Saluto del vescovo all’Ordinazione Episcopale

Al termine di questa concelebrazione Eucaristica sento il desiderio di manifestare alcune espressioni di gratitudine per il grande dono che oggi il Signore Dio ha dato alla Chiesa e alla mia persona.
Ringrazio perciò la Santissima Trinità che mi ha amato e, nonostante la mia pochezza e le mie fragilità, ha ricolmato sovrabbondantemente del suo amore.
Chiamandomi all’esistenza mi ha totalmente ricoperto con la sua ombra: ha voluto che fossi consacrato nella vita cristiana e, in questa, alla sequela più stretta del Figlio Gesù, con il sacramento dell’Ordine Sacro.
Lodo e ringrazio la premurosissima e costante presenza di Maria Santissima in ogni istante della mia vita e la invoco ancora perché sia sempre mediatrice nell’incontro con il Figlio, interprete e garante delle necessità di ogni persona.
Ringrazio babbo Gesuino e mamma Pietrina per essere stati tramite sapienti di tali divini disegni; essi dal Cielo ci guardano e pregano con noi.
Ringrazio sua Santità, il carissimo Papa Francesco, per la fiducia accordatami annoverando il mio nome nel libro della successione apostolica. Con il Santo Padre ringrazio S.E. Mons. Giuseppe Piemontese che, accogliendo il mio invito, ha presieduto il Rito dell’Ordinazione. Con lui ringrazio S. E. Mons. Gianfranco Saba, S.E. Mons. Stefano Russo e tutti gli Eccellentissimi Vescovi che mi hanno accolto nel Collegio Episcopale e che ci onorano con la loro presenza.
Saluto e ringrazio la mia unica sorella, Rosalia con il suo sposo Gianni per la loro benevolenza e pazienza, e per il rispetto mostrato in ogni momento del mio percorso di vita. Con loro abbraccio Gian Piero, Ezio, Daniela ed Eleonora; e unito a loro ringrazio e abbraccio con particolare affetto Caterina per la sua inesauribile bontà e che, dalla morte di mamma, è stata e continua ad essere per noi punto di riferimento, amica carissima, sorella e madre.
Ringrazio e raccomando al Signore tutte le persone che hanno curato la mia formazione e maturazione umana e cristiana, durante gli anni del Seminario diocesano e in quello Regionale. Tutti gli insegnanti dell’illustre Liceo D.A. Azuni di Sassari i quali, insieme alle nozioni, hanno saputo trasmettere anche il segreto e il gusto della vita, nel rispetto di ognuno.
Elencare tutte le persone a cui sono grato sarebbe lungo ed anche inopportuno; perciò tutte le affido al Signore.

Consentitemi tuttavia di ricordare gli Arcivescovi Paolo Carta, dal quale ho ricevuto il sacramento della Confermazione e che mi accolse in seminario; Salvatore Isgrò, che mi Ordinò diacono e presbitero e accompagnò i principali passi del ministero sacerdotale e al quale sono rimasto particolarmente legato fino all’ultimo giorno della sua vita terrena; Paolo Atzei, che avendomi affidato l’organismo della Caritas diocesana ha successivamente acconsentito a che divenissi direttore di Caritas Italiana. Con loro non posso non ricordare il parroco del mio paese natale, Chiaramonti, don Giovanni Maria Dettori dal quale ricevetti i primi sacramenti della vita cristiana e guidò la mia formazione fino all’Ordinazione Presbiterale.
Saluto con affetto e gratitudine le comunità che hanno accolto e segnato il mio ministero presbiterale: il Pontificio Seminario regionale di Cagliari con la Facoltà teologica, il Seminario diocesano di Sassari e la parrocchia Cattedrale di s. Nicola. Con loro saluto con riconoscenza tutti gli uffici diocesani, i movimenti e le diverse associazioni con cui ho avuto modo di collaborare. Saluto con affetto la comunità civile ed ecclesiale di Tissi che in questi ultimi 10 anni mi ha accolto come figlio e fratello.

