Pasqua 2024 – messa crismale

Nella persona di Gesù, che nella sinagoga proclama e spiega il testo del profeta Isaia, lo Spirito Santo è al centro della scena evangelica. Egli –lo Spirito- compie le azioni. Ma per compiere quelle azioni, lo Spirito assume una posizione direi fisica: Sta; Sta sopra. Sta sopra Gesù. L’uno e l’altro, Gesù e lo Spirito, formano e sono un unico punto focale.
Gesù è visibile da coloro che sono presenti in sinagoga; lo Spirito pur non visibile richiede di essere avvertito nella potenza delle azioni di Gesù che in questo caso sono azioni messianiche (cfr).
Le parole espresse dal profeta Isaia “Lo Spirito del Signore è su di me ….” rimasero quasi come sospese fino a quando Gesù le ha dichiarate compiute nella sua persona: “oggi…”
Come sappiamo dalla prosecuzione dei fatti narrati nel Vangelo, Gesù provoca diverse reazioni; tra queste alcune opposte, tendenti a dire la falsità su quanto invece di vero stava accadendo, ossia lo Spirito che irrompendo nella storia tramite la vita del Figlio di Dio incarnato, attraverso l’unzione, consacra per la missione.
Lo Spirito è sopra Gesù, ma non come un qualcosa di statico, immobile, come una sorta di fermo immagine permanente o prolungata all’interno di una scena di un film, oppure sempre fermo, quasi fosse imbalsamato, come vediamo nei quadri che rappresentano la trinità…. Lo Spirito, al contrario, nel Figlio manifesta e mette in movimento l’intero piano salvifico del Padre. Egli guida e spinge Gesù, come anche guida e spinge la Chiesa, e in essa ciascun cristiano.
Spinge ma senza obbligare, senza costringere, al contrario incoraggia con tutti i modi a percorrere le vie del bene, le vie di Dio.

Dio è questo, cari fratelli e sorelle. Carissimi confratelli sacerdoti e carissimi ragazzi che vi preparate a ricevere la cresima; Dio è questo, ossia colui che interessandosi della storia, delle vicende delle persone agisce attraverso lo Spirito infondendo, suggerendo e dando il suo pensiero, la forza vivificante del suo alito di vita e la potenza straordinaria del suo amore verso tutti, specialmente i più bisognosi.
Ecco, ragazzi, quanto avevamo lasciato in sospeso a proposito del “annunciare ai poveri il lieto messaggio”.
Ma non solo Dio si interessa della storia degli uomini, egli stesso, nella persona di Gesù, Figlio incarnato, si fa storia.
Com’è possibile? -questo è quanto si sarebbero chiesti i contemporanei di Gesù presenti in sinagoga- Non è possibile: Dio è Dio e quindi deve stare al suo posto, nel santo dei santi. In altre parole, il più lontano possibile dalle nostre faccende. Tutt’al più lo si chiamerà in causa nel momento in cui se ne sentirà la necessità?! (in realtà questo è quanto capita sempre, anche oggi…)
Il Signore Gesù applicando a sé il vaticinio di Isaia manifesta, direi visivamente/ plasticamente, l’ingresso diretto e definitivo di Dio nella storia. Egli entra nel campo della storia, ma non come una sorta di arbitro che si limita ad osservare il gioco oppure a dirigere ed ammonire. Egli entra nella storia come vero e proprio protagonista, non ha paura di giocarsi il suo essere Dio e uomo; in definitiva non evita di sporcarsi le mani.
Egli prende l’unzione dello Spirito e spiega il motivo per cui è unto: è consacrato e quindi inviato.

