Cari fratelli e sorelle,
ciò che stiamo vivendo questa notte è qualcosa di speciale, di straordinario per noi che abbiamo ricevuto in dono la fede. Oggi il fondamento della nostra fede viene annunciato, viene celebrato Il Signore è risorto. E noi, come risorti con Cristo, abbiamo attraversato in questi giorni un percorso di grande comunione con il Signore Gesù, attraverso la partecipazione alla liturgia del triduo Pasquale, che ha in questa notte il momento culminante. Questa, come dice Sant’Agostino, è la madre di tutte le Veglie e noi siamo qui un po’ assonnati, ma abbiamo dentro di noi una grande gioia, perché sentiamo e percepiamo la presenza del Signore risorto in mezzo a noi, qui nel nostro cuore, nei segni e nei simboli che abbiamo posto e che abbiamo vissuto e che poi continueranno anche nella nostra esistenza. Avete visto fin dall’inizio i vari passaggi che si sono succeduti, che si stanno succedendo in questa celebrazione solenne e articolata. Abbiamo fatto memoria della Pasqua cosmica, quando ci siamo radunati davanti alla chiesa, attorno al fuoco. Abbiamo vissuto la liturgia della luce, il simbolismo della notte e del lucernario, che rimandano alla lotta primordiale tra le tenebre e la luce. E poi, attraverso l’accensione del cero pasquale abbiamo già cominciato a presagire la vittoria della luce sulle tenebre. Siamo passati a rivivere la Pasqua storica, attraverso la liturgia della parola. Il simbolo della luce cede il posto a quello della parola viva ed efficace, che annuncia la storia della salvezza operata dal Signore. Abbiamo ascoltato il racconto della creazione, gli inizi quando il Signore ha deciso di porre in essere quella grande progetto della creazione, di tutto ciò che è intorno a noi, della creazione dell’uomo, della donna. E poi la liberazione di questo popolo, che si era allontanato dal Signore che, attraverso il passaggio, attraverso il Mar Rosso ha celebrato la prima Pasqua di liberazione. E poi siamo passati o passeremo tra poco alla liturgia battesimale la Pasqua della chiesa, nella quale tutti noi, appunto la chiesa, si immerge nella morte di Cristo per una nuova rinascita nello spirito. E qui è fondamentale questa notte vedere anche visivamente alcuni segni di questa rinascita: abbiamo una bambina Anna, che rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo questa notte; abbiamo questo gruppo di fratelli che appartengono al Cammino Neocatecumenale che hanno concluso il loro percorso di formazione e che oggi rinnovano in maniera solenne di fronte al vescovo, di fronte alla comunità, il loro impegno battesimale e si rendono disponibili per la missione. E poi ci siamo tutti noi, che in questa notte facciamo memoria della nostra rinascita e anche noi rinnoviamo le promesse del nostro battesimo. Non è un gesto simbolico, ma di anno in anno prendiamo sempre più consapevolezza della nostra dignità di figli di Dio, di battezzati, in noi cresce la presenza dello Spirito Santo e anche noi siamo tutti inviati in una missione speciale, nella nostra famiglia, nel mondo del lavoro, nella società nella quale ci troviamo. Poi vivremo la Pasqua escatologica, il momento culminante di questa celebrazione, la liturgia eucaristica quando veramente incontreremo Gesù nel pane e nel vino. Possiamo dire il centro dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, che prelude alla domenica senza tramonto. La celebrazione dell’Eucarestia in questa notte, che diciamo l’origine, il fondamento di tutte le domeniche, di tutte le eucarestie che celebriamo nelle varie domeniche che rimandano a questa notte a questa domenica.
Fratelli e sorelle viviamo la nostra Pasqua, partecipando all’eucarestia siamo immersi nella Pasqua di Cristo e siamo trasformati, diventiamo anche noi nuove creature, rinnovandoci giorno dopo giorno, anno dopo anno. E allora questa notte anche noi vogliamo affacciarci alla tomba di Gesù, la troviamo vuota come le donne, come Pietro, vediamo che nella tomba non c’è il Signore, ma il Signore è vivo è vero. E questa nostra fede è messa alla prova tutti i giorni, non vediamo nella tomba il Signore ma lo sentiamo presente nella nostra esperienza, nella nostra vita quotidiana, di credenti, di cristiani che crescono sempre di più nella fede del Signore risorto. Continuiamo questa Santa veglia con maggiore consapevolezza, con la gioia nel cuore, profonda, di sentire accanto a noi e dentro di noi la presenza del Signore risorto che, appunto a partire da questa eucarestia, ci proietta alla fine, al termine della nostra esistenza, quando anche noi vedremo il Signore con gli occhi del nostro corpo, faccia a faccia, e saremo condotti nella gioia eterna.
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