Domenica 22 marzo alle ore 9.30 presso la sala parrocchiale di Santa Maria della Misericordia si terrà l’assemblea diocesana annuale della società San Vincenzo de’ Paoli, associazione cattolica che opera in ambito caritativo e che in diocesi conta 14 conferenze parrocchiali e 1 che gestisce il Centro di Ascolto aperto tutti i giorni presso la sede centrale in Via Aminale 45 a Terni, che prevalentemente svolge opera di assistenza ai poveri nel territorio diocesano dove non è insediata una Conferenza parrocchiale.
Dalla relazione della presidente diocesana della San Vincenzo, Antonella Catanzani, emerge un quadro sociale ed economico preoccupante determinato dalla crescente povertà alla quale con sempre maggiore difficoltà si riesce a dare risposte.
“Quest’anno per la prima volta nella nostra storia gli assistiti, 3877 in totale, risultano diminuiti rispetto a quelli dell’anno precedente, ma non perché siano diminuiti i poveri, anzi le situazioni si sono aggravate, è diminuita la nostra capacità di aiutarli per mancanza di disponibilità economiche – spiega la presidente Catanzani – Il tutto in un momento veramente tragico in cui incontriamo quotidianamente sempre più persone private della voglia di vivere a causa dei crescenti disagi economici e quindi esistenziali. Perché la carità autentica non è uno spot pubblicitario e non si esaurisce nel giorno della gloria sui giornali. E’ fatica quotidiana e se è vera non porta mai compiacimento e vanità ma sofferenza perché, come diceva Ozanam, per quanto bene possa essere stato fatto , le miserie presenti e future da dover sostenere saranno sempre tante e bisogna sempre guardare avanti”.
LA RELAZIONE INTEGRALE
La Società di S. Vincenzo dè Paoli, fondata da Federico Ozanam nel 1833, opera nella Diocesi di Terni-Narni-Amelia dal 1950. In tutti questi anni quello appena trascorso è stato il più difficile nella gestione pratica dell’Associazione. Una congiuntura sfavorevole di eventi ci ha portato a chiudere una conferenza e per le altre a sospendere per alcuni periodi l’elargizione di aiuti economici tanto che quest’anno per la prima volta nella nostra storia gli assistiti, 3877 in totale, risultano diminuiti rispetto a quelli dell’anno precedente, ma non perché siano diminuiti i poveri, anzi le situazioni si sono aggravate, è diminuita la nostra capacità di aiutarli per mancanza di disponibilità economiche. Abbiamo rimandato a mani vuote almeno il 25% delle persone che ci hanno chiesto aiuto. Nuove modalità per l’accesso ad eventuali contributi ed agli approvvigionamento di alimentari hanno fatto sì che abbiamo speso le nostre energie migliori per gli adempimenti burocratici anziché per l’ascolto e la consolazione dei nostri poveri.
A questo si aggiunga la delusione delle aspettative riposte in progetti iniziati l’anno precedente, il diniego dei locali promessi che ha bloccato l’avvio del progetto “Emporio Bimbi”, l’inutile ricerca di nuovi locali adatti alle nostre mutate esigenze, l’allentamento delle maglie di alcuni rapporti costruiti nel tempo a causa di particolarismi ed orgogli di parte, per delineare un quadro non proprio roseo. Il tutto in un momento veramente tragico in cui incontriamo quotidianamente sempre più persone private della voglia di vivere a causa dei crescenti disagi economici e quindi esistenziali. Perché la carità autentica non è uno spot pubblicitario e non si esaurisce nel giorno della gloria sui giornali. E’ fatica quotidiana e se è vera non porta mai compiacimento e vanità ma sofferenza perché, come diceva Ozanam, per quanto bene possa essere stato fatto , le miserie presenti e future da dover sostenere saranno sempre tante e bisogna sempre guardare avanti.
