Cara suor Clara Grazia, care sorelle monache
celebriamo una liturgia ricchissima questa sera, domenica in Albis festa della divina Misericordia, una liturgia che ha il suo momento culminante nella consacrazione di suor Clara Grazia in questa famiglia religiosa tra le Figlie di santa Chiara.
I segni che circondano la liturgia di questa giornata sono tantissimi e tutti di grandissima intensità- La parola di Dio che abbiamo proclamata ci propone momento di grande conforto consolazione e orientamento per la nostra vita cristiana e per la vita consacrata.
Innanzitutto non possiamo non richiamare la dura realtà nella quale ci troviamo in tempo della Pandemia: un’umanità ammalata dal virus mortale… conosciamo i disagi di malattia, del distanziamento, di impossibilità di manifestare segni di affetto, un tempo di povertà per tante famiglie e tante persone.
Ma anche un tempo della pandemia dello spirito: un mondo ammalato per il virus dell’indifferenza, distrazione, edonismo, ricerca del piacere, insoddisfazione. Soprattutto assistiamo ad un amore svuotato e contraffatto; alla sete di denaro che spinge ai gesti più efferati; alla mania di dominio, potere sulle cose, sulle persone, sui popoli.
In questo clima, carico di malattia e di cattiveria per te è riservata una proposta, un progetto controcorrente, incomprensibile per questo mondo ma altissimo agli occhi di Dio.
Cara suor Clara Grazia, il Signore ti ha chiamata nel deserto, ti ha sussurrato nel cuore il suo amore, ti conduce sulla via dell’amore, ti insegna il segreto della felicità e della libertà. Ti proietta oltre, in un linguaggio, in una realtà che non a tutti è dato di comprendere. A te è stato concesso.
Ti ha chiamata sulla scia di Chiara d’Assisi, inserendoti nella sua famiglia.
E oggi è il giorno solenne del tuo sposalizio.
Timbro nuziale: è il momento culminante di una storia di amore, iniziata con il fidanzamento, uno sposalizio che è risposta definitiva alla vocazione del Signore. E tu sarai non schiava del Signore, ma sua sposa.
I tempi, il luogo, i segni liturgici ed ecclesiali, che stiamo celebrando, spiegano e arricchiscono questo momento di grazia incancellabile nella tua vita.
Sei rigenerata nel battesimo, risorta con Cristo, con la professione porti alla massima specificazione la figliolanza divina.
Viviamo e celebriamo la Pasqua del Signore: il Risorto è con noi. E’ presente in mezzo agli apostoli per offrire a loro la sua presenza e donare la pace.
Noi Battezzati, immersi nella Pasqua del Signore, Passione, morte e risurrezione abbiamo imparato ad accogliere la presenza del Signore in mezzo a noi, nella fraternità e nella chiesa.
Nel Vangelo si parla di Tommaso un uomo generoso, immagine di tutti, non dubbioso della presenza del Signore ma che vuole percepire veramente il Signore, toccarlo.
Le altre due volte che il vangelo di Giovanni parla di Tommaso ce lo presenta come un uomo generoso, pronto ad andare a morire con Gesù.
E poi davanti a Gesù esplode nella professione di fede che dovremmo ripetere tutti in ogni momento della vita: ‘mio Signore e mio Dio’, la più solenne professione di fede del vangelo di Giovanni e, nello stesso tempo, la più intima delle professioni. In quel mio, c’è tutto l’anelito del suo cuore, la sua appassionata esperienza di lui; in quel Signore e Dio, c’è tutta la rivelazione di Gesù al suo cuore, l’intelligenza di tutte le Scritture. È l’unica volta nei vangeli che Gesù è chiamato direttamente Dio. Del resto, è la conclusione a cui il narratore evangelico guida i possibili lettori.
Anche tu suor Clara Grazia possa giungere ad una totale professione di fede: “mio Signore e mio Dio.’
Si dice ancora nel Vangelo che Gesù, stette in mezzo a loro e disse: shalom! Pace a voi. In questa frase c’è tutta la pienezza del Signore, i doni che ha portato all’umanità: il dono della redenzione, del perdono, della misericordia offerta a piene mani a tutti. E’ il senso che la chiesa ha voluto dare a questa giornata della domenica della Divina Misericordia: la pace del Signore Risorto. Suor Clara Grazia questo dono che tu ricevi diventa la tua missione di annuncio dello shalom e della misericordia del Signore.
Il tuo stile e forma di vita sarà quella di realizzare nella tua fraternità con le tue consorelle lo stile della comunità apostolica che è stato descritto negli Atti degli Apostoli. Sappiamo che questa è la proposta ideale per tutta la comunità cristaina e non sempre riusciamo a realizzarla. La forma ideale di vita dove mettiamo in comune tutto le cose, ma soprattutto il cuore, le persone l’anima, condividere tutto. La vita consacrata vuole indicare al mondo che ciò è possibile.
Una professione di vita nella Chiesa, nella fraternità delle “Sorelle povere di santa Chiara” secondo la Regola di santa Chiara.
La formula della professione è una manifestazione della volontà sui vari impegni e c’è già tutto ciò che prometti: morta al peccato e risorta in Cristo mediante il Battesimo, vuoi ora consacrarti per sempre a Lui, tra le Sorelle Povere di santa Chiara, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio, abbracciare e amare la povertà e conservare sempre con le tue sorelle l’ unione della scambievole carità. Donare tutta te stessa a Colui che per amore tuo tutto si è donato, nella solitudine e nel silenzio, nella preghiera, nella penitenza e nell’ umile fatica quotidiana. E soprattutto essere unita per sempre a Cristo sposo.
In questo c’è l’essenza e il programma di vita che tu hai già cominciato a vivere e che da ora dovrai attuare per sempre. Una vita dedicata alla preghiera, alla contemplazione, alla fraternità nella chiesa.
Vorrei concludere con un riferimento particolare a Maria. Il 9 maggio 2020 a Buenos Aires, il cardinale Mario Aurelio Poli, il primate dell’Argentina il giorno dopo la festa della La Vergine di Luján patrona del popolo argentino, fa un riferimento alla Vergine al tempo della pandemia: “La Vergine di Luján sarà sempre al nostro fianco. Dobbiamo invocarla, non lasciamola fuori dalla nostra speranza. È la ragione della nostra speranza. È lei che ci dice che Dio mantiene le sue promesse, che non ci delude mai”.
“Parte del miracolo della Vergine di Luján – ha fatto notare l’arcivescovo – è che la Madonna, che non parla, attira con il suo amore. È un rifugio per i peccatori. Attraverso di lei, Dio ci dona le grazie di cui abbiamo bisogno per continuare a camminare. Amica degli umili, è lei che ha reso presente la storia della misericordia di Dio in mezzo a noi. Ha elogiato Dio per la sua misericordia, che ci viene data di generazione in generazione.
Questa è la Vergine di Luján, questa è l’immagine che ci accompagna nella nostra storia e che con il suo cuore di Madre, in questo momento è molto vicina a coloro che soffrono per la pandemia, a coloro che sono contagiati, a coloro che hanno perso i loro cari, per raggiungere la consolazione della fede, ma soprattutto affinché tutti gli argentini abbiano un segno di speranza”.