Chiesa San Cristoforo Terni – Prima domenica di Quaresima 2020 e 16°anniversario di don Luigi Giussani

Lode, ringraziamento e gioia per la varietà e l’avvicendarsi delle stagioni meteorologiche, storiche e liturgiche. “All’uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo”. Creati da Dio, a sua immagine: mistero gioioso e insondabile, siamo immagine di Dio, custodi e curatori delle meraviglie dell’universo.
Per glorificare Dio, Creatore e Padre. La nostra vita orientata a riconoscere la presenza di Dio nella su realtà di creatore, ma soprattutto nella consolante relazione di Padre.

Iniziamo la stagione della Quaresima nella sua prospettiva e proiezione verso la Pasqua.
“Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8).
Gesù è al centro della quaresima, colui che umiliò se stesso: chinò il capo, diventò humus, terra, cenere con l’obbedienza al Padre fino alla morte.
Invitati dalla chiesa a riprendere il cammino di sequela di Gesù umile (rito delle ceneri): la quaresima è seguire Gesù fino alla Pasqua: fatta di passione, croce, morte e risurrezione.
Ponendo al centro la Parola di Dio, ci occupiamo a riscoprire la fede: senza la fede non c’è salvezza; rischiamo di essere
– cristiani di nome,
– frequentanti senza fede,
– credenti senza carità.
In questo tempo di pandemia, l’esperienza della malattia, che molti hanno vissuto personalmente o nella propria famiglia; l’isolamento cui molti siamo stati costretti ci ha offerto l’opportunità di avere più tempo a disposizione per la lettura, la riflessione, per la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio.
Non è ancora terminata la pandemia e le sue ristrettezze; essa, insieme ai disagi fisici, esistenziali, economici, può essere occasione e opportunità per rivedere le coordinate della nostra vita umana e cristiana,
– la qualità della fede,
– la pratica sacramentale (confessione e Messa),
– la carità generosa verso i bisognosi,
– la speranza che ha la forza in Dio. “Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono”(Papa Francesco)

Vangelo di Marco:
Gesù termina il tempo della preparazione, della condivisione della vita ordinaria a Nazareth con Maria, Giuseppe, i compaesani e inizia la stagione della missione, dell’annuncio della lieta notizia all’umnità.
Quale? La presenza del regno di Dio, la figliolanza di Dio, la condizione di discepoli, di popolo di credenti (credete al Vangelo)
Immediatamente prima, Gesù trascorre ancora un tempo di deserto: 40 giorni.
E’ lo Spirito che “sospinse” Gesù nel deserto. Come lo sposo porta la sposa nell’intimità del deserto: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” Osea 2, 16).
Gesù rivive, raccoglie e riassume in sé l’esperienza e la storia del popolo di Dio: i 40 giorni del diluvio (prima lettura), i 40 anni nel deserto, i 40 giorni di Elia nel deserto …
Il tempo della tentazione, della prova, della ricerca di Dio, dell’obbedienza, e soprattutto dell’esperienza forte con Dio.

Dopo la morte dell’ultimo profeta, Giovanni Battista, vissuto nel deserto e precursore nell’accoglienza e nella presentazione del Messia, Gesù inizia la missione.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea. Inizia non dalla regione sede del tempio, della presenza privilegiata di Dio, ma da quella Galilea delle genti, dimora de una umanità mista, variegata e variamente credente, gente dall’apertura mentale e disponibile ad accogliere la novità del vangelo.
“ proclamando il vangelo di Dio”. E’ la lieta notizia non degli uomini, ma la novità di un Dio che è Padre, di un Dio vicino, che non si può comprare o propiziare con cose, opere, preghiere, sacrifici… E’ un Dio misericordioso che va in cerca dell’umanità perduta e che offre e procura la felicità dei suoi figli… gratuitamente.
Il contenuto del Vangelo di Dio, della notizia strabiliante, gioiosa, favolosa: “e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Dopo la traversata del deserto, di tutti i deserti dell’umanità, siamo nella pienezza del tempo, nel tempo stabilito da Dio, il tempo atteso e annunciato dai profeti. Il Regno di Dio è tra noi (vicino): è Gesù stesso la presenza di Dio tra noi, e invita e richiama l’attenzione degli uomini perché si rivolgano verso di Lui (convertitevi) e rinnovino la loro fede nel Vangelo, nella novità della nuova e lieta notizia di Dio.

