Festa Madonna del Ponte ad inizio anno pastorale

La festa della Madonna del Ponte conclude il periodo estivo e segna l’inizio dell’anno pastorale. E come Maria anche noi ci mettiamo alla scuola di Gesù. Anche noi, insieme ai discepoli, a Cesarea di Filippo, siamo istruiti e provocati da Gesù con due domande e tre richieste. Gesù nel suo ministero ha istruito i suoi discepoli, ma evidentemente il suo messaggio non era stato compreso e quindi li provoca per approfondire ulteriormente e far capire loro realmente cosa significa essere suoi discepoli.
Allora la prima domanda “che cosa pensa la gente di me?”. Le folle seguono Gesù, spesso si chiedono chi è costui al quale obbediscono i venti, egli perdona i peccati, scaccia i demoni. La risposta dei discepoli è positiva: Battista, o uno dei grandi profeti. a Gesù non era mosso da curiosità, vuole educare i suoi discepoli e noi a conoscere la sua vera identità e a seguirlo con verità e con consapevolezza.
Perciò rivolge una seconda domanda: “Voi chi dite che io sia?”. Pietro risponde a nome di tutti , ma non ha compreso la domanda di Gesù, che non chiede come si chiama, ma per te, per voi chi sono io? Quanto conto nella tua vita? Nelle scelte che fai, quanto influisce la mia persona per te?
Chi è Gesù per noi? Questa domanda oggi, nella festa della Madonna del Ponte, nella giornata del Signore viene rivolta a ciascuno di noi. Quanto siamo disposti a giocarci per Gesù? Non è questione di pratiche devozionali: qualche preghiera, qualche digiuno, qualche elemosina, un pellegrinaggio. Non ci chiede qualche opera buona, ma una scelta, quella degli innamorati, dell’unione sponsale tra gli sposi i quali si chiedono: ti vuoi giocare la tua vita con me? Anche a noi chiede Gesù: ti vuoi giocare la vita sulla mia proposta di uomo? Gesù comincia a presentarsi nella sua vera identità: insegna ai discepoli che il figlio dell’uomo doveva soffrire molto, essere maltrattato, essere flagellato e ucciso. Gesù in questo modo mette in chiaro chi è. Lui è il Figlio dell’uomo, cioè l’uomo vero, autentico, secondo Dio, prototipo di uomo, che i discepoli sono chiamati a seguire. Cioè colui che dona la vita, che non è compreso dai grandi di questo mondo, che lo osteggeranno e uccideranno.
Pietro, che ha in mente un’altra immagine di Gesù e di uomo, si oppone a Gesù, che però decisamente lo rimprovera, lo scaccia come se fosse un indemoniato, invitandolo a seguirlo mentre va a donare la vita. E Gesù convoca la folla: siamo noi, che insieme ai discepoli siamo posti di fronte alla vera identità di Gesù e a deciderci personalmente a seguire Gesù e il suo progetto di uomo: “Se qualcuno vuol venire” dice Gesù ed è una proposta e richiesta di amore, senza imposizione, come un vero sposo, Cristo, figlio di Dio che lascia liberi gli uomini di scegliere di seguirlo.
E fa tre richieste: se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso. Questa parola rinnegare ritornerà soprattutto a proposito di Pietro quando rinnegherà Gesù, giurerà di non avere alcun contatto con Cristo. Pietro giurava e bestemmiava Cristo.
Ebbene rinnegare se stessi significa tagliare i propri contatti con i propri interessi e tornaconti, significa ripudiare l’istinto naturale di pensare primariamente a noi stessi. Non è questione di dire preghiere, ma di tagliare l’istinto di appartenere a se stessi. Come nella relazione di due persone che veramente si amano. E’ una morte umanamente, ma per la vita autentica. La riuscita ci è garantita da Cristo e da Dio: “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà per me la ritroverà”. La seconda richiesta di Gesù: prendere la croce. Non la necessità di sopportare pazientemente le piccole sofferenze della vita, che comunque devono sopportare tutti anche quelli che non sono credenti. Né accettare la sofferenza per far piacere a Dio. Dio non vuole la sofferenza, vuole l’amore. Piuttosto significa scegliere la croce, riservata ai cristiani. Fare la scelta di Gesù, la scelta dello schiavo, che non appartiene a se stesso; gli ordini non gli vengono da se stesso, ma dai bisogni del fratello, dalle esigenze di Dio. Come ha fatto Cristo: ha spogliato se stesso e ha scelto la condizione del servo.
E infine la terza richiesta: seguire Gesù, tenerlo d’occhio vuol dire mantenere continuamente il rifermento a lui come avere il navigatore satellitare acceso, sintonizzarlo sul suo cammino: pregare, tenere presente sempre Cristo ed avere da lui le indicazioni per le scelte della vita. Come possiamo conoscere queste indicazioni del Signore? Nel Vangelo ci ha lasciato il suo pensiero e i suoi insegnamenti, e nella lettura e meditazione del Vangelo noi trovino il suo pensiero e al Vangelo dobbiamo sempre far riferimento per le nostre scelte. Il Vangelo deve diventare la luce che ci guida. Condividere ogni istante la scelta che ha fatto.
La domanda iniziale rivolta ai discepoli, è fatta a noi: quanto conta Cristo nelle scelte della nostra vita. Ci lasciamo orientare da Lui oppure è uno dei tanti maestri che seguiamo?
Come nelle nozze di Cana, Maria ci incoraggia: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Noi volgiamo bene alla Madonna, è la nostra madre e sappiamo che le madri ci insegnano sempre ciò che è per il bene dei figli. Maria ci invita ad obbedire e a seguire Gesù. Le raccomandazione della madre vengono dal cuore e portano alla vita e alla gioia. Siamo stati attirati da Maria questa sera, seguiamo quanto ci raccomanda.

La festa della Madonna del Ponte conclude il periodo estivo e segna l’inizio dell’anno pastorale.
E’ bello ritrovarci insieme, radunati ai piedi di Maria, per invocare da Lei nuovo slancio e nuovo entusiasmo per il prosieguo del cammino di fede e di evangelizzazione della nostra comunità diocesana.
I temi della comunione e della missione, che sintetizzano gli obiettivi del nostro programma pastorale dell’anno 2015-2015, sta avendo attenzione e suggerimenti da parte di sacerdoti e operatori pastorali. Ci stiamo preparando perché il prossimo Giubileo della Misericordia, 8 dicembre 2015, sia la traccia con cui leggere e affrontare ogni iniziativa della nostra vita personale, ecclesiale e sociale.
Iniziamo questo anno di grazia in questo Santuario mariano diocesano, luogo che ricorda la presenza e la missione di Maria nella nostra vita e nella nostra Chiesa particolare.
Santa Maria del Ponte ci insegni a porci al crocevia di ogni relazione umana, sociale ed ecclesiale e ad accogliere con misericordia e benevolenza ogni uomo viandante, concittadino, straniero o profugo, che la Provvidenza pone sul nostro cammino.
Rivolgiamo un saluto e ringraziamento ai giovani di CL e a tutti coloro che hanno voluto testimoniare la fede col pellegrinaggio a piedi dalla Cattedrale di Terni a questo Santuario.