Abbiamo veramente messo alla prova la nostra vocazione, perché di vocazione si tratta: i nostri soci sono volontari al 100%, non percepiscono nessun tipo di rimborso ma contribuiscono ciascuno secondo le proprie disponibilità economiche e soprattutto donano tutto se stessi nel sostegno a coloro che soffrono. Abbiamo verificato che la nostra vocazione è autentica! Se malgrado l’ostruzionismo incontrato siamo ancora qui è perché quel fuoco di carità che si è acceso nel nostro cuore tanti anni fa brucia ancora, perché stato ben alimentato e, come diceva Ozanam, l’alimento della carità sono le opere buone…. Alla fine abbiamo vinto, molte situazioni critiche emerse in questo momento si stanno risolvendo e, all’analisi del bilancio economico possiamo dire che nel 2014, nonostante non abbiamo potuto godere del contributo del nostro principale soggetto sostenitore, siamo riusciti ad elargire aiuti per € 156369,98, circa € 2000 in più rispetto l’anno precedente!
Oltre al nostro Coordinamento Interregionale che ci ha inviato una cospicua donazione e alla Diocesi che ci ha devoluto € 30000 dai fondi dell’8 per mille, dobbiamo ringraziare le persone che passando alle porte del cimitero ogni giorno ci lasciano la loro offerta, i pensionati che ogni mese ci mandano la busta con il loro contributo, il popolo delle parrocchie che ci devolve le offerte dei funerali dei loro cari e alla fine delle Messe lascia la propria offerta o la busta di alimentari grazie anche alla sollecitazione fatta dai parroci che ospitano le nostre conferenze. In questo senso grazie anche alla parrocchia di Colle dell’Oro che, pur non ospitando una Conferenza, ogni settimana ci consegna gli alimentari raccolti a questo scopo. Sì il nostro risultato è stato reso possibile soprattutto grazie tanti piccoli contributi di persone che, buone e generose, sanno riconoscere la bontà e generosità di quello che facciamo. Segno che la nostra opera è benedetta dal Signore che non cessa mai, da oltre 180 anni, a farci mancare la Sua Provvidenza.
Vorrei fare una considerazione alla luce della mia esperienza personale. Nell’anno trascorso ho sperimentato quello che mi raccontano le tante persone che incontro al centro d’ascolto: la cassa integrazione, la perdita del lavoro, la perdita di autostima e del senso di dignità. Ho sperimentato quanto sia vero che la busta paga rappresenti non tanto l’avere quanto l’essere: senza lavoro perdi la dignità e il tuo posto nella società e piano piano anche l’anima. Quante persone che mi cercavano insistentemente ora sembra che non mi abbiano mai conosciuto! I miei assistiti no, per loro sono sempre la stessa e ora mi sento ancora più coinvolta nelle loro storie. Grazie all’esperienza che ho vissuto sono più determinata a trovare le giuste soluzioni e soprattutto a non lasciare mai nessuno solo e senza speranza. Se io oggi sono qui lo devo alla mia famiglia e alla grazia che ho avuto di avere una fiducia forte in nostro Signore. Lui che mi ha sempre condotto amorevolmente a mete importanti non mi abbandonerà adesso. Ma per i nostri tanti assistiti che sono lontani da Dio e non hanno una rete parentale così forte? Ricordiamoci sempre che prima del pane, prima della bolletta, c’è l’ascolto, il conforto, l’amicizia. Il nostro servizio deve essere sempre espressione della bontà accogliente e misericordiosa di Dio, per ridare la speranza di una vita nuova anche già su questa terra. Solo così avrà ancora ragione di esistere la S. Vincenzo: l’amore si può donare sempre, anche senza risorse economiche.
In questa ottica dell’amicizia e della condivisione, quest’anno abbiamo incrementato le nostre iniziative volte all’integrazione e alla lotta all’esclusione sociale culminate con la grande festa della befana. Nel periodo natalizio abbiamo coinvolto nei nostri momenti di festa circa 1500 persone, e quest’anno ai nostri tavoli ho visto facce particolarmente tristi.
