Ancora un caloroso saluto di benvenuto in questa nostra Cattedrale, a tutti voi membri dell’Arma dei Carabinieri, per la celebrazione della vostra patrona: La Vergine Maria, Madre di Dio, con il titolo di “Virgo Fidelis”, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria, ossia la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall’infanzia colei che, sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.
Cari carabinieri, accostando il vostro motto “Nei secoli fedele” con la Santa Vergine, Virgo Fidelis, voi implorate dalla Madre di Dio un singolare ma anche familiare supporto nello svolgimento del vostro compito a servizio della collettività, per la difesa e la tutela dei cittadini, specialmente dei più fragili.
Come sappiamo la figura della Madre di Gesù, nei Vangeli, è amabilmente discreta, immagine e figura della donna forte delineata dai libri sapienziali, la quale sostiene l’intera economia della casa attraverso il suo amore verso tutti e ciascuno dei componenti.
E questo suo sapiente amore testimonia a tutto tondo in Maria la fede incrollabile in Colui che, Dio Altissimo, l’aveva scelta, eletta e chiamata a partecipare in modo unico e speciale al mistero della Redenzione, mediante l’incarnazione nel suo grembo del Verbo eterno di Dio.
Maria è fedele; ella raccoglie, racchiude e sintetizza nella sua umiltà l’intera esperienza del popolo di Dio.
Perciò, secondo le parole del profeta Zaccaria, di cui abbiamo sentito nella prima lettura, la sua gioia per aver accolto la presenza fisica del Signore è grande: “Esulta grandemente figlia di Sion”.
Ma in Maria, possiamo dire, sia stata interpellata anche ogni singola persona (ciascuno di noi); pertanto siamo chiamati a seguire il suo esempio: affidarci a Dio, nell’ascolto della sua Parola e con la concretizzazione nelle azioni.
In questa direzione si colloca il Vangelo oggi proclamato che, come prima reazione, d’impatto, ci riempie di stupore e conseguentemente di estrema gratitudine.
Gesù infatti, a coloro che gli comunicavano l’arrivo della madre e dei parenti nel luogo dove lui si trovava, risponde in una maniera inaspettata e sorprendente: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”
Sembrerebbe che il Signore rinneghi e rifiuti sia la maternità di Maria come anche la parentela dei cugini.
Come sappiamo non è così: Gesù è sempre originale; egli coglie, non lasciandosi sfuggire ogni occasione per trasmette il suo messaggio e gli insegnamenti riguardo l’annuncio del Regno.
Ciò che consegue perciò illumina oltremodo l’insegnamento del Signore: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”
Il magistero di Gesù pertanto non è una dottrina astratta ma, partendo dal vissuto, da quanto accade vi innesta l’insegnamento opportuno.
E il messaggio in questo caso è duplice: 1° Gesù estende la sua stessa familiarità, la sua parentela, a tutti coloro che ascoltano e mettono in pratica la Parola di Dio.
Questo fatto ci riempie di gratitudine nei suoi confronti in quanto in questa familiarità abbiamo l’opportunità di esservi tutti, nella misura in cui ascoltiamo e mettiamo in pratica il Vangelo.
D’altro canto però non ricusa affatto la maternità di Maria e neanche i membri della sua parentela; sappiamo infatti che nessuno più di Maria ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio. (cfr Discorsi di s.Agostino).
Egli perciò porge a noi sua madre Maria come esempio sublime da osservare e come modello di vita da seguire.
Rimane vero perciò e oltremodo sottolineato quanto messo in evidenza dalle parole del versetto alleluiatico, che ripropone le espressioni pronunciate dalla cugina Elisabetta all’atto della Visitazione, immediatamente successivo all’Annunciazione della Nascita del Figlio: “Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto: si è adempiuta in te la parola del Signore”.
Ecco, carissimi fratelli e sorelle, Maria è beata, ossia felice della gioia di Dio, perché credendo all’adempimento della parola del Signore a questa parola è rimasta fedele mediante l’assenso di tutta la sua vita.
Essere fedeli, pertanto, significa fare della propria vita un capolavoro unico: rimanere fermi non soltanto alla parola data ma impastare la propria vita e renderla trasparenza dei valori e ideali per i quali ci si impegna.
In questo senso la fedeltà si gioca a tutto tondo e durante l’intero arco della giornata e della vita, oltre gli orari di servizio.
Per chi crede questo ideale contiene la presenza stessa di Dio e di tutto ciò che egli per mezzo di Maria dà all’umanità: suo Figlio Gesù Cristo, speranza del mondo.
In attesa dell’inaugurazione del Giubileo, guardiamo Maria, Vergine fedele, per essere come lei nel mondo tutti pellegrini di speranza; e voi in modo speciale cari carabinieri possiate sempre essere fedeli agli impegni che caratterizzano il vostro stato e la vostra divisa, per il bene di ciascuno, nelle varie missioni tutte improntate al perseguimento del giusto ordine e quindi della pace, nella edificazione del bene comune e della civiltà dell’amore.
Maria vi sia a fianco, vi custodisca e vi protegga.