Dossier Caritas sui Balcani 2018 “Futuro minato”


DOSSIER CARITAS_balcani2018
A dieci anni dal 17 febbraio 2008, data dell’autoproclamata indipendenza dello stato kosovaro dalla Serbia, Caritas Italiana pubblica “Futuro minato” un Dossier sul tema del disarmo con dati e testimonianze e un focus proprio sui Balcani.
Durante le guerre balcaniche degli anni Novanta, mine e bombe a grappolo furono massicciamente impiegate, soprattutto in Bosnia ed Erzegovina e in Kosovo. Una larga parte di queste non sono state ancora rimosse, condizionando ancor oggi l’utilizzo di intere aree e provocando vittime e feriti.
Nel mondo migliaia di persone continuano così a morire non solo durante le guerre, ma anche dopo, a causa degli effetti di lungo periodo di quegli ordigni. Il 90% di loro sono civili, donne, anziani e bambini.
Caritas Italiana ha cercato di indagare l’eredità che il conflitto degli anni Novanta ha lasciato sulle nuove generazioni, per conoscere il giudizio e l’interpretazione che i nati alle soglie del nuovo millennio danno delle vicende occorse nei loro Paesi. I risultati che vengono qui presentati sono il frutto della somministrazione di questionari ai giovani di Kosovo e Bosnia ed Erzegovina, avvenuta nel periodo tra ottobre e dicembre 2017.
I nuovi dati di questo dossier confermano che gli effetti di lungo periodo degli armamenti, uniti alla mancata eliminazione nell’area balcanica della “psicosi bellica”, devono farci mantenere alta la guardia e l’impegno a costruire percorsi di riconciliazione e rinnovare una cultura di pace. Così mons. Sudar, vescovo a Sarajevo: «Se le mine rappresentano fisicamente un problema, di fatto è la società stessa ad essere minata. Ci vorrà più tempo per “sminare” la nostra società che togliere fisicamente gli ordigni, mezzi fisici di separazione tra le persone».