Esequie di David Raggi

Ai familiari di David, alle autorità, alle istituzioni civili, accademiche e militari, ai giovani, ai fedeli tutti il saluto di Francesco d’Assisi: Il Signore vi dia la Pace!

La costernazione e il dolore per la morte di David, che ha colpito la famiglia Raggi, gli amici, la città di Terni in questo momento si trasforma in preghiera. Il nonsenso della morte, specie di una morte tragica, trova per i credenti un conforto che viene dall’Alto e ragioni di speranza in questa celebrazione.
Fin dal momento della morte di David tutti noi abbiamo manifestato con gesti e con parole non solo il dolore, l’affetto e la vicinanza alla Famiglia Raggi, ma anche indignazione, rabbia, commenti, proteste, accuse, auspici, nei confronti di chi, direttamente o indirettamente c’entra con questa sciagura.
Grazie alla famiglia Raggi per la testimonianza di compostezza civile e l’esempio di fede e di cristiana accettazione della volontà di Dio.
In questa chiesa cattedrale, inginocchiati davanti all’altare del Signore, radunati in un abbraccio affettuoso attorno a David e alla sua famiglia, indugiamo sui nostri interrogativi di fronte al mistero della vita e della morte, in attesa di una risposta di conforto, che sarà sempre avvolta nel mistero.
Diciamo innanzitutto che siamo qui per rinnovare con la Messa la passione, la morte e la risurrezione di Gesù e nel mistero di Gesù Cristo morto e risorto, è avvolto David tutti noi
Il messaggio e il conforto di Dio per noi in questo momento è la sua Parola proclamata.

(Prima lettura, Genesi 4, 1-16)
La storia di due fratelli, Caino e Abele. Entrambi sono dono di Dio, entrambi da Lui amati, entrambi destinatari del compito di creare la convivenza umana nella fratellanza e nel custodire e curare la terra.
Il racconto dell’omicidio è espresso in poche parole, neppure un versetto. L’interesse del racconto
non è sull’omicidio in se ma su ciò che lo precede e su quello che segue.
Innanzitutto sulle cause: la soppressione dell’altro nasce dal fatto che non viene accolta la
diversità dell’altro. Caino, frustrato, non accetta Abele gratificato. L’omicidio nasce dall’uomo che
accetta solo se stesso e altri uomini come se stesso.
Poi le conseguenze: Caino rifiuta di avere un fratello e di essere fratello. Caino ha cancellato il fratello dalla realtà della sua mente (“sono forse il custode di mio fratello?”).
L’omicidio è visto come cancellazione totale dell’altro dal proprio mondo. Caino, cancellando
Abele, cancella anche se stesso, cancella il suo essere fratello. E la terra profanata dal sangue sparso, produrrà la sua ribellione: “essa non ti darà più i suoi prodotti”.

Alla ricerca di colpevoli e delle cause di tante violenze, puntiamo il dito fuori da noi, dimentichiamo la solidarietà della fraternità umana, nel bene e nel male. Dimentichiamo il valore inestimabile della vita umana, di qualunque età, colore, etnia, censo sia.
La globalizzazione della ragione, oscurata e spesso leggera nel rispetto della vita umana, ci porta a vivere con superficialità, salvo poi a sentirci colpiti nella carne viva quando le persone che amiamo vengono meno in maniera repentina e sotto i nostri occhi. E la rabbia esplode, e puntiamo il dito verso chi non ha impedito, non ha creato il “cordone sanitario” della tutela e della sicurezza, ecc. ecc. “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Sì, siamo noi i custodi della vita umana, dei tanti Abele che sono sulla terra. E ciascuno, cominciando da se stesso, può alimentare scelte e sentimenti di rispetto, di legalità, di vita sobria, di equilibrio nell’uso dei beni per prevenire lo stordimento della ragione che porta inevitabilmente a risentimenti, ritorsioni e contro violenza che prima covano nel cuore e poi finiscono per alimentare la saturazione del clima rissoso.
David era un giovane generoso, amante della vita, che con la sua testimonianza, insieme a tanti giovani, contribuiva a purificare l’aria della nostra città dai virus che favoriscono violenza, insicurezza, intolleranza, razzismo.
Caino, nonostante fosse l’assassino di suo fratello, fu protetto da Dio con un segno di riconoscimento e incoraggiato verso una storia riconciliata. A nessuno è lecito colpire Caino.

(Vangelo)
Ragioni per spiegare la morte non ci sono. Il Vangelo presenta Gesù, figlio di Dio, solidale con ogni uomo, che prende su di sé l’eredità umana della morte, non quale ultima parola, ma per sconfiggere la morte, che diventa solo un passaggio verso la risurrezione.
E nel momento supremo, prima di consegnare lo spirito, alla Madre Maria impietrita dal dolore, ai piedi della croce, Gesù affida la missione di accogliere Giovanni come figlio. E’ l’umanità che è affidata a Maria e che accetta Maria come Madre.
Una fraternità, una nuova famiglia che continua nel segno di un amore senza limiti, insieme a Gesù Cristo. E nella famiglia si cresce realmente solo se c’è amore.

In questa città di Terni, la testimonianza dell’amore nel suo significato più ampio e profondo non può essere confinato all’esperienza di san Valentino, ma va alimentata, pregata, cercata nella esperienza quotidiana della vita privata e nella convivenza civile e sociale
San Massimiliano Kolbe, nel campo di concentramento di Auschwitz, mentre chiede di scambiare la sua vita al posto di quella di un padre di famiglia, scelto per morire di fame, afferma: “Solo l’amore crea, l’odio distrugge”.

Cari giovani e tutti qui riuniti, il ricordo di David ci rattrista, ma è anche motivo di speranza e di incoraggiamento a metterci al servizio dell’amore creativo: nella cura di chi è nel bisogno, nel rispetto della legalità, nella condivisione di saperi e di cultura, nell’impegno civile e sociale. E anche nella riscoperta della fede in Gesù Cristo, Dio fatto uomo e fratello di ogni uomo, morto e risorto perché ognuno abbia la vita piena e vera.
La Messa che celebriamo esprime la certezza della vittoria del bene sul male e della vita sulla morte. Amen!