Mercoledì delle Ceneri 2015

L’uomo di oggi
Bisogno e ricerca di cambiamento dell’uomo contemporaneo. E’ un bisogno innato. Migliorare la propria condizione, resistenza personale, familiare e sociale attraverso lo sforzo, fatica, lo studio, le riforme per raggiungere uno stato di benessere, armonia, felicità. Le proposte, i metodi sono diversi, ma non sempre raggiungono l’obiettivo e soprattutto non danno luogo e cambiamenti e miglioramenti significativi e duraturi nell’ambito personale, familiare, sociale e globale.
Nella Chiesa cattolica, il cristiano colma questo bisogno di benessere e pienezza di vita attraverso un’operazione che si chiama conversione. Essa ha inizio da una inversione di marcia nel proprio orientamento di vita, pone mano al cambiamento della propria mente (la filosofia della vita), tocca il profondo del cuore, cioè non aspetti superficiali dell’esistenza ma le proprie decisioni, il mondo degli affetti, le mete della propria vita.
Il punto di partenza è la condizione esistenziale attuale, il punto di arrivo è la contemplazione di Dio, la strada e il percorso è il Vangelo di Gesù, anzi la Persona stessa di Cristo Risotto. “Convertiti e credi ai Vangelo”, è l’iinvito-monito che ci viene rivolto mentre accogliamo “l’austero simbolo delle ceneri”: memoria della precarietà della condizione umana, ma anche premessa e speranza di partecipazione alla risurrezione di Cristo.
E’ questo il senso della quaresima, “spazio sacro che Dio ha disposto per i suoi figli, affinché abbiano, ancora e sempre, a convertirsi”. Una opportunità nuova, un tempo favorevole per rinnovarsi e raggiungere la felicità, il ben essere.
E’ un tempo liturgico, cioè un tempo segnato dalla grazia di Dio, che ci viene dato, perché possiamo disporci a vivere in pienezza il mistero della Risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale.

E’ tempo battesimale
Questo tempo di conversione inizialmente accompagnava i catecumeni al battesimo, alla immersione nella morte e risurrezione di Cristo, la notte di Pasqua. Per noi battezzati è tempo di riscoperta della trasformazione che ha operato in noi il Battesimo, che abbiamo oscurato con il la pigrizia e l’indifferenza. Riscoperta della dignità del nostro battesimo che rivivremo in Cristo risorto la notte di Pasqua.

Le opere di penitenza
La chiesa propone come mezzi di conversione, come rimedio al peccato: la Parola di Dio. il digiuno, la preghiera, le opere di carità.
Sì, anche il digiuno quaresimale, che anticamente era riservato ai catecumeni in preparazione al battesimo, poi si è esteso a tutti i fedeli come forma ascetica per rafforzarsi in vista della lotta contro il peccato e il demonio, di esercizio della virtù.
E poi la messa quotidiana, la lettura e meditazione della Parola di Dio, uno stile di vita sobrio, l’attenzione alla carità (elemosina, cura dei malati, servizio alla comunità), la preghiera più intensa (esercizio della via crucis. Rosario), la celebrazione del sacramento della penitenza, quale sigillo del cammino di penitenza-conversione, di salute spirituale.
In questa quaresima prepariamoci a rafforzare il senso Ecclesiae, l’appartenenza alla comunità ecclesiale, alla diocesi. A tale proposito celebreremo le stazioni quaresimali nella cattedrale e concattedrali, un pellegrinaggio alle tombe dei martiri a Terni il 22 marzo alle ore 17.30, e poi anche a Narni e Amelia.

La quaresima con Papa Francesco
Papa Francesco ci propone nel messaggio per questa quaresima l’invito a non lasciarci prendere dalla indifferenza, che ormai è una condizione globalizzata.
“L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.
Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vorrei proporvi tre passi da meditare per questo rinnovamento”.

La conversione del cuore
Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31 ). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.
Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù).
Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza.
L’Eucarestia che celebriamo sia la porta che ci immette alla quaresima e il lasciarci prendere per mano da Gesù Risorto verso la realizzazione della nostra conversione e riconciliazione col Padre