Natale 2019 – celebrazione all’Acciaieria

Come ogni anno, rinnoviamo l’appuntamento, nei giorni prima di Natale, in questo luogo, spazio del vostro impegno lavorativo, per la celebrazione della messa di Natale e così scambiarci gli auguri di Buone feste.
Siamo qui, come membri della famiglia di AST, delle acciaierie di Terni, mescolati al di là dei ruoli, e animati dalla fede per condividere le ragioni di speranza che tutti noi riconosciamo provenienti dalla nascita di Gesù Cristo, nostro salvatore.
Ragioni di fede e di speranza, espresse da maestranze, impiegati, operatori vari, proprietà, familiari, amici, che diventano preghiera verso Colui che, facendosi uomo, ha condiviso le nostre fatiche, i progetti e le aspirazioni.
Per aiutarci ad entrare nel mistero di Natale papa Francesco quest’anno, sulle orme di San Francesco d’Assisi, ho riproposto il presepe come segno semplice e mirabile del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Nella nostra riflessione volgiamo fermare lo sguardo appunto sul presepe.
(Da Admirabile Signum) «Nascendo nel presepe (la mangiatoia dove è stato deposto Gesù appena nato), Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato» (n. 6).
Una tale provocazione è un invito costante a non inorgoglirci e a saper cogliere quella forza disarmante in ogni piccolo gesto di buona volontà. Allora «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15): così dicono i pastori dopo l’annuncio, fatto dagli angeli.
Dal presepe emerge chiaro il messaggio che non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicità. Il palazzo di Erode è sullo sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di gioia. (6) Ma quanti altri palazzi di Erode ancora oggi pur circondati da vetrate di cristallo da ogni parte, sono opachi e impenetrabili alla luce e al calore della vita vera, che viene da Dio.

Le lettura della messa ci invitano ad alzare lo sguardo, a ravvivare sentimenti di gioia, che si fondano nella presenza e nell’aiuto di Dio, che è amore e Provvidenza.

In tutta Italia, da Taranto alla Sicilia, alla Sardegna, alla Lombardia, al Friuli, e altrove, oltre 160 tavoli di confronto tra Governo e Sindacati, cercano di affrontare e risolvere vertenze sindacali.
Anche qui a Terni la gente, le famiglie e i lavoratori sono preoccupati per il clima di incertezza e di depressione guardando ai giovani che emigrano in cerca di lavoro, per le tante aziende e fabbriche in crisi e in stato di agitazione e per le tante vertenze sindacali in piedi dalle difficili prospettive di soluzioni. Accogliendo l’esortazione di san Giacomo Apostolo nella seconda lettura di oggi, noi non vogliamo perdere la speranza, né la pazienza. Anzi intendiamo ravvivare la nostra fiducia nel buon senso comune, nelle capacità di dialogo e di mediazioni non solo tra le varie parti in causa, ma anche con l’apporto di Istituzioni politiche, economiche e finanziarie nazionali e sovranazionali per promuovere un ordine locale e mondiale più giusto e a beneficio dell’uomo.

La Parola di Dio di oggi apre il cuore alla fiducia perché Dio c’è!
Nella prima lettura, il profeta Isaia grida:
“Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio… Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto”.

Il Salmo responsoriale ribadisce convinzioni analoghe:
“Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi”.

Nella seconda lettura, san Giacomo prendendo lo spunto dal mondo della natura e dell’agricoltura, invita alla pazienza, alla operosità, alla costanza e a non perdere la fiducia nella presenza del Signore:
“Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”.

Non so, cari fratelli e sorelle, in chi noi poniamo la nostra fiducia nella nostra esistenza.
Certamente non possiamo restare inerti, scoraggiati, né ventilare scorciatoie pericolose di interesse di parte, che non risolvono i problemi. Il dialogo sincero e fiducioso e le trattative ad oltranza sono la strada maestra per una giusta e civile convivenza. Mentre la riserva mentale, che cela la pretesa della fame di guadagno e del profitto prima di tutto e ad ogni costo, saranno la premessa e la causa della sconfitta e del fallimento generale di tutti.
Molti uomini di oggi, come Giovanni Battista nel Vangelo di oggi, chiedono a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Noi cristiani sappiamo che Gesù è l’unico salvatore del mondo ed è Lui che può avviare l’umanità e la nostra società sui sentieri della pace, della giustizia, del benessere e della serenità.
Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Alla vigilia di questo Natale chiediamo a Gesù di aiutarci ad accoglierlo e di renderci degni di assistere anche oggi alle sue opere messianiche di guarigione, di giustizia e di santità.
Siamo qui per sostenerci vicendevolmente con la preghiera. Nella celebrazione della Messa chiediamo fiduciosi a Dio di darci il pane quotidiano, insieme al pane della Parola di Dio e al pane dell’Eucarestia.
Per tutti noi questo auspicio-augurio possa realizzarsi nel Natale di Gesù, che attendiamo pieni di fiducia e speranza.