Mercoledì delle Ceneri 2023

Carissimi fratelli e sorelle, ringraziamo e lodiamo il Signore, il quale ci concede ancora la grazia di iniziare questo tempo prezioso della Quaresima.
È un tempo prezioso innanzitutto perché ci condurrà alla celebrazione della Pasqua, dalla quale, mediante il dono della Morte e Risurrezione di Gesù, da lui otteniamo la salvezza.
È un tempo prezioso perché ancora abbiamo la possibilità di poterlo percorrere, di poterlo vivere di nuovo, come ulteriore occasione per poterci migliorare; incontrare il Signore, vivere bene insieme come fratelli dell’unica famiglia dei figli di Dio.
La Quaresima è pertanto quel tempo favorevole dell’oggi che ci viene dato da Dio in questo momento e di cui parla San Paolo nella seconda lettura con l’espressione: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”.
Ed essendo tempo prezioso per corrispondere al dono della salvezza dobbiamo coglierne tutta la ricchezza in esso riposta, cercando di non trascurarla e di non sciuparne i contenuti.
Il tempo di Quaresima è
• un tempo battesimale;
• è anche tempo penitenziale;
• è un tempo di particolare ascolto e meditazione della Parola di Dio;
• di preghiera più intensa e di gesti che rendono vero quanto stiamo vivendo mediante il digiuno e l’elemosina.
In questo tempo battesimale siamo chiamati a ravvivare, appunto, il dono del Battesimo, sorgente della nostra fede, affinché non si esaurisca in mezzo all’aridità delle strade del mondo ma, al contrario, possa essere in noi vita e, attraverso di noi, vitalità con e per quanti ci troviamo a condividere l’esistenza.
Per questo motivo è necessario il continuo e costante approccio a chi in sé stesso è vita e la concede a quanti a lui si rapportano, NSGC.
L’Ascolto della Parola di Dio, la meditazione, saranno il nostro vivere con Dio e di Dio. Da questo ne deriva il conseguente salutare itinerario di conversione nutrito dalla penitenza, dalla preghiera e dalle opere di misericordia.
La parola di Dio che abbiamo ascoltato proclamata nella prima lettura, al fine di spiegare l’atteggiamento di quanti si rivolgono a Dio in un percorso penitenziale a seguito di disavventure storiche, usa una immagine tanto forte quanto misteriosa. Dice il profeta Gioele: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti…”
Carissimi fratelli e sorelle, come non vedere contenuta in questa pagina anche i drammi della storia dei nostri giorni? davanti alle tragedie del mondo, quelle che riguardano il conflitto in Ucraina, al terremoto in Turchia e Siria e quelle che non sono più riportate neanche dagli organi di informazione, davanti a queste tragedie, come non sentire vivo il richiamo alla conversione e alla conversione del cuore, vale a dire non soltanto delle idee o delle impressioni, delle supposizioni o delle teorie, delle linee politiche e quant’altro. Ma ritornare al Signore con tutto il cuore, ossia sinceramente e non per secondi fini.
Un cuore siffatto non potrà che essere “lacerato”, ossia spezzato, infranto a causa del riconoscimento o anche dell’ammissione delle proprie responsabilità.
Un cuore così non può non ricordarci il cuore spezzato del Signore il quale, innocente ha pagato per le nostre responsabilità, per il nostro peccato.
Lacerarsi il cuore dunque significa entrare in atteggiamento penitenziale nella dimensione misterica del cuore di Cristo che ha dato sé stesso per noi.
Ha però anche una dimensione sociale e chiarisce che non potremmo mai abituarci, assuefarci a quanto di male l’uomo è capace di fare nel mondo. Lacerarsi il cuore significherà pertanto combattere con le armi dell’amore ogni forma di violenza e di sopraffazione.
Voglia il Signore, con il suo Spirito d’amore, toccare il cuore di tutta l’umanità, di ciascuno, di coloro che reggono le sorti dei popoli, di coloro che tendono a minarle queste sorti, di coloro che, senza andare lontano da noi, faticano ad intravvedere nel prossimo il senso vivo di un cuore pulsante.
Perciò Signore, amante del bene e della vita, da tutti i nostri cuori, con tutto il nostro cuore, accogli il grido, l’invocazione della nostra preghiera: “Perdonaci, Signore: abbiamo peccato”.
Il Signore Gesù nel Vangelo ci offre e propone tre azioni significative da compiere specialmente in questo tempo, dico specialmente in quanto dovrebbe essere un tempo paradigmatico dell’intera nostra esistenza.
Le tre azioni sono l’elemosina, la preghiera e il digiuno; e insieme descrive la modalità con la quale queste devono essere svolte. Il criterio che le accomuna tutte è la non ipocrisia.
L’ipocrisia è la caratteristica negativa terribile; talmente orribile che rende falsa ogni azione anche se buona in se stessa. Se fatta con ipocrisia, cioè con un secondo fine (per essere ammirati dagli altri, per essere elogiati ecc.); quella data opera anche se buona in sé stessa risulta essere negativa per chi la fa.
Mancando di cuore, è perciò priva di anima e non avendo questi si perde nell’insignificanza più totale, divenendo addirittura l’opposto, ossia male e peccato.
Il Signore Gesù, in questi casi come in tanti altri, anzi in tutti gli altri casi, ci offre una prospettiva che va molto oltre i confini personali e temporali, ci offre la prospettiva del Padre.
Quando preghi, quando digiuni, quando fai l’elemosina abbi sempre dinanzi a te il Signore. Punto e basta.
Così facendo abbiamo la possibilità di mettere nelle mani e nel cuore di Dio tutto noi stessi nella certezza che nelle sue mani e nel suo cuore niente si perde.
Davanti a questi criteri forniti dal Signore Gesù, non dovremmo avere nessun tentennamento: ce li ha dati Lui!
Saremmo perciò cristianamente insensati non prenderli in seria considerazione: “Ecco ora il momento favorevole ecco ora il momento della salvezza”.
Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima descrivendo il percorso quaresimale parla di ascesi, di cammino in salita: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. … bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità”.
Carissimi fratelli e sorelle iniziamo questo tempo di grazia nella consapevolezza di percorrerlo in compagnia gli uni degli altri e insieme a quanti, sparsi nel mondo, sono nostri compagni di viaggio.
Chiediamo il sostegno a Maria Santissima, Vergine dell’ascolto orante perché ci guidi sui sentieri di una vera conversione nel cammino verso l’incontro col suo Figlio crocifisso e risorto. Amen