Nuovo centro Caritas di Sant’Antonio – precisazioni sul dormitorio

La Diocesi di Terni Narni Amelia, congiuntamente alla Caritas Diocesana, all’associazione di volontariato San Martino, all’associazione San Vincenzo de’ Paoli, alla Comunità di Sant’Egidio e alle numerose associazioni del volontariato cattolico sentono il bisogno e il dovere di esprimere ufficialmente il proprio pensiero riguardo al nuovo Centro Caritas Sant’Antonio, di cui solo una parte è destinata ad accoglienza notturna.

Premesso che rispettiamo le libere opinioni di quanti si sono espressi a proposito e a sproposito, crediamo sia altrettanto nostro diritto-dovere fare verità sulla problematica in questione, anche al fine di evitare di dire cose inesatte e che, in ogni caso come cittadini e come cristiani, rifiutiamo totalmente. Per questo è importante fare alcune precisazioni.

1 – La necessità di aprire delle stanze per ospitare nelle ore notturne alcuni senza tetto di Terni, nasce a seguito della chiusura del dormitorio che il Comune gestiva nella città e soprattutto con l’accentuarsi delle situazioni di povertà. Fin dagli inizi degli anni Duemila, contemporaneamente all’apertura della Mensa San Valentino, la Caritas aveva sollevato il problema e progettava di realizzarlo nei locali adiacenti la Mensa, di proprietà della Diocesi e che il Comune si era impegnato a liberare, ma che ancora oggi sono occupati.

2 – Abbiamo risollevato il problema e rinnovato i nostri appelli, dopo la grave emergenza dello scorso inverno, quando sono stati accolti 10 senzatetto, inizialmente per alcuni giorni nei corridoi degli uffici della Caritas, e per due mesi nel Centro di Ascolto a Sant’Antonio. La Provvidenza divina che non rimane sorda al “grido dei poveri” ha risposto e si è manifestata inaspettatamente con la recente donazione dell’immobile di via Vollusiano, insieme ad un’altra donazione in denaro per i lavori e gli arredi.

3 – Da questo e solo da questo fatto nasce la nostra scelta di via Vollusiano, nel rispetto della volontà dei donatori. Le dichiarazioni ascoltate, secondo cui la Diocesi ha preso tale iniziativa in totale autonomia e per la prima volta senza il coinvolgimento del Comune, è pertanto falsa e pretestuosa. Infatti, in via informale si era parlato con le autorità comunali, che avevano manifestato il loro apprezzamento; il direttore della Caritas aveva conferito con il direttore generale del Comune, mentre il tecnico incaricato interloquiva con gli uffici tecnici comunali, allo scopo di trovare una adeguata formula giuridica, non essendo prevista nella legislazione regionale la classificazione edilizia “dormitorio pubblico”, a differenza di quanto prevedono altre regioni vicine.

4 – Pur non essendo richiesto dalle norme in vigore, abbiamo in ogni caso presentato domanda per i lavori di manutenzione ordinaria, necessari a rendere più dignitosa e igienicamente accogliente la struttura che ci è stata donata.

Tutte queste premesse e precisazioni riguardano l’aspetto storico e tecnico della vicenda, ma ci sembra ancor più doveroso e urgente esprimere alcune riflessioni sul significato umano e sociale riguardo alla discussione che si è accesa a Terni in questi giorni.

L’aiuto e il sostegno ai poveri è innanzitutto un dovere civico e cristiano ed è oltre tutto una via per mantenere l’ordine e la sicurezza. E’ accaduto così alla mensa di San Valentino che ogni sera garantisce un pasto caldo a circa 100 persone, ed è bello vedere come diverse persone del quartiere oggi vi collaborino.

Il Centro Sant’Antonio non è un luogo stabile di abitazione, perché gli ospiti vi entrano la sera e ne escono la mattina dopo. Non c’è spaccio di alcolici né la presenza di radio o televisori o altra fonte di disturbo della pubblica quiete. E’ in verità un luogo “custodito” e pulito, che garantisce all’intero quartiere maggiore serenità e tranquillità. Tantomeno non s’intasano parcheggi perché nessuno degli ospitati possiede un’autovettura o altro mezzo di trasporto, al massimo posseggono una sacca o un carrellino della spesa. E non si deve dimenticare che i senza tetto sono quasi tutti italiani, come ben sanno i volontari della San Vincenzo che ogni sera si recano nei pressi della stazione per offrire un panino e una bevanda. Che tristezza scambiare le risorse umane provenienti dai luoghi di culto (Mormoni – Sik – Islamici) in fonte di degrado per la città. Terni in questi ultimi cento anni è cresciuta per la presenza di tante persone venuti da fuori, a partire dagli operai dell’Acciaieria e di altre industrie del territorio. Nell’attuale situazione di crisi economica e sociale, è davvero singolare e preoccupante che il Consiglio comunale trovi l’unanimità nel non voler concedere un letto per la notte ad una decina di italiani – anche cittadini ternani – che non hanno neppure un riparo dove trascorrere la notte.

L’intera Diocesi continuerà ad essere attenta ed accogliente con i più deboli e i più poveri. Tutti i cristiani ricordano bene le parole evangeliche “avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero forestiero e mi avete ospitato…”, avevo freddo e mi avete lasciato per strada…! Beata quella città che sa riconoscere in queste parole un’opportunità per il suo benessere e il suo sviluppo.