Cari fratelli e sorelle di CL, oggi la Parola di Dio è rivolta particolarmente a voi.
La vostra e nostra conversione e la fede nel Vangelo vanno rinnovate oggi. Ognuno conosce il passaggio che deve compiere.
Molti di voi hanno incontrato Gesù, perché questa è la conversione, e si sono fidati e affidati a Lui attraverso la mediazione e l’incontro con la personalità di don Giussani, all’interno di una fraternità che ha aiutato a mettere a fuoco l’essenza del fatto cristiano. Una attrazione, un innamoramento per Gesù, sostenuti dalla Parola del Vangelo, testimoniato dalla Fraternità di don Giussani, e dalla comunità ecclesiale. E oggi alimentiamo e sperimentiamo questa fede e la bellezza della familiarità con Gesù nella vita quotidiana e nella condivisione fraterna.
E oggi, nella nostra città, afflitta dalla pandemia e da un strisciante scristianizzazione, distacco da Gesù, siamo incoraggiati a percepire con maggiore forza la fraternità di tanti uomini e donne, tristi e soli, allontanatisi dalla casa paterna e alla ricerca di surrogati del calore della casa di cui avvertono la nostalgia.
Fratelli tutti è l’invito e il programma che la chiesa ci suggerisce di annunciare. Siamo invitati a considerarci fratelli tutti perché Dio è padre di tutti: padre di Gesù e in Gesù padre di tutti noi.
«Il miracolo che travolge il mondo è che della gente estranea si tratti come fratelli». E’ la frase pronunciata, in un incontro nel 1983, da don Luigi Giussani. Diceva che non c’è nulla di più impossibile e desiderabile di questo rapporto nuovo con l’altro.
E questa è l’essenza della “rotta umana” che il Papa ci indica con la Fratelli tutti, la sua ultima enciclica.
Mentre ringraziamo il Signore per il dono di don Giussani e del suo carisma alla Chiesa, per aver concesso a voi di incrociare questo carisma, oggi, nell’attualità e nella contraddittorietà di questo nostro tempo, vogliamo vivere con serietà e gioia l’incontro con Gesù che annuncia a ciascuno la buona, lieta, bella notizia del Vangelo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». L’incontro con Gesù è ciò che dà senso alla nostra vita e al nostro essere cristiani, al di là dei carismi di ciascuno, come ebbe a dire Papa Francesco il 7 marzo 2015, rivolgendosi proprio a voi:
“Dopo sessant’anni, il carisma originario non ha perso la sua freschezza e vitalità. Però, ricordate che il centro non è il carisma, il centro è uno solo, è Gesù, Gesù Cristo!

Quando metto al centro il mio metodo spirituale, il mio cammino spirituale, il mio modo di attuarlo, io esco di strada. Tutta la spiritualità, tutti i carismi nella Chiesa devono essere “decentrati”: al centro c’è solo il Signore! Per questo, quando Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi parla dei carismi, di questa realtà così bella della Chiesa, del Corpo Mistico, termina parlando dell’amore, cioè di quello che viene da Dio, ciò che è proprio di Dio, e che ci permette di imitarlo. Non dimenticatevi mai di questo, di essere decentrati!”

Il Regno di Dio è vicino: tra noi, qui, ora. E’ Gesù in persona. Apriamo gli occhi e le orecchie, la mente e il cuore per percepirne la presenza a accoglierlo nella nostra vita. Sarà la lieta notizia e la forza che dà senso all’esistenza anche in tempo di pandemia.