In questo primo giorno dell’anno, celebrando la solennità della Divina Maternità di Maria –ci affidiamo a Lei per implorare da Dio il dono della Pace.
Il santo Padre ci esorta spesso ad intensificare la nostra preghiera per ottenere questo dono da Dio e perché tutte le persone siano/siamo costruttori di pace.
Abbiamo ascoltato la Parola di Dio che, nella prima lettura, ha presentato la solenne benedizione sommo sacerdote Aronne.
Iniziando un nuovo anno queste parole vogliono certamente essere di buon auspicio per tutti gli altri giorni del calendario, nella piena consapevolezza che queste parole veicolano la presenza stessa di Dio.
Tuttavia, l’anno appena concluso ha lasciato aperte diverse ferite causate da nuovi fronti di guerra, che stridono con le parole di questa benedizione.
Il tema scelto dal papa Francesco per questa 57ma giornata mondiale della pace spinge in avanti la nostra mente e la colloca in quelle sfere in cui ormai da tempo l’intelligenza umana ha posto una particolare attenzione, ossia l’intelligenza artificiale.
“I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia.
Il santo Padre sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi.
L’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto.
La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo.
In questo primo giorno dell’anno, contemplando Maria Santissima, Madre di Gesù, Madre di Dio, vogliamo accompagnare e nutrire la nostra preghiera con l’invocazione: “Regina della pace prega per noi”.
Dinanzi alla realtà del nostro tempo, il messaggio evangelico, tutto intriso di speranza, guida la nostra mente e i nostri cuori affinché sappiamo tradurre nella pratica, con l’intelligenza del cuore, ogni desiderio di bene e di pace che non potrà mai essere sostituito da altro o surrogato da nessuna tecnica.
Questi desideri non siano soltanto auspici che ognuno sogna o desidera oppure affida sempre agli altri, senza cioè che se ne senta coinvolto in prima persona.
Siamo tutti operatori di pace ed artigiani di questo bene inestimabile; costruttori e “rifinitori” di pace fin nei minimi dettagli. Sono infatti i dettagli che lo determinano, costruiscono ed affinano la pace, sempre.
Il Vangelo oggi proclamato, così semplice nella descrizione dei fatti, contiene tutta la potenza capace di “abbattere i superbi ed innalzare gli umili” e quindi contiene il criterio fondamentale per accogliere e costruire la pace.
La vicenda, l’esperienza dei pastori che si recarono sul luogo della nascita di Gesù, che lo si voglia o meno, rimane l’unico metodo per costruire la pace.
Essi, i pastori, si misero in cammino nel buio di quella notte rischiarata e riscaldata dal messaggio della luce vera che veniva nel mondo. Oggi il mondo, così immerso nelle tenebre e nel gelo della guerra e dell’odio, dell’indifferenza e della cupidigia, dell’egoismo e della menzogna ecc. ha bisogno urgente di questo metodo.
Oggi anche la nostra comunità, la nostra diocesi, il nostro territorio, le nostre città e paesi hanno necessità urgente di mettere in atto il metodo dei pastori: recarsi cioè verso la luce, con il desiderio di esserne illuminati, riscaldati, corroborati; forse anche messi in crisi, ma certamente ben orientati.
Quanto, invece, facciamo continua esperienza di disorientamento! Desideriamo la pace e ricadiamo costantemente nel conflitto. Rimane dunque vero il moto latino “Si vis pacem para bellum”? (se vuoi la pace prepara la guerra?) NO! Per noi sia sempre vero l’opposto: “Se vuoi la pace, preparala, costruiscila, custodiscila…”.
Ma come può avvenire tutto questo se prima non si è metabolizzato il dato fondamentale che la pace è innanzitutto un don? un dono di Dio! ed essendo tale sarà necessario accoglierlo e tenerlo da conto.
Chiediamo al Signore la grazia e la determinazione per non sciupare il dono della pace; soprattutto di allontanare da noi quel criterio, tanto in uso nella nostra società consumistica, di poterlo cioè riciclare e quindi barattare con qualcos’altro e quindi perderlo.
La pace, una volta perduta, genera solo non pace, con tutto quello che ne consegue, fino alla guerra, ai diversi conflitti personali, familiari, sociali, interpersonali.
Preghiamo per la pace, costruiamo la pace: nel nostro cuore, nella nostra mente, nelle nostre coscienze innanzitutto.
Ma come si fa a desiderare la pace, a chiedere che le armi tacciano se nel contempo si continua a costruirle, si continua ad incrementare un mercato sempre più sofisticato di armi, anche con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale? Come si fa?
Signore, aiutaci a prendere consapevolezza delle nostre contraddizioni. /
I pastori, andarono e trovarono…come era stato detto loro.
Carissimi fratelli e sorelle dall’esperienza dei pastori fino al presente, abbiamo la testimonianza di tutti coloro che, messisi in cammino, hanno avuto la felice opportunità di incontrare i segni della salvezza, l’incontro con il Signore della pace.
Per questo l’intera umanità non ha bisogno di una intelligenza artificiale, che sostituisca le capacità prettamente umane dell’amore, di essere aperte allo Spirito e disponibili alla carità fraterna.
I Pastori – eloquente immagine della Chiesa popolo di Dio in cammino -, come affermato dal Concilio Vaticano II e ripetutamente richiamato dal santo Padre Francesco, guidino i passi del Cammino sinodale verso l’incontro con l’unico Signore della pace perché ha vinto il male pagando di persona. I suoi vagiti di umana natura, attraverso la nostra buona volontà, spengano tutti i lamenti di sofferenza e morte che continuamente vengono generati e moltiplicati a causa della ingiustizia imperante.
Carissimi fratelli e sorelle, celebrando la solennità della maternità divina di Maria tra incertezza e trepidazione non dobbiamo perdere la bussola del nostro orientamento, essa ha un nome: la persona di Gesù, principio e fine di tutto.
Pertanto, riprendendo una bella consuetudine di un tempo, vogliamo chiedere al Signore la luce dello Spirito Santo, affinché scendendo ed illuminando la nostra mente, la nostra intelligenza, possa ancora, in opposizione alla distruzione, essere il creatore del bene.
All’inno del Veni Creator uniamo la nostra consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria affinché i nostri cuori abbiano a pulsare del medesimo amore
La santa Madre di Dio, regina della pace, accompagni questa nostra preghiera come fu per i discepoli del Signore il giorno di Pentecoste, ridesti sempre in noi il dono dello Spirito affinché accogliendo i suoi santi doni possiamo essere veri costruttori di pace, testimoni autentici di Colui che è il Principe della pace, Gesù Cristo nostro Signore.