Restando nel tema dell’integrazione la mente va ai recenti fatti di cronaca della nostra città.
Non si tratta di fomentare l’odio razziale, la famiglia di David ha dato grande esempio di civiltà, Aziz poteva essere anche un italiano e noi, alla luce della nostra attività quotidiana, possiamo dire che recentemente ne incontriamo diversi. Persone in evidente stato di alterazione, a volte come conseguenza della disperazione che prende quanto ricevi l’ennesimo diniego e ti senti vittima di ingiustizie a volte invece è conseguenza dell’abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Sarebbe interessante chiederci perché nella nostra città ci sia una richiesta così forte, indipendente dalla condizione economica e dal ceto sociale, di questi palliativi della felicità.
Ci sentiamo quindi di unirci al coro dei tanti che in questi giorni sollecitano interventi ancora più incisivi per garantire la sicurezza nella nostra città e il rispetto della legalità.
Anche la nostra insistente richiesta di avere un dormitorio, tanto che ne abbiamo fatto il nostro obiettivo prioritario, va in questa direzione. Occorre evitare il più possibile situazioni che creano disagio e tensioni, come può essere il dormire al freddo in strada, come può essere non avere pari opportunità di accesso a particolari benefici, e cercare di colmare con la carità eventuali vuoti lasciati aperti dalla giustizia sociale. Anche così si placano gli animi esasperati e si garantisce la convivenza pacifica. Quest’anno, per la prima volta, possiamo dire che in alcune situazioni abbiamo avuto paura. Ma l’amore è più forte e vince tutto, anche la paura.
Sintesi attività anno 2014
VOLONTARI: Sono 118, sono entrate 13 nuove persone motivate e preparate. La conferenza Beata Lucia di Narni si è arricchita di preziosi elementi diventando una conferenza interparrocchiale Narni-Testaccio.
CONFERENZE.: Dopo attenta e dolorosa riflessione è stata chiusa la conferenza S. Giovanni Bosco, quindi ora in tutto sono 14. Di queste 13 svolgono attività nei loro territori parrocchiali, e 1, la Madre Teresa di Calcutta, gestisce il Centro di Ascolto aperto tutti i giorni presso la sede centrale in Via Aminale 45; assiste i poveri del territorio diocesano dove non è insediata una Conferenza; coordina il giro notturno di assistenza ai senzatetto e gli eventi a carattere generale
PERSONE ASSISTITE: In tutto 3877, 1145 famiglie, di questi 928 sono minori. Per la prima volta nella nostra storia gli assistiti risultano diminuiti rispetto a quelli dell’anno precedente, ma non perché siano diminuiti i poveri, anzi le situazioni si sono aggravate, è diminuita la nostra capacità di aiutarli per mancanza di disponibilità economiche. Rispetto l’anno precedente sono aumentati gli italiani,di 148 unità, in totale sono 1963, quindi oltre la metà del totale; 1205 sono extracomunitari; notevolmente diminuiti i comunitari 709 contro i 920 dello scorso anno. Questo dato si spiega con la constatazione che molti comunitari, anche albanesi, arrivati a Terni negli ultimi 20 anni, che quindi si erano integrati, che avevano fatto nascere i loro figli a Terni, sono stati costretti a lasciare la nostra città a causa del perdurare della mancanza di lavoro. Alcuni sono tornati nei loro Paesi, altri in Paesi Europei, Francia e Germania in primis, che offrono maggiori possibilità. E’ emotivamente coinvolgente vivere il dramma dei loro figli che devono sradicarsi da una città che sentono loro a tutti gli effetti.