Dieci anni fa venivo chiamato dalla CEI ad assumere il compito di direttore nazionale della Caritas. Fu quella una circostanza singolare per la mia vita che, fino a quel momento, era stata caratterizzata da un forte e fermo attaccamento, direi esclusivo, per la Sardegna. Il Signore, invece, mi concesse fin dai primi giorni della “trasferta continentale” il dono di potermi sentire parte viva di qualsiasi ambiente andassi a visitare, sia in Italia che nel mondo. Ringrazio la CEI e i Presidenti conosciuti in questi anni: i carissimi Cardinali Angelo Bagnasco e Gualtiero Bassetti; i Segretari Generali i vescovi: Mariano Crociata, Nunzio Galantino, Stefano Russo. Con loro saluto e ringrazio con particolare affetto ed amicizia tutti i confratelli direttori degli uffici CEI, degli Organismi Collegati e i confratelli dell’Azione Cattolica Italiana. Le suore e il personale di Casa Assistenti. Ringrazio i diversi presidenti di Caritas Italiana che mi hanno accompagnato e sostenuto: mons. Merisi, Mons. Bressan, Card. Montenegro, Mons. Pizziolo e Mons. Redaelli.
Con loro saluto con fraterna amicizia tutto il personale di Caritas Italiana con i quali abbiamo vissuto e condiviso una significativa stagione della nostra vita come pure della storia del nostro Paese. In questi dieci anni ho avuto modo di visitare più volte le Delegazioni Regionali e anche molte Caritas Diocesane, a tutti e per tutti dico: Grazie Caritas per quello che sei, per quanto mi hai e ci hai dato.
Più di una volta abbiamo ironizzato sul fatto che mai un direttore nazionale Caritas sia diventato vescovo; questo dettaglio mi ha anche permesso di vivere e affrontare con maggiore serenità ogni prospettiva futura. In forza di quanto successo, desidero oggi ricordare ancora e ringraziare per la loro grande opera mons. Giovanni Nervo, mons. Giuseppe Pasini e don Elvio Damoli. Dal cielo benedicano Caritas e continuino a sostenere la mia persona e il mio ministero nella testimonianza della Carità.
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Carissimi fratelli e sorelle di questa nostra amata diocesi di Terni-Narni-Amelia, che date le restrizioni del momento contingente avete potuto seguire la celebrazione solo a distanza, ma che conto di incontrare quanto prima ad iniziare da domani, tutta la serie di persone che ho cercato di sintetizzare al massimo con le parole fin qui pronunciate, oggi mi donano a voi. Mi donano a voi ma non come un “pacco regalo” arrivato da chissà dove: oggi io nasco Vescovo di questa Chiesa, qui, in questa comunità Ecclesiale. Non arrivo da fuori come “già fatto”. Certamente ho la mia esperienza ma nasco qui Vescovo di Terni-Narni-Amelia; accoglietemi e sentitemi uno di voi, fratello, amico e, per grazia di Dio, anche padre. Perciò insieme al crisma consacratorio dello Spirito Santo, in questo momento, sento germogliare in me anche quel forte temperamento vitale che caratterizza questo vostro, questo nostro popolo Umbro.
Certamente le vostre e le mie attese sono tante e variegate, modulabili in una serie di domande che inevitabilmente affiorano nella nostra mente e nella nostra coscienza: cosa saprà fare il nuovo vescovo? Ve lo dico subito: ancora non lo so! Tuttavia di una cosa sono certo: insieme potremo fare molto. Ad iniziare dalla fattiva collaborazione tra e con i confratelli presbiteri per proseguire con i diaconi, le famiglie, i ragazzi, i giovani e tutte le espressioni vitali della nostra terra, a partire dagli ultimi. Questa è la sintesi e la fotografia dello stile e del percorso sinodale che Papa Francesco ha voluto per tutta la Chiesa; quindi il mio Programma pastorale consiste nel continuare con voi il percorso sinodale che, in comunione con le altre Chiese, avete già iniziato e ben avviato.

Carissimi amici qui presenti
Vi ringrazio tutti per aver voluto prendere parte a questo momento altamente significativo per la Chiesa tutta, per la Chiesa di Terni-Narni-Amelia e per la Chiesa di Sassari che mi ha generato alla vita, alla fede, nella vocazione e che oggi con gioia mi dona a voi. Ringrazio voi presenti e tutti coloro che, per i più diversi motivi, sia per lo spazio come per le restrizioni in vigore, non hanno potuto prendervi parte fisicamente. Saluto perciò tutti coloro che sono in comunione con noi e hanno preso parte al rito per mezzo della televisione, vicini –in città e diocesi- e lontani attraverso le reti collegate. Saluto tutti gli ammalati che hanno sorretto e accompagnato con la loro offerta di vita questo momento. Con loro saluto e ringrazio gli istituti religiosi, specialmente le care suore di clausura di Terni-Narni-Amelia, di Sassari e non solo, per la loro orante presenza.
Ringrazio e saluto le autorità civili e militari: il signor Prefetto, i Sindaci: della città e di tutto il territorio, come anche le rappresentanze comunali arrivate dalla Sardegna. Con loro saluto e ringrazio le diverse presenze del mondo imprenditoriale e del lavoro, del sociale e della vita pubblica e, ancora tutti coloro che non ho citato e con i quali avremo modo di collaborare.
Ringrazio tutti coloro che hanno organizzato questo evento. Sia la stagione invernale come il tempo pandemico hanno reso tutto un po’ più complesso, tuttavia la sinergia tra le istituzioni a vario titolo, con tutti i volontari, hanno fatto sì che tutto venisse svolto nel migliore dei modi.
Carissimi sorelle e fratelli, l’amore di Dio, la Carità di Dio che ci ha creati, e redenti mediante il sacrificio del Figlio, sia il punto di riferimento per ogni nostra azione: “In Omnibus Caritas”.
Come il pane e il vino per l’offerta eucaristica, depongo sull’altare e affido le nostre vite al Signore affinché le possa ridare a noi fatte Eucaristia. Da qui, solo da questa mirabile fonte, abbiamo la ferma certezza di non essere mai delusi.
Ci sostengano in tutto i santi patroni Antimo e Valentino, Giovenale, Cassio e Firminia, Francesco d’Assisi e Antonio di Padova; ci guidi e ci sostenga con cuore di padre S. Giuseppe, patrono della Chiesa universale.
Con questi sentimenti giunga a tutti voi la mia prima benedizione apostolica.
Grazie!