Dal 13 gennaio presso la Casa Circondariale di Terni, è attivo il progetto FILAR – Formazione per l’Inclusione socio Lavorativa nel settore della Ristorazione riservato a 48 detenuti in regime di massima e media sicurezza. L’iniziativa, unica nel suo genere, prevede il coinvolgimento diretto dei detenuti in due percorsi formativi, nel settore della ristorazione commerciale/collettiva,uno in ambito culinario, «Preparazioni gastronomiche – Addetto alla Cucina», in due edizioni della durata di 120 ore ciascuna, ed uno riservato alla «Pizzeria», sempre in due edizioni della medesima durata).
FILAR è stato finanziato dalla Regione Umbria -Servizio Programmazione Socio Sanitaria dell’Assistenza distrettuale- Inclusione sociale, economia sociale e terzo settore, nell’ambito dell’Avviso Pubblico in regime di concessione EX ART. 12 L.241/190 per la presentazione di proposte progettuali per l’inclusione socio lavorativa di persone in esecuzione penale -POR FSE 2014-2020 Regione Umbria -Asse 2_Inclusione sociale e lotta alla povertà e vede come soggetto attuatore l’ATS tra Università dei Sapori scarl (Soggetto Capofila), l’Associazione di Volontariato San Martino ed ITER scarl Impresa Sociale. In coerenza con gli obiettivi del POR, il progetto intende costruire e sostenere un percorso umano e formativo di riscatto sociale nel segno di una grande attenzione alla dignità umana. A tal fine il progetto ha inteso costruire un nuovo modello di lavoro che prevede una partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nelle attività per una maggior efficacia nell’uso delle opportunità e degli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento penitenziario.
I detenuti, attraverso la partecipazione a percorsi didattici attivi e motivanti, avranno l’opportunità di prepararsi ad un progetto di vita futuro capace di coniugare sapere e saper fare verso l’acquisizione di competenze coerenti con le esigenze del mercato del lavoro.
D’altro canto, sia i soggetti proponenti, che gli stakeholders e i soggetti a vario titolo portatori di interessi nel territorio regionale, avranno il compito di sensibilizzare la comunità esterna alle problematiche del carcere attraverso azioni di osmosi e di sensibilizzazione così da contrastare il fenomeno della recidiva da un lato e veicolare dall’altro il fine rieducativo della pena e un’idea del carcere come luogo positivo, propedeutico al reinserimento civile e sociale dei detenuti. Valutazioni che nascono da analisi dell’attuale contesto lavorativo e della carenza di opportunità lavorative per i detenuti, una volta scontato il periodo di pena.
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