I casi seguiti nell’anno hanno la costante della mancanza del lavoro. Soprattutto la situazione diventa difficile dopo il primo anno della mancanza del lavoro, perché per i primi mesi si sopravvive ancora con dignità, ci sono gli ammortizzatori, qualcosa accantonato, è con il passare dei mesi, peggio degli anni, che il disagio diventa totale, aumenta la disperazione, la mancanza di autostima e di speranze, di pari passo al disinteresse della gente che ormai considera la situazione acquisita e metabolizzata. E’ in questo momento che il tunnel diventa più nero e non è facile uscirne, tanto più quanto la famiglia era un tempo agiata e considerata, e che richiede un tatto particolare anche nell’approccio per dare l’aiuto pur necessario. Non è facile chiedere, se si arriva a ciò significa aver veramente esaurito ogni risorsa sia materiale che morale. I risparmi non ci sono più, i genitori pensionati restano una risorsa ma ormai anche loro, una volta accollati i mutui e le spese per il sostentamento dei nipoti, stentano ad andare avanti. Vera emergenza è quella abitativa, un problema particolarmente rilevante, e anche di difficile soluzione, con il quale dobbiamo confrontarci attualmente è quello di un grande aumento degli sfratti. Non abbiamo quasi mai risorse per evitare uno sfratto, né purtroppo soluzioni alternative per chi perde la casa. Con i nostri modesti fondi riusciamo a risolvere solo le emergenze, del resto le scrivanie delle varie sedi della S. Vincenzo sono “invase” da bollette di pagamenti scaduti da mesi: utenze, affitti, mutui, rate di prestiti, tasse… e non è facile fare la selezione per stabilire le priorità negli aiuti perché non c’è da dare a tutti. Tutto è urgente perché quasi sempre si tratta di famiglie giovani con bambini piccoli che non si possono lasciare al freddo o al buio. Tutto si accentua quando si aggiunge il problema di qualche malattia, anche se di lieve entità, a volte è un lusso anche curare un’influenza. E’ una sofferenza per noi dover fare queste scelte perché ci sentiamo coinvolti emotivamente e perché vediamo anche spesso come conseguenza che vorremmo evitare, e ci spendiamo in prima persona per farlo, l’altra faccia della crisi: la frantumazione delle famiglie, dei rapporti parentali ed amicali. Per questo rimane prioritario l’impegno a curare quella che è la nostra caratteristica: la visita a domicilio, momento privilegiato per curare il rapporto umano.
GLI AIUTI EROGATI: Abbiamo distribuito aiuti per € 156369,98 e lo consideriamo un buon risultato considerando che abbiamo avuto ridotte disponibilità finanziarie tanto che a periodi abbiamo sospeso l’attività. Gli aiuti si concretizzano nel pagamento di affitti, utenze varie, spese scolastiche, spese mediche e quanto può servire per una vita minimamente dignitosa.
Abbiamo inoltre distribuito circa 100 tonnellate di generi alimentari elargiti dal Banco Alimentare di Perugia o raccolti tramite donazioni di privati o collette autonome organizzate nei Supermercati della città. Nell’attività del giro notturno di assistenza ai senzatetto abbiamo distribuito: 60 sacchi a pelo, 160 sacchetti con prodotti per l’igiene personale e 2800 sacchetti con generi alimentari
RELAZIONI ESTERNE:
• Abbiamo avuto un importante sostegno alla nostra attività dalla Confartigianato che ci ha donato un pulmino, anche per il trasporto di disabili, molto utile per le nostre iniziative volte all’integrazione e alla socializzazione.
• Il negozio di parrucchiere “Non solo donna”, ci ha scelti come partner di un loro progetto “Bellezza sostenibile” rivolto alle nuove povertà e che consiste nell’offrire una giornata di taglio e piega gratis ogni mese alle persone da noi assistite.
• Grande Festa della Befana realizzata a Villa Spirito Santo a cui hanno partecipato oltre 500 persone tra adulti e bambini, soci benefattori ed assistiti uniti come in un’unica grande famiglia. E’ questo l’evento culminante di tanti altri organizzati nello stesso stile dalle singole conferenze
• Principali soggetti che ci hanno sostenuto e che ringraziamo: Fondazione CARIT, Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Banca Crediumbria, COSP Tecnoservice, Biscottificio Sant’Angelo, Lions Club Terni Host, Fondazione Micheli