Con una bella, gioiosa e partecipata celebrazione eucaristica, domenica 19 maggio quinta domenica di Pasqua, si è conclusa la visita pastorale del vescovo nella parrocchia Immacolata Concezione alla Polymer. Nella celebrazione il vescovo ha conferito il battesimo al piccolo Matteo che entra a far parte della comunità cristiana.
Una vera festa della comunità, che il vescovo ha ringraziato per l’accoglienza e per i bei momenti trascorsi insieme. In particolare il ringraziamento è andato al parroco don Paolo Carloni, al vice parroco don Fabian Chikeluba, catechisti e collaboratori.
Una comunità viva, operosa e varia, vivace e che coinvolge tante persone nella vita della comunità, tra cui un bel gruppo di giovani adulti nei ministeri pastorali e in tante mansioni pratiche, la presenza del Circolo Aurora delle Acli che si occupa dell’organizzazione delle feste, delle attività sociali, la bella presenza di giovani nella Agesci e nel gruppo giovanile, dell’associazione sportiva e la nascente esperienza dell’azione Cattolica che il vescovo ha ricordato e lodato nella sua omelia, invitando a proseguire nel cammino di fede e crescita spirituale.
“Ho rilevato un certo scollamento tra le molteplici attività e le varie esperienze pastorali – ha aggiunto il vescovo – come pure spesso la mancanza di consapevolezza di lavorare per un progetto comune. C’è tanta operosità ma in direzioni diverse e con obiettivi non sempre convergenti che ha bisogno di indicazioni comuni date e prese nel consiglio pastorale; chiedo un maggiore collegamento e collaborazione con la Agesci e il gruppo giovani. La parrocchia non è solo fornitrice di spazi e di servizi ma diventi sempre più famiglia comunità dei discepoli e testimoni del Signore. Propongo a tutti quanti un tempo fisso di catechesi comunitaria per tutti: operatori pastorali e fedeli, tutti alla scuola di Gesù Maestro e in ascolto della parola, per un cammino gioioso di fede, speranza e carità. E’ necessaria una proposta specifica per le famiglie, quelle che si devono formare, quelle già formate e i genitori dei fanciulli del catechismo, e per i giovani. Suggerisco anche un impulso maggiore a livello formativo e organizzativo per i gruppi che si occupano di liturgia, catechesi e carità, allargando e sviluppando la dimensione missionaria. Le forze ci sono, ma vanno sensibilizzate e incanalate”.
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