Celebrazione della festa della Madonna del Ponte 2018

Benvenuti, cari fratelli e sorelle, dalle vostre dimore e dai viaggi, che vi hanno consentito un tempo di ristoro, di conoscenza e di incontri. E benvenuti a tutti voi che comunque siete venuti a venerare Maria. La nostra Diocesi rinnova l’appuntamento annuale in vista della ripartenza del cammino pastorale, radunandosi attorno a Maria, venerata nei due santuari mariani diocesani, tanto cari al Popolo di Dio:
Santuario della Madonna del Ponte, qui a Narni
Santuario della Madonna delle Grazie a Foce di Amelia, la cui festa abbiamo celebrata ieri.

So che alcuni di voi, devoti di Maria, sono stati pellegrini ai vari santuari mariani di Lourdes, Fatima, Loreto, Pompei. Altri si sono recati a Medjugorie, meta sempre più ricercata da devoti di Maria e amanti della preghiera. Molti sono animati da vera devozione per Maria, alcuni sono desiderosi di… vedere anch’essi la Madonna o di sentirne la voce, altri infine sono spinti dall’ansia o dalla curiosità di essere messi a parte dei segreti, rivelati da Maria ai veggenti dei vari luoghi.

Ci chiediamo: «Dove appare la Madonna?». Quali sono i veri “segreti” rivelati ai veggenti?
Cari fratelli e sorelle, senza nulla togliere al valore del pellegrinaggio mariano, io desidero dirvi che
L’assemblea liturgica è il luogo normale dell’”apparizione” della Vergine, e i suoi “segreti” sono già tutti nel Nuovo Testamento, particolarmente nei Vangeli e nella tradizione viva della Chiesa.
La Vergine Maria, la vera Madre del Redentore, “appare” nella Bibbia, nei Vangeli, e dimora nella comunità dei credenti che celebra il Signore. Secondo gli Atti degli Apostoli la troviamo nel cenacolo di Gerusalemme, al centro della nuova comunità pasquale del Figlio risorto (1,14). Ivi ella è mostrata quale discepola orante tra i discepoli «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42).
Maria è presente nella chiesa all’origine, nella sua crescita e nella realizzazione definitiva.

Maria sta all’origine della Chiesa come suo mirabile esordio e Madre premurosa che porge il Figlio ai primi credenti. Nel vangelo di Matteo leggiamo: i Magi «entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,11).

Discepola attenta e madre vigile, la Vergine sta nello sviluppo della Chiesa come segno della divina presenza del Salvatore.
Nella Bolla di indizione del grande giubileo del 2000, Incarnationis mysterium (1998), Giovanni Paolo II rilevava: «Da duemila anni, la Chiesa è la culla in cui Maria depone Gesù e lo affida all’adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli» (n. 11). Solo dalla Madre la Chiesa può ricevere il Salvatore.
Su questo altare unico e privilegiato, che è la Madre santa, la Chiesa ogni giorno offre a Dio Padre il sacrificio eucaristico.
Nel vangelo di oggi, alle nozze di Cana, Maria pronuncia un’esortazione-comando che la pone al crocevia della Redenzione; è indicazione di percorso, di strada; è il segreto per la nostra esistenza riuscita, della nostra vita salvata, della felicità; è la sintesi di tutto il Vangelo, si pone come la chiave di violino di una sinfonia che riguarda la Chiesa e tutti noi, oggi.
Nell’esortazione ai servi: « Qualsiasi cosa vi dica, fatela » (Gv 2,5), già nella veste di Madre pasquale, Maria esorta a obbedire alla Parola che salva (cf Gv 6,68). Dice cosa i servi-discepoli devono fare per partecipare alla missione di Gesù, per rendere piena la festa delle nozze del Regno. Anticipa così profeticamente il mandato pasquale di Gesù Maestro: «Fate questo in memoria di me!» (Lc 19,22;1 Cor 11,24-25).
E noi, prima nell’Eucarestia, poi nella vita quotidiana, segnata dall’offerta eucaristica espressa nella carità, ascoltiamo fiduciosi, seguiamo e obbediamo alle parole di Maria pronunziate nel convito nuziale di Cana «Qualsiasi cosa vi dica, fatela ». E poi col cuore di credenti ci predisponiamo a obbedire ogni giorno al comando di Gesù prima della Passione: «Fate questo in memoria di me!» e celebrare il memoriale eucaristico del Figlio, perché venga, e fino a che non sia venuto definitivamente (1 Cor 11,26; Ap 22,17.20).
Anche questa sera, conclusione del giorno del Signore, radunati attorno a Maria e insieme a Lei, accogliamo la Parola e diamo conformazione alla nostra comunità attraverso il memoriale eucaristico, consegnatoci da Gesù.

Su un aspetto, tratto dall’attualità, vorrei richiamare la vostra riflessione.

Quest’anno la festa della Madonna del ponte o dei ponti associa la nostra attenzione inevitabilmente al crollo del ponte Morandi di Genova, ai morti, ai feriti, agli sfollati ai disagi per i cittadini. Insieme alle tristi sofferenze umane, la popolazione patisce le conseguenze causate dalla privazione di una essenziale via di comunicazione.
In molte parti d’Italia la paura ha portato a verificare la solidità di ponti a rischio per impedire altre tragedie. Noi questa sera affidiamo alla Madonna tutte le vittime dei crolli dei ponti in Italia e nel mondo.
E tuttavia questa sera non vogliamo dimenticare le vittime di crolli di altri ponti umani che hanno creato sofferenze, divisione, separazione e distanze tra persone, gruppi sociali, umani.
Papa Francesco, ravvedendo in questo un serio pericolo per il futuro della comunità umana, ripete frequentemente che occorre abbattere i muri materiali, psicologici e umani che ci fanno rinchiudere nel nostro piccolo mondo privato, disinteressandoci degli altri; invece invita insistentemente a costruire ponti, collegamenti, legami di ogni tipo: ponti materiali, ponti di dialogo, di amicizia, di fraternità tra persone, tra popoli e nazioni superando le differenze di lingua, cultura, religione.
Anche nella nostra Italia, da un po’ di tempo a questa parte si è alimentato e diffuso in maniera esasperata un clima di paura, di sospetto nei confronti di chi è diverso, altro, sia per un diverso colore della pelle, sia per abitudini e cultura differenti, sia per coloro che non sono dei nostri, ecc.
Nel Messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018 papa Francesco, in continuità con il Magistero di Papa Benedetto e del Santo Papa Giovanni Paolo II, ha ribadito che «tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie responsabilità»
Di fronte al problema delle migrazioni allora:
Occorre avere uno sguardo di fede: “ero forestiero e mi avete accolto… qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatta a me…”.
Coglierlo come un segno dei tempi da scrutare alla luce della Parola;
Rispondere con generosità, alacrità, lungimiranza ciascuno secondo le proprie responsabilità.

Nella effigie della Madonna del Ponte, Maria ci mostra, presenta e dona Gesù, via, verità e vita.
Chiediamo a Maria che accompagni la nostra Chiesa diocesana sulla via che è Gesù, ci doni il coraggio e la gioia di fare quanto ci ispira e ci chiede Gesù.