Giubileo della forania Terni centro – 1 maggio 2016

Cari fratelli e sorelle,
questo anno santo ci viene data l’opportunità grande di rimettere in carreggiata la nostra vita, di rinnovarla, di rientrare in una comunione grande con il Signore. Papa Francesco ci ha dato l’opportunità di poter celebrare questa purificazione grande, questa riconciliazione totale qui nella nostra Cattedrale, nella nostra città, la chiesa madre di tutte le chiese della diocesi. E voi già da tempo nelle vostre comunità parrocchiali e nella vostra forania avete messo in atto alcuni momenti per comprendere la misericordia del Signore, per rivedere la vostra vita e per lasciarvi abbracciare da Dio padre, oggi in questa celebrazione giubilare, in questa festa nella quale tutti noi fratelli siamo contenti perché siamo tornati alla casa del Padre. Dio non si stanca mai di cercarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. Tutti noi abbiamo nel cuore zone d’ombra, situazioni particolari della nostra vita passata e presente che ci turbano, di cui abbiamo vergogna e vorremmo che non ci fossero mai state. Oggi il Signore ha una grande amnistia per tutti noi, cancella i nostri peccati di cui non resta macchia sotto la cancellatura.
Vogliamo dire grazie al Signore, e vogliamo sperimentare fin nel profondo del nostro cuore la grande misericordia del Signore per noi, per i fratelli e per la Chiesa. Così possiamo riprendere e ricominciare la vita cristiana.
La vita cristiana, non è prevalentemente un impegno morale, un titanico sforzo di osservare leggi, precetti comandamenti, ma soprattutto fede, fare spazio a Dio.
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. L’amore per Gesù si esprime nel lasciarsi coinvolgere nel vortice della sua parola, “che opera in voi che credete» (1 Ts 2,13), che crea, genera, accende, spalanca orizzonti, illumina passi, semina di vita i campi della vita. (Ronchi).
Conoscere la Parola, approfondirla, meditarla, lasciarla estendere nella mente e nel cuore perché ci aiuti a “pensare come Cristo, ad amare come Cristo, insomma lasciarsi vivere da Cristo.
Allora dice il Vangelo: “il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Ecco, la vita del cristiano non è solo osservare i comandamenti, ma diventa un paradiso dove abita Dio, che ci ama, che dialoga con noi, che vive in noi. Tutta la santissima Trinità. Il giorno del nostro battesimo si è costruito un tempio di Dio nella nostra vita, nel nostro cuore dove Dio abita, dialoga, si relazione a noi che a volte rivolgiamo lo sguardo altrove e non lo vediamo. Lui non smette di darci richiami, impulsi e affetto. La vita cristiana è osservare la Parola e lasciarsi abitare da Dio.
La vita cristiana diventa allora un cammino mistico, dove Dio non è lontano, ma presente e possiamo adorarlo. L’esperienza della Parola avviene nel cuore, in seno alla Comunità, la Chiesa, il popolo dei credenti, la famiglia di Dio.
Oggi tutti noi credenti, popolo di Dio e Chiesa che è in Terni Narni Amelia, siamo radunati attorno alla Parola per sperimentare la comunione, la misericordia e il perdono, per celebrare il Giubileo.
Gli Apostoli insegnano lo stile dei nostri rapporti. Abbiamo ascoltato nella prima lettura una pagina delle più belle degli atti degli Apostoli quella del primo Concilio di Gerusalemme.
Una Chiesa ordinata, radunata attorno agli apostoli, ai quali si fa riferimento e da cui partono le direttive e gli orientamenti dottrinali, pastorali e fraterni.
Il Giubileo di questa forania è estremamente ricco: molte parrocchie, accompagnate dai propri presbiteri con i religiosi, i laici, con il vescovo, nella chiesa madre, la cattedrale, avvertiamo la presenza del Risorto vogliamo camminare nel segno della comunione per svolgere la missione affidataci da Gesù.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”: Gesù irrobustisce la nostra comunità con il dono della pace. La pace di Gesù, Shalom- pace non nel senso di assenza di conflitto questo è solo un aspetto secondario della pace, non dovrebbe nemmeno sussistere; la pace di Gesù connota piuttosto uno stato o modo di essere che può essere definito da significati diversi, come: star-bene, felicità, sicurezza, totalità, condizione di tranquillità, di ordine, pienezza, perfezione, armonia, integrità, totalità, compiutezza, interezza. Tutto questo Gesù ci augura e ci dona in questa pagina del Vangelo: pace del cuore, pace con Dio, pace con gli uomini, benessere, sapienza, concordia.

E noi non poniamo ostacoli e barriere a questo dono che Gesù ci fa. Dobbiamo come i primi cristiani, e le prime comunità che erano in piena comunione con la Chiesa apostolica di Gerusalemme, vogliamo anche noi sentirci in comunione con le chiese madri di Palestina, di Siria, per invocare per loro e per il mondo intero il dono della Pace. La promessa che Gesù ci fa insieme al dono della pace è lo Spirito Santo. Senza la presenza dello Spirito santo sarà difficile proseguire la nostra chiesa, la nostra comunità e la nostra personale vita cristiana. E’ lui che ci insegnerà ad amare il Padre, che ci arricchirà dei suoi doni e ci ricorderà tutto ciò che Gesù ciò ha insegnato. Cogliamo questaa circostanza per rafforzare la nostra vita cristiana e riprendere il cammino che come dice il Papa: pellegrini verso la patria e non erranti, smarriti che non sanno dove andare; in una maniera ordinata sotto la guida della Chiesa, degli apostoli, dei sacerdoti, tutti insieme verso la Gerusalemme celeste che il Signore ha promesso alla sua chiesa.