Funerale di don Filippo Maccaglia

Il nostro Presbiterio si sta riducendo, con la morte di tanti confratelli sacerdoti.
In realtà vi è un trasferimento dalla chiesa terrestre a quella celeste.
Ieri don Luigi Baliello, oggi del Filippo.
Ci viene incontro il conforto della Parola del Signore, nella prima lettura (dal libro della Sapienza):
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace.

E noi siamo radunati attorno all’altare per dare l’ultimo saluto all’amico, fratello e padre, don Filippo, per trovare conforto vicendevole nel Signore e per lasciarci ammaestrare dal Signore attraverso il magistero e la testimonianza di don Filippo.

Uomo semplice, pio, mite, testimone dell’amore del Signore, fedele alla vocazione cristiana e sacerdotale, assiduo e zelante nel ministero.
La sua vita, durata 86 anni scorre in maniera lineare, ma non senza un profondo filo conduttore, costituito dall’amore e dalla passione per il Signore.
Prima il servizio di formatore nel seminario di Amelia per 10 anni, poi nel ministero pastorale, soprattutto ad Alviano per 32 anni, poi a San Vito e Guadamello e infine guida della comunità “Famiglie Padre Pio”.

Ecco allora i capitoli del magistero della sua vita: Gesù buon pastore e la Chiesa, San Pio da Pietrelcina e la comunità “Famiglie Padre Pio”.

Ha vissuto serenamente nello spirito delle Beatitudini, lasciandosi raggiungere, coinvolgere e compromettere dal discorso della Montagna. Sapeva che lì c’è la vera gioia e il cuore di ogni vita cristiana. E perciò la sua spiritualità e la sua ministerialità è fatta di zelo e cura per il popolo di Dio, le anime; fedeltà ed obbedienza alla Chiesa e ai Pastori
In una lettera indirizzatagli dal vescovo Gualdrini nel 1997 è scritto:
“Quanto bene ha seminato nel Suo lungo ministero sacerdotale, soprattutto – ma non solo – nella Sua Alviano, dove ha svolto il servizio di parroco per 32 anni.
Ora proseguendo la Sua esemplare disponibilità, pur con ne cuore il rammarico di lasciare quella comunità, dove non sono mancate difficoltà ma ha avuto grandi consolazioni, e dove in particolare i parrocchiani Le sono straordinariamente legati, si è presentato al Suo vescovo in esemplare disponibilità, convinto di fare , in tal modo, la volontà di Dio” (Mons. Gualdrini, 12 ottobre 1997).
E’ la sintesi della spiritualità sacerdotale: ricerca della volontà di Dio, dedizione piena e serena alle anime, disponibilità all’obbedienza al vescovo.

Tutto ciò nello spirito del carisma di San Pio da Pietrelcina.
Accogliendo la proposta e la successione di don Giuseppe De Santis, ha dato al suo ministero sacerdotale, già completo, una coloritura francescana, attualizzata ai nostri giorni da Padre Pio: amore per Gesù Crocifisso, disponibilità ad amministrare la misericordia di Dio, soccorso ai poveri, testimonianza della vita fraterna nella Comunità.
Certo, guidare una comunità così nuova, composita e complessa non è stata cosa da poco, dopo la morte di don Giuseppe. Ma don Filippo ce l‘ha messa tutta ed è riuscito con l’aiuto di san Pio ad accogliere e far fruttificare l’eredità di don Giuseppe. Ora che sono in cielo, don Giuseppe e don Filippo, lavoreranno a piene mani per la nostra chiesa locale e per questa Comunità.
La seconda lettura ci racconta:
1E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
Tutto scompare: il cielo, la terra, il mare e anche la morte:
14 Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. 15E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
Prima del nuovo mondo, è’ prospettato il giudizio finale.
Richiamo alla realtà della morte, quando tutto ha fine e al giudizio cui saremo sottoposti:
e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere
Torniamo ad invocare e ad operare per la perseveranza e la salvezza finale. E soprattutto lasciarsi guidare dalla volontà di Dio.
Francesco d’Assisi parla di secunda morte nel Cantico di Frate Sole…
“Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke troverà ne le Tue santissime voluntati, ka la morte secunda ne ‘l farà male”.

Diciamo grazie per questo fratello, che abbiamo conosciuto, apprezzato e amato.
Preghiamo per il nostro presbiterio, per le vocazioni.
Preghiamo per i suoi familiari e per la sua famiglia spirituale, Famiglia Padre Pio.