Festa di Santa Barbara 2023

Dalle notizie arrivate sino ai nostri giorni sappiamo che santa Barbara visse nel periodo del primo cristianesimo, che nacque a Nicomedia di Bitinia, nel 217 d.C.
Pagana, come del resto era tutta la sua famiglia, apprese la notizia su Gesù Cristo e del suo Vangelo dai servi e dagli schiavi della sua casa.
I progetti del padre nei confronti della figlia erano di darla in sposa al Prefetto di Nicomedia. Barbara, dal canto suo, vedeva per sé un avvenire completamente diverso: essere libera dagli impegni umani per abbracciare attraverso la verginità la sua totale dedizione a Dio. Questo progetto, non essendo evidentemente secondo i desideri del padre, ottennero da parte della famiglia una violenta opposizione. Per tale motivo venne dapprima contrastata e poi rinchiusa in una cella della fortezza di quella città.
Un giorno la prigione e la torre dove venne rinchiusa, fu attaccata dal fuoco ma Barbara si salvò miracolosamente.
Dato che la prigione si rivelò inutile, il padre decise di denunciarla presso le autorità per cui venne condannata a morte, coronando così col martirio la sua adesione totale allo sposo Divino.

Da questi, sia pur brevi e sommari tratti della vita di s. Barbara, emerge in tutta la sua autorevolezza l’affermazione Paolina che abbiamo sentito prima della proclamazione del Vangelo: “La parola della croce è stoltezza per quelli che non credono, ma per noi è potenza di Dio”.
Se il significato del termine stoltezza è chiaro; meno chiaro –in quanto necessita di approfondimento dal punto di vista esistenziale- è l’affermazione “per noi è potenza di Dio”.
Se dovessimo avere una sorta di istantanea di Dio utilizzando le parole a nostra disposizione, dovremmo –tra le tante- scegliere principalmente il vocabolo amore, ossia Dio è amore. Perciò affermare “è potenza di Dio” equivale a dire un amore portato fino alle estreme conseguenze, ovvero quelle che contengono proprio la stoltezza umana della follia della croce.
Ecco, cari fratelli e sorelle, il motivo che ha condotto tutti i martiri ad abbracciare la fede e a testimoniarla fino al dono della vita, nella piena consapevolezza che la morte corporale, se affrontata e sopportata per amore di Dio ossia in unione alla croce di Gesù, contiene, esprime e porta la medesima sua glorificazione.
In Santa Barbara abbiamo la risposta positiva a quel “SE QUALCUNO” del Vangelo oggi proclamato: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua…”.
Barbara, seguendo Gesù, suo sposo in vita, è da lui condotta in Paradiso nella sua gloria”.
Davanti agli scenari della società di ogni tempo e nella fattispecie a maggior ragione della società dei nostri giorni, tutta impegnata ad accaparrare quanto più possibile guadagni d’ogni genere spesso a detrimento degli altri, Santa Barbara è per noi esempio fulgido di risposta positiva all’interrogativo posto dal Signore: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?”.
Barbara risponde impegnando la propria vita per Cristo, pienamente consapevole che tutto ciò per lei costituisce guadagno, secondo la parola del Signore: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”.

Santa Barbara, donna forte, è la persona saggia e di larghe vedute, capace di spingere lo sguardo della propria esistenza oltre il definito per tuffarsi, mediante il criterio unico della fede, tra le braccia di chi detiene il senso e il cuore stesso del mondo, il Dio di Gesù Cristo.
Barbara è di esempio per tutti i battezzati affinché possano manifestare apertamente la propria appartenenza a Cristo, senza vergogna e con coraggio.
Lo è in quanto in lei sente ardente quel fuoco d’amore che, come il roveto della vocazione di Mosè, bruciava ma non si consumava; è cioè capace di non distruggere ma di conferire dignità, la stessa dignità di Dio: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi”.
L’altra domenica, nella celebrazione della festa di Cristo Re, abbiamo sentito proclamato il vangelo in cui “il Signore della gloria” giudica il suo popolo, nel contesto del quale viene spigata in che cosa debba consistere la vergogna di cui nel vangelo di oggi. Si tratta cioè della mancanza di attenzione, di considerazione, di mancanza di carità, nei confronti di coloro che si trovano nella necessità: “Ho avuto fame e mi avete da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ecc.”.
Questo perché Gesù, il Signore della gloria, ha voluto nel tempo identificarsi nella persona del povero.
Carissimi fratelli e sorelle qui presenti, che avete come vostra Patrona Santa Barbara, possa lei davvero guidarvi nelle strade del mondo, nell’esercizio della vostra professione, col calore corroborante nel sentirvi ed essere figli di Dio durante la vita, e alla fine, come descritto nella prima lettura, “nel giorno del giudizio risplendere come scintille nella stoppia” per godere insieme a santa Barbara la gioia eterna del paradiso. Amen