Intervista a mons. Angelo Comastri

“APRIAMO I CUORI AI LONTANI”

di Emanuele Lombardini

Il Giubileo come momento di conoscenza e confronto col Signore, come occasione per  cambiare un po’ dentro ognuno di noi affinchè tutti insieme si possa contribuire al cambiamento della società.

A meno di due mesi dall’apertura della Porta Santa, la Chiesa diocesana confronta, durante l’Assemblea, le proprie attese ed i propri obiettivi con quelle che vengono dal Comitato Centrale del Giubileo del 2000. La presenza all’assemblea diocesana del presidente del Comitato nazionale, l’arcivescovo di Loreto, monsignor Angelo Comastri, ci premette di approfondire e sviscerare alcuni dei temi centrali legati all’evento Giublilare.

Monsignor Comastri, quali sono le prospettive della Chiesa in vista del prossimo Giubileo?

“Molti aspettano che qualcosa cada dal cielo, ma noi cristiani diciamo: è già caduto. Duemila anni fa l’eterno è entrato nel tempo, il Figlio di Dio si è fatto uomo. Dentro di noi c’è un fiume nascosto di bontà, che quando riesce a contagiare qualcuno, fa fiorire la santità. Ecco l’invito del Giubileo: accorgersi che nel mondo è accaduto qualcosa di grande e fare spazio al progetto di Santità che Dio ha costruito per ognuno di noi”.

Ed ai cristiani, cosa è chiesto?

“La conversione, ma attenzione: il Giubileo è prima di tutto per i cristiani e quindi siamo noi a doverci accorgere per primi del progetto di Dio. Il nostro rischio è quello della malattia dell'”abitudine” che non ci fa più vedere la  novità che è Gesù e ci rende incapaci di trasmetterla al mondo. Poi ci sono i lontani, ma è attraverso i vicini che si arriva a loro: i primi ad essere chiamati alla conversione siamo quindi proprio noi cristiani. Dobbiamo andare lontano, perché il Dio che Gesù ci ha insegnato non crea i privilegi, ma i missionari”.

Questioni generali che riguardano il Comitato Centrale del Giubileo: come procede l’operazione accoglienza?

“Procede bene, ma non va enfatizzata. Il vero problema è preparare bene le coscienze per capire il senso del Giubileo. Se ci saranno dei disagi, è bene che ci siano, perché fanno parte del pellegrinaggio. In questi anni “Giubileo” è stata una delle parole più usate, spesso anche a sproposito”.

Non c’è il rischio che si pensi troppo al lato materiale e poco a quello spirituale?

“Questo è il dramma, e noi dobbiamo lottare perché ciò non accada. Nelle grandi piazze, basta che si alzi un po’ di vento e si raccoglie nella piazza tanto sudiciume. E questo nella piazza del Giubileo è accaduto”.

Terni sarà uno dei punti cardine per il passaggio dei pellegrini che vanno verso Roma. Quale può essere il contributo di questa città al Giubileo?

“Come tutte le città più vicine a Roma, Terni è interessata in modo particolare dal Giubileo. Noi dobbiamo prepararci all’accoglienza, ma non quella materiale, bensì quella nel cuore. Dobbiamo essere accoglienti perché capaci di conoscere il messaggio di Cristo e condividerlo con chi viene. Questa è la vera prima accoglienza”.

Un messaggio a tutti i cristiani in vista dell’apertura della Porta Santa.

“E’ una grande occasione che Dio ci offre: accogliamola tutti. Alcuni giorni fa ero a Loreto con don Oreste Benzi e tre sacerdozi anziani che celebravano il cinquantesimo del loro ministero. Uno di questi ha detto: «Viene il 2000: cosa volete che cambi».  Don Oreste Benzi ci ha guardato ed ha risposto: «Siamo cinque: se cambiamo noi cinque, cambia tanto». Ecco, noi dobbiamo prendere ad esempio queste parole: ognuno di noi può fare qualcosa, ognuno può dare una piccola parte di luce, perché ognuno di noi è una finestra aperta attraverso la quale può passare la luce di Dio”.

(da Adesso n.8 – novembre 1999)

Chi è ANGELO COMASTRI  – arciprete della Basilica di San Pietro