Siamo ormai abituati alle immagini che, seppure in modo limitato, ci giungono da paesi dove la povertà e la guerra lasciano i loro inconfondibili segni, ma il contatto diretto con tali situazioni ci rimanda immediatamente ad una triste realtà e non può non interrogarci.
Questo rappresentano i messaggi di Agnese che ci hanno raggiunto in questi giorni dal Congo e che abbiamo desiderato condividere, perché non ci lasciamo vincere dall’indifferenza e dalla “rassegnazione” che possono invaderci difronte alla vastità delle situazioni e dei problemi.
Agnese che molti di noi hanno conosciuto a Terni, mantiene i contatti con noi tenendoci informati non solo sulla sua vita personale ma anche del suo paese. Notizie buone come l’andamento della scuola di alfabetizzazione e di taglio e cucito che un gruppo di amici umbri, sostiene e notizie terribili come quelle che l’hanno costretta a lasciare Ntambue, all’inizio della guerra e quelle che ora riguardano la sua famiglia e tante altre persone che si trovano nelle stesse condizioni.
Sono passati due anni, ci dice Agnese da quando anche sua sorella con il marito e gli otto figli hanno lasciato la Casa per trovare un “rifugio” dalla guerra ed ora stanno tornando, ma devono combattere con un altro nemico: le conseguenze della malnutrizione.
C’è bisogno di trasfusioni di sangue e di cibo, ma in ospedale non si può entrare se non si paga prima almeno la metà della cifra necessaria per le cure che, in questo caso è 850 dollari.
Agnese lancia il suo grido di aiuto “alla gente di buona volontà”. E, nel giro di due giorni sia i bambini che la mamma, rimasta vedova nel frattempo, hanno avuto un primo “intervento rapido”. Accogliamo con sollievo questa notizia e continuiamo ad essere “vicini” inviando ancora un contributo perché la cura possa continuare e portare i suoi benefici… Si tratterà poi di pensare, come lei ci chiede ad una forma di “adozione” temporanea, per provvedere alle necessità
Siamo certi, come Agnese, che la generosità di tanti potrà essere di grande aiuto per salvare la vita di queste persone, ma vorremmo anche richiamare l’attenzione su queste terribili situazioni.
Siano presenti nella nostra preghiera e nell’impegno quotidiano per costruire la pace, anche attraverso piccoli gesti, riflessioni comuni, contributo alla riscoperta di ciò che conta veramente.
Vera Sabatini