Carissimi fratelli e sorelle, per noi questo significa che la nostra consacrazione non è alla stregua di un attestato onorifico o di merito. Non siamo costituiti cavalieri della chiesa o commendatori della parrocchia. Molto di più: con il Battesimo, siamo diventati Figli di Dio e come il Figlio siamo consacrati e inviati per un compito, ossia per una missione.
Ma come è possibile percepire l’azione dello Spirito che spinge? Come è possibile accoglierla e coltivarla? San Paolo nella seconda lettera ai Corinti (2Cor 5,14) ci consegna quella bella espressione “Caritas Christi urget nos”: “L’amore di Cristo ci spinge…”Questo significa che nella misura in cui siamo in grado di accogliere l’amore di Cristo, nella misura in cui siamo pervasi dalla Carità, saremo anche capaci di camminare e progredire nella via del bene. L’inverso equivale a rimanere fermi, ingessati, cristallizzati, prigionieri del proprio io, in definitiva del peccato.
Quando avviene che si accoglie l’azione dello Spirito, si hanno delle inevitabili conseguenze; potremmo anche dire che sorge il problema: come fu per Gesù, che alcuni gli rendono testimonianza, altri lo rifiutano, altri addirittura decidono di ucciderlo, sarà anche per noi.
Noi che sovente vorremmo l’apprezzamento di tutti e il consenso generale…il successo umano garantito…
Davanti a questa prospettiva abbiamo le parole di Gesù pronunciate a conclusione della proclamazione delle beatitudini: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”.
Allargando lo sguardo sull’intera vita di Gesù, sappiamo che Lo Spirito Santo è presente fin dal suo concepimento, anzi è proprio in virtù dello Spirito Santo che avviene l’incarnazione.
Lo Spirito è sempre presente nella vita di Gesù e in quello che è il suo prolungamento nella storia, ossia nella Chiesa e quindi in ogni cristiano, in ognuno di noi.
La missione del Figlio di Dio viene affidata alla Chiesa anche in questo caso mediante l’unzione e la consacrazione.
Nel sacramento del Battesimo tutti abbiamo ricevuto questa unzione, questa consacrazione; e nel sacramento della Cresima si conferma quanto ricevuto nel Battesimo.
Nel sacramento dell’Ordine questa consacrazione diventa ancora evidente e manifesta, in vista del ministero affidato.
In ogni tempo, ma in modo speciale OGGI, ai nostri giorni e nella nostra vita, abbiamo urgente necessità di questo annuncio di salvezza, abbiamo bisogno della buona notizia, abbiamo bisogno del Vangelo, abbiamo bisogno di Gesù.
Davanti a tanto bisogno, davanti a tanta necessità ci chiediamo: a che punto è l’annuncio: “mi ha consacrato e mi ha mandato ad annunciare”. Rimane perciò davanti a noi un grande problema, che richiede assoluta urgenza di intervento, ossia come trasmettere la fede oggi.
Questo è valido per tutti: per i sacerdoti, ma anche per ogni cristiano, in modo particolare per voi ragazzi, che sarete cresimati.
La crismazione, che significa consacrazione di Cristo, è per essere testimoni, trasmettitori credibili. Questo vale per i cresimati, per i sacerdoti, per il vescovo, per ogni cristiano secondo il proprio stato di vita.

Carissimi fratelli e sorelle, in modo speciale cari confratelli nel presbiterato, non ci capiti di opporre resistenza allo Spirito mediante atteggiamenti contrari a ciò che lui è. Egli ci spinge verso l’inestimabile tesoro della comunione e non della ricerca di interessi personali o di parte. Curiamo perciò la comunione tra noi, a tutti i costi, ben sapendo che il contrario significa dare spazio al maligno.
Lo Spirito ci guida e sorregge lungo i sentieri -certamente intricati e faticosi- della tessitura di legami di fraternità ed accoglienza di tutti coloro –nessuno escluso- che ci sono stati affidati, attraverso la costruzione di tasselli di misericordia e non di scarto o di giudizio. Le promesse sacerdotali, che tra poco rinnoverete, siano slancio e balsamo per la vostra vita e per il ministero-
Maria Santissima, la madre di Gesù sia per tutti noi il modello a cui guardare; lei che ha ascoltando la Parola del Padre si è resa disponibile al dono dello Spirito e, forte sotto la croce, ha sorretto e guidato gli apostoli del Figlio fino al grande giorno della Pentecoste dove, in loro, tutti noi siamo stati resi partecipi del medesimo dono dello Spirito.