Carissimi fratelli e sorelle è per tutti noi una grande gioia celebrare oggi la festa della Madre di Gesù, sotto il titolo di Madonna del monte Carmelo
La Vergine Maria, come abbiamo sentito nel vangelo proclamato, è stata affidata da Gesù appeso in croce, all’apostolo Giovanni.
Con san Giovanni, il discepolo che Gesù amava, vi era e vi è ciascuno di noi. Perciò è importante che capiamo sempre di più che ognuno di noi è amato da Gesù; ed egli dalla croce, ossia dall’apice del suo amore, ci affida, ci consegna la sua madre perché, come è stato per san Giovanni, così sia per noi, cioè la possiamo accogliere e prendere con noi.
“Stava presso la croce di Gesù Maria e l’apostolo Giovanni”.
Stiamo anche noi sotto la croce di Gesù con Maria a raccogliere ogni palpito di quell’amore grande del Figlio di Dio ed insieme a registrare anche il dramma infinito della Madre che nel suo cuore spezzato dal dolore è non di meno impegnata a comprendere umanamente come possa comporsi l’ineffabile grandezza di Dio con l’assurdità di quanto sta succedendo. È questo per noi un grande insegnamento di vita: come si fa a comporre l’ineffabile grandezza di Dio con l’assurdità di quanto accade
Eppure Maria sta sotto la croce, ci sta, non fugge come gli altri e dal suo cuore spezzato dal dolore emergono, infranti forse ma certamente incorrotti anche tutti quei tesori di grazia che in esso aveva riposto fin dal momento del concepimento del figlio, a seguire con la nascita, al suo smarrimento e ritrovamento nel tempio: “Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Ed insieme a lei, sotto la croce, a sostenerla nel suo immenso dolore, l’apostolo Giovanni.
Carissimi fratelli e sorelle, anche oggi tanti nostri fratelli e sorelle sono inchiodati su tante e diverse croci esistenziali di dolore; molte sono alla nostra portata, sono cioè presenti anche nella nostra città, droga, bullismo, violenza di genere; altre nelle più svariate parti del mondo in guerra, ma tutte comunque collocate entro il medesimo spazio temporale dei nostri giorni.
A noi la capacità e la volontà di scegliere da quale parte stare: fuggirle e non guardarle, evitarle, scansarle come i personaggi della parabola del buon samaritano, oppure starci, ossia avere la volontà, se non di condividere, almeno di condolersi di quanto accade.
Maria madre del Figlio crocifisso è la madre dei dolori, dei dolori dell’unigenito suo Figlio Gesù e di tutti i dolori di ogni suo figlio, dei nostri dolori.
Giovanni dal momento in cui gli venne affidata Maria la prese con sé; tuttavia madre e discepolo non si allontanarono dalla croce, rimasero lì sino alla fine, sino al pieno compimento del mistero. Mistero di dolore e di amore; mistero salvifico per tutta l’umanità.
Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo anche noi la capacità di accogliere questo grande dono: prendere Maria nella nostra vita, nelle nostre giornate nelle nostre gioie e nei nostri dolori e lei rimarrà sempre -come lo fu in quel momento- a condividere il nostro essere, le nostre vicende, la nostra storia.
Lei non si allontana mai dalla vita dei suoi figli, anche quando sembra essere assente, lei è lì e ci guarda: con sguardo dolce e gioioso nelle nostre gioie, col cuore angosciato nei nostri smarrimenti; con cuore spezzato nei nostri dolori.
Maria sotto il titolo di Vergine del monte Carmelo ricorda quanto la sacra Scrittura esalta della bellezza del monte Carmelo, là dove il profeta Elia difese la purezza della fede d’Israele nel Dio vivente. In quei luoghi, all’inizio del XIII secolo ebbe giuridicamente origine l’Ordine carmelitano, sotto il titolo, appunto, di Santa Maria del Monte Carmelo.
Nella storia della Salvezza, Maria è come quella nuvoletta di cui abbiamo sentito nella prima lettura che, la vittoria sugli idoli da parte del profeta Elia, aveva permesso la fine della siccità e della conseguente carestia. Maria è come quella nuvoletta che man mano dall’orizzonte dell’umanità arida, rinsecchita e sterile, risale dal mare dei peccati e si avvicina riversando l’abbondante pioggia benefica della grazia di Dio.
Grazie perciò carissima nostra mamma celeste per il tuo si; grazie perché nella tua verginità feconda hai generato nel tuo figlio Gesù la schiera redenta dei figli di Dio.
Perciò madre tenerissima, come ti abbiamo invocato nel salmo responsoriale “Ti seguiremo dovunque ci condurrai” così sia per il nostro itinerario di vita: ti seguiremo.
Fa’ che non ti perdiamo mai di vista; pienamente consapevoli che ci condurrai nella via della salvezza che da Betlemme, a Nazareth, lungo le strade di Israele, ha condotto fino a Gerusalemme, dove si è compiuto il mistero Pasquale di morte risurrezione ascensione e Pentecoste.
Questo mistero Pasquale, carissimi fratelli e sorelle, si celebra ora; si celebra in ogni Messa. In ogni Celebrazione Eucaristica noi partecipiamo a quell’unico mistero di salvezza. Quale altra strada più bella di questa? Quale altro miracolo più alto e più grande di questo potremmo ancora immaginarci ed attendere?
Da questo mistero di salvezza che celebriamo con Cristo Gesù abbiamo la splendida opportunità di accedere e godere della beatitudine che dal grembo di Maria si riversa su tutti coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio, così come sappiamo dalla viva voce dello stesso Gesù e che ci è stata riproposta nel versetto alleluiatico: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”.
Perciò, davanti alle tristezze e alle angosce del tempo presente, a quelle dalle quali non siamo ancora riusciti a liberarci, Maria ci esorta alla fiducia e all’affidamento al Figlio dimostrandoci che in nessun altro all’infuori di Gesù Cristo possiamo trovare vera gioia, autentica gioia, perché in nessun altro possiamo trovare la salvezza.
Solo Gesù, l’incontro con lui, la conoscenza e la meditazione del Vangelo, la vita sacramentale a partire dall’Eucaristia ci restituisce al mondo rinnovati e anche capaci di rinnovamento ad iniziare dalla condivisione di quanto ricevuto in dono.
Specialmente in questo tempo ecclesiale caratterizzato dal percorso sinodale e di preparazione al Giubileo, Ella prega per noi e dalle sue braccia di madre ci dona suo Figlio Gesù.
In questa ricorrenza della festa di Maria abbiamo pertanto un duplice affidamento: Gesù che dalla croce ci affida Maria e Maria che dalle sue amorevoli braccia materne ci affida suo Figlio affinché lo possiamo accogliere e farlo trasparire nella gioia come fonte di speranza e di vita.
Maria ci custodisca in tutti i propositi di bene, ci accolga sotto il suo manto di amore e ci rivesta delle medesime virtù di carità che la resero bella davanti a Dio, degna di rendere possibile l’incarnazione del Figlio di Dio.
Perciò, carissima nostra Mamma Celeste, Maria, madre e decoro del Carmelo, affidandoti ogni nostra intenzione, intercedi e prega per noi.