Natale 2021 – messa per i lavoratori dell’Acciaieria

Messa natalizia organizzata dalle Acciaierie per manifestare la fede cristiana e celebrare insieme il mistero della Incarnazione-Natale, e scambiarsi gli auguri d buon Natale e buone feste e felice e fecondo anno nuovo.

Questa celebrazione si colloca in un contesto temporale delicato e critico per la società, la vostra azienda e la nostra città:
– Nel mezzo della Pandemia, quarta ondata: sofferenze, morti, ristrettezze economiche e sociali, limitazioni delle libertà personali
– Giornata di sciopero generale con una conflittualità che incide sui rapporti nel mondo del lavoro e nell’intera società, un una differente e divergente valutazione di programmi e di diritti e doveri
– Tempo delicato di attesa per la definizione del passaggio di proprietà di AST
– Conclusione dell’anno speciale di san Giuseppe lavoratore e delle iniziative del 40° anniversario della visita di Papa San Giovanni Paolo II alle Acciaierie di Terni e alla città e diocesi di Terni-Narni-Amelia 19 marzo 1981.

Come sempre si alternano e si confondono motivi di sofferenza e di speranza come in tutte le situazioni e gli eventi citati.
La fiducia di uomini e donne forti e coraggiosi, le energie dei giovani, la forza della fede nella presenza di Dio nella storia ci incoraggiano all’ottimismo nonostante crisi e conflitti.
Il senso del Natale che ritorna ogni anno, per cristiani e per l’umanità, è questo.

Vorrei ricordarvi e presentarvi due personaggi che fanno corona all’avvento di Gesù nella storia:
San Giovanni Battista, di cui abbiamo sentito tessere l’elogio ne vangelo da parte di Gesù.
Un uomo rude, onesto, giusto che invitava tutti a cambiare vita, passare dalla superficialità alla serietà, dalle frivolezze ad un rapporto di rettitudine nella gestione della vita e nel rapporto con gli altri e con Dio.

Lc 3, 10-14
“Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”.
Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose loro: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”.

La predicazione della giustizia sociale e della fedeltà religiosa gli costò la prigione, il martirio tramite decapitazione per il prurito di una donna adultera e lasciva, Erodiade.
Gesù ne tesse l’elogio con le parole che abbiamo ascoltato nel brano di vangelo di oggi:
“Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”. (Lc 7, 24-30)

Gesù afferma due pensieri: Giovanni è uomo retto, profeta, anzi angelo inviato da Dio a preparare gli uomini ad accogliere nella maniera giusta e degna Gesù, il Messia.
In secondo luogo afferma che i suoi discepoli, i battezzati, i commensali al banchetto del Regno di Dio, che vivranno secondo il Vangelo, saranno più grandi di Giovanni.

Altro modello e San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù. Uomo di fede e fedele alla volontà di Dio, dedito al dovere, marito e padre affettuoso, artigiano competente e operoso.
Ve ne sono tanti oggi, tra di voi. Forse ciò che ci manca è la profonda fede in Dio e la totale dedizione a Gesù.

Nell’imminenza del Natale la chiesa ci invita a rallegrarci:
Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino. (Fil 4,4.5). Un invito- augurio alla gioia, seguito dalla motivazione, dalla radice, dall’oggetto della nostra gioia: Il Signore è vicino!
Il Signore è in mezzo a noi, ma noi non siamo in grado di percepirne la presenza.

Nel tempo che attraversiamo e che abbiamo descritto all’inizio, se unissimo le nostre forze e fiduciosi invocassimo l’aiuto di Cristo, avremmo la luce, la forza e l’entusiasmo per migliorare le condizioni nostre e della società.
L’augurio che rivolgo a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e alla vostra azienda, che è avvertita come la famiglia di tutti i ternani, è che possiate affinare lo sguardo per affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane con la prospettiva di Giovanni Battista, di san Giuseppe artigiano e con la forza che viene di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, lui stesso figlio del carpentiere, uno di noi.

Conclusione della Messa, prima della benedizione
Al termine del mio ministero a Terni sentimenti di gratitudine per il rapporto avuto in questi anni.
La mia stima ho cercato di manifestarla con la mia presenza ininterrotta alle messe di natale e di Pasqua e con l’interessamento alla vita delle Acciaierie in dialogo prima con la dottoressa Lucia Morselli e poi con l’ing. Massimiliano Burelli, oltre che attraverso il cappellano don Marcello Giorgi.
Grazie per le iniziative legate all’evento dei 40 anni della visita di papa san Giovanni Paolo II alle Acciaierie e a Terni.
Auspicio che si sviluppino sempre migliori relazioni a beneficio di tutti
Vi accompagnerò tutti con la preghiera e con la stima e l’affetto.