Narni – rievocazione dell’offerta dei ceri per la festa di San Giovenale 2019

Il 2 maggio, alla vigilia della festa del patrono di Narni San Giovenale, si tiene la tradizionale cerimonia “De Cereis et Palii Offerendi”, l’offerta dei ceri e dei palii. La luminaria delle autorità comunali e pontificie, delle corporazioni, dei castelli, alla luce di ceri e fiaccole, porge il proprio omaggio al vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia Giuseppe Piemontese. Si rinnova così il gesto delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti, per l’offerta dei ceri a san Giovenale nelle mani del suo successore il vescovo di Narni secondo gli statuti della città del 1371. Un invito all’accoglienza, alla solidarietà e all’unità che trova la sua origine proprio nella testimonianza di San Giovenale primo vescovo di Narni vissuto nel IV secolo. “I rappresentanti delle contrade, dei castelli e delle arti questa sera sono convocate e chiamate in un appello solenne – ha detto il vescovo -. Ciò sembra voler dire: ecco, anche quest’anno noi ci siamo con la nostra identità e caratteristiche, con le nostre genti. Tutti intendiamo concorrere al bene comune.Siamo qui come pellegrini e devoti di san Giovenale, che riconosciamo nostro patrono e che vogliamo onorare nella nostra vita quotidiana”.
Nell’ambito della cerimonia dei ceri, avviene anche la simbolica liberazione del prigioniero un gesto “che ci aiuta a passare a quell’opera di liberazione, di cui anche ai nostri tempi c’è tanto bisogno” – ha detto il vescovo, che ha proposto una riflessione a partire dal documento “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” firmato da Sua Santità Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib (Abu Dhabi, 4 febbraio 2019). “Sono brani che aiutano ad allargare lo sguardo ad alcuni aspetti che impediscono o favoriscono una piena libertà a quanti possono venirsi a trovare in condizioni di pericolo o di restrizione della libertà. La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano.
La giustizia basata sulla misericordia è la via da percorrere per raggiungere una vita dignitosa alla quale ha diritto ogni essere umano”.

 

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L’INTERVENTO DEL VESCOVO