Madonna del Ponte 2023

Come abbiamo sentito le letture di questa domenica trattano il tema della cosiddetta correzione fraterna.
La prima lettura come il santo Vangelo illustrano le motivazioni di questa condotta, che nella comunità credente, nella chiesa, nelle nostre parrocchie, dovrebbe essere una norma comportamentale tra le più preziose e per tale motivo è anche tra le più delicate.
Pertanto, affinché possiamo comprenderne tutto il valore, la prima lettura ci presenta la figura, l’esempio della sentinella. La sentinella ha il compito di vigilare, di vegliare, di avvisare e mettere in guardia qualora si presenti il pericolo. La sua responsabilità perciò è grande; se il suo compito è ben assolto, tutti coloro sui quali la sentinella vigila possono stare tranquilli e quindi salvarsi da eventuali pericoli.
Tuttavia siamo anche portati a fare i conti con una mentalità che frena la correzione fraterna e frenandola la relega in una sorta di dimenticatoio, o per meglio dire di segregazione, in nome di un perbenismo sempre latente, che si traduce nel classico modo di dire: “mi faccio i fatti miei…la questione non mi riguarda”, oppure ancora “ma chi me lo fa fare”.
Certo non è facile il complesso del discorso e proprio per questo motivo la seconda lettura, san Paolo nella Lettera ai Romani presenta il fondamento sul quale collocare tale atteggiamento. Il fondamento, lo abbiamo sentito è quello dell’amore: “non siate debitori di nulla a nessuno se non dell’amore vicendevole”.
È dunque in nome dell’amore che si colloca, si giustifica ciò che noi indichiamo con il termine correzione fraterna.
È, per dirla con altre parole, quel sentimento che guida l’atteggiamento ed ogni condotta dei genitori nell’educare e di conseguenza correggere i propri figli; a metterli in guardia con ogni mezzo affinché questi non rovinino la propria esistenza ma possano costruirla il meglio possibile.
La vigilanza del padre e della madre nei confronti dei figli si giustifica infatti con l’amore, perché si desidera il bene dei figli, che non si distruggano o che non si facciano del male, non incorrano in situazioni gravi, disastrose ecc.
Bene, tale senso alto di amore, la parola di Dio, lo estende a tutti i componenti della comunità. E questo lo fa per almeno 2 motivi. Il primo è perché chi si trova nell’errore ha necessità di essere rimesso nella giusta direzione e secondo perché questo contribuisce a compattare ciò che è il segno grande della presenza del Signore, ossia la comunità stessa. Questo vale sia a livello religioso come anche civile; infatti chi è nell’errore non danneggia solo sé stesso ma è anche di aggravio e nocumento per l’intera società.
Ciascuno di noi è chiamato a rivisitare queste belle letture e meditarle costantemente al fine di scoprirne i segreti sempre vivi, freschi e perciò dinamici.
Oggi abbiamo anche la figura, la persona della nostra cara mamma celeste, Maria Santissima, che come Madre ci esorta e guida sulla via del bene. Non di un qualsiasi bene però, bensì sulla via del Bene assoluto che è Dio.
Ella, come nel titolo attribuito a questa bella immagine, è per noi ponte sicuro sulla via del bene.
Ne siamo certi perché lei ha seguito in tutto e per tutto la Via dell’amore fino a renderlo visibile, a renderlo carne nella persona del Figlio di Dio, per la nostra salvezza, Il quale di sé stesso disse: “io sono la via, la verità, la vita”.
Lei è la via certa e ci indica suo Figlio, come alle nozze di Cana fece con gli inservienti, e ripete anche a noi oggi “fate quello che lui vi dirà.
Quante cose il Signore continua a dirci e a indicarci mediante il Santo Vangelo, per orientarci, correggerci, portarci alla comunione perfetta col Padre e tra di noi!
Il discorso della correzione fraterna deve sempre tenere presente queste caratteristiche: 1 l’amore fraterno, con tutta la delicatezza che esso comporta,2 il dovere e la corresponsabilità nella sorte con gli altri e 3 Maria Santissima che ci indica la via.
Tutti dovremmo fuggire una sorta di altra tentazione latente. La prima l’ho già indicata, ossia quella di farsi i fatti propri a prescindere; senza cioè curarsi del bene degli altri. L’altra consiste nella presunzione di avere ragione a tutti i costi. Un po’ come quell’automobilista -l’avrete letto qualche giorno fa sui giornali- il quale essendosi accorto che qualcuno in autostrada gli veniva contro, ha avvisato allertandole le forze dell’ordine su un tale che in autostrada viaggiava contromano.
In effetti quello che viaggiava contromano era proprio lui, il quale risultò avere un tasso alcoolico di molto superiore alla norma consentita. Ecco, cari fratelli e sorelle i due eccessi dei quali dovremmo tenere conto.
Abbiamo pregato con il Salmo “ascoltate oggi la voce del Signore”. Maria Santissima ci insegna ad ascoltare sempre la voce del Signore. Non una volta per tutte. Non si può dire conosco già le cose del Vangelo. È come se si dovesse vivere un rapporto d’amore facendo riferimento a cose già avvenute o sentite. Sappiamo molto bene che un tale atteggiamento è pericoloso e denota subito una certa frattura tra le persone che poi si traduce con il classico modo di dire: “questo discorso l’ho già sentito mille volte!”
La voce di chi si ama invece non reca mai noia. Essa al contrario, il suo suono, contribuisce ad alimentare l’amore e la benevolenza e a tessere ulteriori colloqui di vita all’insegna sempre dell’amore.
Pertanto accogliamo l’invito di quanto abbiamo pregato: “Ascoltate oggi la voce del Signore”. E non rimandiamolo, questo ascolto, all’indomani, perché tutto ciò che viene rimandato al dopo denota in sé stesso già un non gradimento, un non apprezzamento. E tale rimando, che in tutti i casi è trascuratezza e superficialità, può causare anche incidenti molto gravi, come capitato di recente agli operai della ferrovia morti perché non si è dato ascolto alle voci di coloro che, sentinelle, mettevano in guardia sul passaggio del treno.
Sia il nostro atteggiamento all’insegna dell’amore di Dio. Quell’amore che ha reso Maria Santissima attenta ad ogni Parola, fino a renderla viva e darla all’umanità, darla a noi.
Tutto questo è carità e tutta questa carità deve guidare e sostenere la via e il ponte della correzione fraterna perché, come espresso da san Paolo: “La Carità non fa alcun male al prossimo”.
Carissimi Fratelli e sorelle siamo solleciti in tutto questo movimento di amore, così come lo fu Maria e il Santo Padre Francesco ci spesso ricorda, con l’espressione “Maria che va in fretta”
Sosteniamoci a vicenda chiedendo a Lei, la nostra Mamma celeste che sia ponte forte e sicuro, sul quale far transitare le nostre buone e sante intenzioni.
Benedica la nostra Mamma celeste tutte le mamme e i papà affinché siano essi i primi ponti di bene, dove far incontrare la vita dei figli con la vita bella del Vangelo.
Benedica Maria gli anziani e i malati perché sul versante percorso del passaggio del ponte della vita possano alla fine incontrare la realizzazione piena dell’amore.
Benedica la Vergine santa i nostri giovani e i nostri ragazzi, affinché sappiano scegliere, mediante il nostro esempio, gli ideali robusti, sani e santi della vita vera.
Benedica la Madre di Dio la nostra Chiesa e la nostra società, affinché sappiamo sempre ascoltare e mettere in pratica la parola di Dio, per la nostra salvezza e per coloro che ci sono stati affidati. Amen