Nella parrocchia di Borgo Rivo dove si trova l’antica chiesa dedicata a Maria si festeggiano i 350 anni della consacrazione con la solenne Incoronazione della Venerata Immagine di Santa Maria del Rivo con il Bambino, durante la Messa Pontificale del Vescovo Francesco Antonio il 15 settembre alle ore 18.00. La celebrazione sarà preceduta dal Triduo il 13,14 e 15 settembre.
Venerdì 13 settembre alle ore 21 “Un borgo che nasce ai piedi di Maria, presentazione dei lavori di restauro, intervengono don Claudio Bosi, Arch. Francesco Andreani, Mauro De Angelis, presentazione dell’incisione commemorativa del maestro Massimo Zavoli.
Sabato 14 settembre alle ore 21 concerto Messa dell’Incoronazione per soli, coro e orchestra di W.A.Mozart. Presentazione dell’Inno alla B.V.Maria del Rivo del maestro don Sergio Rossini.
Il 7 settembre nel corso della celebrazione al monastero Santissima Annunziata dalle clarisse, i sacerdoti hanno consegnato, a nome della parrocchia, le due corone di Maria e Gesù, le quali rimarranno nel loro monastero fino a venerdi pomeriggio, pregando questi giorni per il 350° della consacrazione della chiesa.
La storia
La chiesa di Santa Maria del Rivo fu edificata intorno a un’immagine della Madonna con il Bambino dipinta sopra il portone o cancello contiguo all’abitazione di Giovanni Francesco Pellegrini posta nella campagna a nord di Terni, nella località detta il Rio.
Nel 1668 questa immagine, dai tratti ancora cinquecenteschi, iniziò a prodigare grazie e miracoli tanto che la sua fama raggiunse anche i territori circostanti. Questi fenomeni erano spesso associati all’acqua del torrente Rio, che scorreva nei pressi dell’abitazione di Pellegrini, con la quale venivano benedetti i malati.
L’allora vescovo di Terni Pietro Lanfranconi, informato dei fatti e del notevole concorso di fedeli che affluiva per venerare la sacra immagine, decise di visitarla personalmente e ordinò di proteggerla con una copertura provvisoria in attesa di darle una sistemazione più confacente con la natura del fenomeno al quale egli stesso prestò fede.
Le numerose grazie ottenute dall’immagine la portarono a essere invocata come “Madonna del Soccorso” o più amorevolmente “Madonna del Rio”. Non mancarono in proposito i lasciti e le donazioni che presto mossero l’esigenza di costruire una chiesa la cui prima pietra fu posta il 25 agosto 1671 dal vescovo Lanfranconi, che lasciò tra l’altro un notevole lascito testamentario a favore della fabbrica. L’immagine mariana fu traslata sulla parete dell’altare maggiore che costituiva il punto di fuga della nuova chiesa, contraddistinta da un carattere solenne e dall’impiego di uno schema corrispondente ai grandi edifici barocchi della città assolutamente inconsueto per la ruralità del territorio circostante.
Lo schema architettonico impiegato nella costruzione della chiesa e nella partizione della facciata era quello ispirato ai grandi modelli romani importati a Terni attraverso le chiese del Carmine e di San Valentino edificate nel Seicento grazie all’attività di squadre collaudate di maestranze attive agli stessi cantieri. Tra queste si trovava anche Giovanni Battista Tamagnini, con spiccate doti di architetto, che risulta attivo anche nel cantiere della chiesa di Santa Maria Annunziata di Casperia costruita con i lasciti dell’argentiere Girolamo Saraceni. Il modulo architettonico è quello della chiesa controriformata con un’ampia navata sulla quale si aprono quattro grandi cappelle originariamente illuminate da finestre e separate da lesene, con nicchie, lesene capitellate e specchiature per accogliere presumibilmente dei dipinti, come si evince nella basilica di San Valentino. La partitura della facciata, realizzata con il cotto prodotto dalle fornaci degli Spiazzi, è scandita da lesene, un ampio portale lapideo e una suddivisione tra i piani garantita da un profondo cornicione sul quale poggia il corpo superiore ingentilito ai lati da eleganti volute.
La decorazione pittorica interna era concentrata sulle pale degli altari di cui non rimane più nulla a causa di un radicale intervento di manomissione effettuato verosimilmente alla metà del secolo scorso. Il “vuoto” creato intorno alla sacra immagine mariana è stato riempito con una decorazione amatoriale, mentre le cappelle dedicate a San Michele arcangelo, San Felice da Cantalice, san Filippo Neri e la Fuga in Egitto sono state private dei loro arredi.
Il nuovo edificio fu benedetto il 13 settembre 1674 con una messa solenne presieduta dal priore Pietro Paolo Paradisi vicario generale al posto del vescovo Lanfranconi che morì qualche mese prima. La fabbrica comunque era pressoché finita anche se alcune migliorie furono aggiunte negli anni seguenti cominciando dal monumento marmoreo commemorativo al presule agostiniano che fu il primo devoto della Madonna del Rivo.
La chiesa cadde sotto la parrocchia di Santa Maria del Monumento, che si estendeva fino a Campitello ed era contigua a San Giovanni Battista di Piedimonte, che comprendeva invece tutta l’altura da Piedimonte a Colle dell’Oro. L’officiatura era affidata ai padri gerolamini che all’epoca della costruzione della chiesa di Santa Maria del Rivo erano presenti con un proprio convento proprio al Monumento. Questi rimasero fino al 1798 quando, in seguito alle soppressioni napoleoniche, furono costretti ad abbandonare la città e pertanto la cura d’anime passò al clero secolare.
Nel 1818 il titolo parrocchiale fu trasferito a Santa Maria del Rivo e gli fu affiancato, nel 1910, anche quello di San Giovanni di Piedimonte, in gran parte ceduto nel 1973 alla Parrocchia di San Matteo. Il nome e la forma giuridica della Parrocchia sono stati ufficializzati il 29 gennaio 1987. Dato il rapido sviluppo del popoloso quartiere Rivo alla fine degli anni Ottanta-inizi anni Novanta del secolo scorso, fra il 1997 e il 1999 è stata edificata una nuova chiesa accanto all’antico santuario, che fu benedetta dal vescovo Franco Gualdrini il 19 dicembre 1999 e consacrata dal vescovo Vincenzo Paglia il 21 dicembre 2008.
Dal 1674 ad oggi sono passati 350 anni: un anniversario che non possiamo e non vogliamo far passare nel silenzio. Sono stati anni a volte lieti e a tratti sacrificati, ricchi di gioie e non meno di dolori perché anni reali, e tutti e ciascuno sono trascorsi sotto lo sguardo materno di Maria. Ognuno di noi che si è affacciato alla vita della grazia attraverso le acque del Battesimo e ogni figlio di Dio che ha lasciato questo mondo lo ha fatto ai piedi, nelle mani, davanti agli occhi di questa Madre. ( a cura di Giuseppe Cassio)