Primo appuntamento della riflessione dedicata alla famiglia, promossa dal comitato per i festeggiamenti in onore di San Valentino, sabato 1 febbraio alle ore 17.30 al Museo diocesano, “Quale cambiamento nelle relazioni intrafamiliari”. Interventi: Simona Coccetta sistemi Statistici del Comune di Terni sul tema: La situazione a Terni, unioni, separazioni, matrimoni nuclei familiari”; Carla Collicelli sociologa, già vicedirettore del CENSIS e ricercatrice del CNR sul tema: “La famiglia oggi tra crisi e ricomposizione”; Francesco Belletti presidente del Centro Internazionale Studi sulla famiglia sul tema: “Le possibili vie del risanamento delle relazioni ferite”.
Un’analisi delle trasformazioni familiari è stata spiegata con i dati forniti dall’ufficio statistica del Comune di Terni, illustrati da Simona Coccetta, che evidenziano una città che invecchia, con un forte calo dei matrimoni, della natività che lo scorso anno ha registrato il minimo storico. Su 110.748 abitanti si registra un’età media di 47 anni e mezzo, gli ultra65 sono il 26%, gli ultra75 sono il 14,3% e gli stranieri circa il 13% in prevalenza romeni, albanesi e ucraini con una crescita negli ultimi anni degli africani. Gli immigrati fino a qualche anno fa erano quelli che facevano più figli, tendenza che negli ultimi anni ha preso la strada opposta, ossia stranieri che se ne stanno andando dalla città e che non fanno più molti figli. In aumento esponenziale le famiglie monocomponenti che sono il 38%, quelli di coniugi con figli il 20,6%, solo coniugi il 16,7% e un genitore con figli l’11,4%. Una situazione che desta più di qualche preoccupazione soprattutto per l’avanzata età dei figli che vivono con i genitori con tutte le difficoltà relazionali ed esistenziali che questo comporta.
Una situazione che non si discosta molto in ambito nazionale, come evidenziato dalla sociologa Carla Collicelli “una crisi delle famiglie dipendente da tanti fattori propri della contemporaneità: economia, globalizzazione, consumismo e spreco, invecchiamento, una visione del matrimonio come destabilizzante della propria libertà”. Una crisi dei legami di prossimità e la difficoltà a mantenere vive le relazioni interpersonali, preferendo la libertà che dà maggiori potenzialità al singolo, per cui anche la generatività della coppia perde valore. A ciò va sommato il crescente senso di precarietà per il futuro che dipende dall’incapacità di creare legami stabili “non si riesce a vedere il futuro in positivo e ci si vive in “passioni tristi” – così le ha definite la Collicelli. Si vive più a lungo, ma non si vive bene, con le donne che sopportano maggiormente il carico del disagio umano. La famiglia dovrebbe essere oggi come un’orchestra nella quale ciascuno si relaziona con l’altro, si scambiano esperienze, luogo essenziale della dimensione affettività, conviviale e relazionale.
Alcune prospettive sono state tracciate da Francesco Belletti partendo dal significato che assumono oggi alcune parole “ferite” e dai mutamenti che la famiglia sta subendo. Lo stesso concetto di famiglia non ha una definizione oggettiva e univoca, così come la parola relazione, l’amore e le fragilità, fedeltà, speranza, sacrificio, castità. “La famiglia è sotto stress e le strategie di adattamento delle famiglie sono di tipo difensivo – ha detto Belletti – occorre una maggiore attenzione nell’accompagnare queste fragilità delle relazioni familiari, essere prossimi alle famiglie nelle relazioni primarie, che sono da potenziare in una sorta di scudo di relazioni per non far sentire sole le persone, dare senso e valore alle relazioni, perché la famiglia possa essere sostenuta anche in questi tempi così complicati. Da parte delle istituzioni in politiche strutturate, ma soprattutto l’intera comunità può farsi prossimo ad una famiglia ferita”.
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