Narni – rievocazione storica dell’offerta dei ceri 2018

Il 2 maggio, alla vigilia della festa del patrono di Narni San Giovenale, si tiene la tradizionale cerimonia “De Cereis et Palii Offerendi”, l’offerta dei ceri e dei palii. La luminaria delle autorità comunali e pontificie, delle corporazioni, dei castelli, alla luce di ceri e fiaccole, porge il proprio omaggio al vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia Giuseppe Piemontese, affiancato da mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo – Fossano, città che ha come patrono San Giovenale. Si rinnova così il gesto delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti, per l’offerta dei ceri a san Giovenale nelle mani del suo successore il vescovo di Narni.
Nell’ambito della cerimonia dei ceri, avviene anche la simbolica liberazione del prigioniero un gesto simbolico “che ci aiuta a passare dall’autosufficienza compiaciuta a quell’opera di liberazione, di cui anche ai nostri tempi c’è tanto bisogno – ha detto il vescovo.
“Pensiamo ai prigionieri e agli schiavi di tutto il mondo. I prigionieri di vizi e abitudini malsane e distruttive.
I prigionieri dell’egoismo, dell’orgoglio, del potere, di una lussuria incontrollata. I prigionieri di ricchezza scandalose e di beni non condivisi o male usati. I prigionieri delle tecnologie, malamente usate. I prigionieri della miseria materiale, culturale e spirituale. Pensiamo ai tanti imprigionati senza colpa, trattati senza rispetto della dignità umana, per motivi politici, di razza, di religione, Pensiamo per un istante ai tanti immigrati e ai richiedenti asilo che fuggono da condizioni di vita disumane e verso i quali, cittadini laici e cristiani, nutriamo sempre più frequentemente, un senso di fastidio e di repulsione. Ricordiamoci di san Giovenale, giunto ad evangelizzare le nostre genti dopo un percorso avventuroso dall’Africa. Infine non trascuriamo una riflessione sul prigioniero che è in ciascuno di noi, da liberare per vivere secondo verità, rettitudine, giustizia, umanità e bellezza. Come pure adoperiamoci per rendere più liberi uomini e donne dei nostri giorni”.
Grazie all’opera della parrocchia di Narni, a Kananga nella Repubblica democratica del Congo, sono stati liberati 5 prigionieri ingiustamente detenuti.

 

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