Le immagini drammatiche di questi giorni, come del resto tutte quelle che la storia dell’umanità ci ha tramandato durante i secoli: di guerre, sopraffazioni e ingiustizie, non fanno altro che confermarci tale verità. Al contrario chi invece ritrova sé stesso costruendosi secondo il Vangelo è come se avesse già guadagnato tutto. Questo è quanto ha fatto san Pancrazio e per questo motivo si presenta e si pone a noi come fondamento su cui costruire; come faro che illumina gli orizzonti e la meta; come fermento a cui attingere per ottenerne fragranza e pienezza di vita.
Carissimi fratelli e sorelle, oggi sembra che il mondo, le persone di questo nostro tempo non ci si vergogni di niente e tutto viene perciò fatto, esibito, portato avanti con assoluta naturalezza; purtroppo però, bisogna ammetterlo con onestà, i veri valori, anche meramente umani, più di una volta se non spesso, vengono barattati con altri che tali non sono, oppure vengono sacrificati in nome di piaceri effimeri, passeggeri e talora anche dannosi, che generano confusione nelle menti, dissapori nelle relazioni e conseguente generale disarmonia. Ecco, di fronte a tutto ciò san Pancrazio è per noi modello sicuro da imitare; egli ci dà la certezza che ogni valore si costruisce come l’insieme di mattoni – uno
sull’altro – intorno e sulla pietra fondamentale che è Cristo; tutto il resto acquista valore e significato unicamente se in relazione a questo bene assoluto. Come non rimanere stupiti, innamorati ed ammaliati dinanzi a tale bellezza? Qualcuno potrebbe addirittura vergognarsene; a costoro il Signore dice -lo abbiamo sentito nel Vangelo: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria suo e del Padre e degli angeli santi”.
Carissimi abitanti di Calvi, carissimi ragazzi e giovani di Calvi, il vostro grido di gioia “Viva san Pancrazio” ritorni da lui a voi come benedizione, affinché seguendo il suo esempio possiate ricevere da lui oggi la forza e il coraggio per una vita autenticamente cristiana, e un giorno davanti al Signore l’attestazione di beatitudine eterna per essere stati suoi veri discepoli. Amen