Cattedrale Terni – celebrazione commemorativa di Giunio Tinarelli per il 65° anniversario della morte

Il 14 gennaio 1956 Giunio Tinarelli moriva nel suo letto nel quale era immobilizzato da oltre vent’anni per una grave malattia. Aveva appena 44 anni e una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Il suo è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza. L’Unitalsi e il Centro Volontari della Sofferenza, celebreranno il sessantacinquesimo anniversario della morte, domenica 17 gennaio 2021 alle ore 17.30 nella cattedrale di Terni, dove si trova la tomba di Giunio Tinarelli, con la solenne messa presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese.

Il venerabile Giunio Tinarelli, che morì ad appena 44 anni di cui venti trascorsi nell’immobilità, è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.
Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo.
“Giunio, nei lunghi 20 anni di “convivenza con Gesù” nella sua vita di malattia, di eucarestia, di apostolato – ha ricordato il vescovo – si è reso simile a Gesù, agnello che ha sconfitto il peccato del mondo, ha ridato speranza a uomini e donne consumati dalla malattia, dalla disperazione. E’ diventato a sua volta eucarestia per la chiesa e per il mondo. La celebrazione odierna in memoria di Tinarelli, in tempo di pandemia e di crisi sanitaria, economica, sociale sia per tutti motivo di speranza. Per i malati e per gli uomini e le famiglie, pesantemente colpiti nel corpo e nella dignità per la perdita della salute, del lavoro, degli equilibri psicofisici. L’intercessione di Giunio e il suo esempio soccorrano sostengano la nostra comunità e il mondo intero nell’impegno verso la ripresa fisica, morale e spirituale”.