Santa Fermina 2020

Celebrazione singolare, quest’anno, in onore di santa Fermina, condizionata dalla epidemia del Coronavirus e dalle norne emanate dalle autorità, che non prevedono eventi con grande concorso di popolo.
Intendiamo ribadire e rinnovare il gemellaggio e la comunione con la comunità civile ed ecclesiale di Civitavecchia, che condivide con la nostra Chiesa il patrocinio di santa Fermina.
Un saluto fraterno ai vescovi Gianrico e Luigi, ai fedeli e alle autorità e abitanti di Civitavecchia
Accettiamo con serenità il ridimensionamento della festa a causa delle limitazioni.
Un saluto ai canonici, confratelli sacerdoti qui presenti.
Un saluto alle autorità, alla sindaca Laura Pernazza, all’Ente Palio e a tutti i cittadini di Amelia e ai cristiani della diocesi di TNA. Un saluto particolare ai malati, anziani, a coloro che hanno patito e sono ancora afflitti dalla sofferenza e da lutti in questo tempo di pandemia.
Pace a tutti voi presenti.

La pandemia del Coronavirus ci aiuta a prendere maggiore consapevolezza che siamo Comunità in cammino, alle prese non solo con i problemi e i limiti ordinari e abituali dell’esistenza, ma anche con le sfide, lotte, disagi e la crudeltà provocati dalla pandemia.
Essa sta segnando il corpo e lo spirito di ognuno di noi, le nostre comunità, tutto il corpo sociale attraverso disagi e sofferenze intrecciate:
la prova della malattia
l’esperienza della morte
la solitudine e l’abbandono
l’isolamento dei giovani
la perdita del lavoro e dei mezzi di sussistenza
riduzione del livello sociale
incertezza del futuro.
la paura e l’angoscia dell’ignoto.
Per noi cristiani si aggiunge purtroppo il rallentamento della pratica religiosa, l’azzeramento dei percorsi di catechesi e dei ritmi formativi, l’indebolimento o addirittura la perdita del senso comunitario.
Ci lasciamo illuminare e confortare dalla Parola di Dio.
La prima lettura della festa di santa Firmina, è presa dal libro del Siracide.
E’il libro che veniva letto abitualmente nella comunità ( e per questo chiamato anche Ecclesiastico), ricco di insegnamenti sapienziali per mostrare la presenza della bontà e della provvidenza di Dio nelle molteplici situazioni positive e negative della vita.
Il brano sembra scritto per sottolineare, ma anche illuminare la situazione che stiamo attraversando.
Le sue parole aprono anche il nostro cuore alla fiducia e alla speranza, a confidare nel Signore. Sono state riprese nella liturgia perché descrivono la situazione e i sentimenti di Santa Firmina nella prova della persecuzione e del martirio.
“La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era giù, vicino agl’inferi.
7 Mi assalivano da ogni parte e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi al soccorso degli uomini, e non c’era.
8 Allora mi ricordai della tua misericordia, Signore,
e dei tuoi benefici da sempre,
perché tu liberi quelli che sperano in te
e li salvi dalla mano dei nemici.
Innalzai dalla terra la mia supplica
e pregai per la liberazione dalla morte.
10 Esclamai: “Signore, padre del mio signore,
non mi abbandonare nei giorni della tribolazione,
quando sono senz’aiuto, nel tempo dell’arroganza”.

Quante persone, che sono passate per ‘esperienza della malattia del covid possono riconoscersi in queste parole. Hanno attraversato momenti tristi, di paura, aggravati dalla solitudine. La fede li ha sostenuti, incoraggiati a lottare e a invocare con fiducia la misericordia del Signore. E ora, come santa Fermina, possono con gratitudine ringraziare con le stesse parole del libro del Siracide:

“1 Ti loderò, Signore, re, e ti canterò, Dio, mio salvatore,
loderò il tuo nome perché sei stato il mio aiuto 3 e mi hai liberato,
secondo la grandezza della tua misericordia e del tuo nome,
– dai morsi di chi stava per divorarmi,
– dalla mano di quelli che insidiavano la mia vita,
– dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
– 4 dal soffocamento di una fiamma avvolgente
– e dal fuoco che non avevo acceso,
– 5 dal profondo del seno degl’inferi,
– dalla lingua impura e dalla parola falsa
– 6 e dal colpo di una lingua ingiusta.

11 Io loderò incessantemente il tuo nome,
canterò inni a te con riconoscenza”.
La mia supplica fu esaudita:
12 tu infatti mi salvasti dalla rovina”.

Questa celebrazione vuole infondere in noi la fiducia nella misericordia del Signore e la confidenza nel patrocinio della nostra patrona Firmina.
Ma tale fiducia deve portarci anche a guardare l’esistenza con sapiente realismo e forte senso di responsabilità nei confronti di noi stessi e della realtà che ci circonda.
Occorre rinnovare gli stili di vita: sobrietà, essenzialità, scoperta di ciò che dà senso alla vita;
Trovare nella nostra vita spazio per la spiritualità, allargare lo sguardo al cielo.
Recuperare le dimensioni essenziali che abbiamo perso
– Il silenzio: per incontrare Dio, noi e gli altri nel senso più bello e vero
– La Parola di Dio, i sacramenti, la comunità
– Imparare a dare valore alle cose che contano veramente: riconciliarsi, promuovere la concordia e la pace; unirsi per promuovere il bene, la pace, la convivenza pacifica, condividere il bene e le ragioni di vita.

La festa della nostra patrona ogni anno è come la porta che apre ad un nuovo anno liturgico, e ci incoraggia a ricominciare il cammino incontro al Signore, rinnovare il nostro itinerario di fede. La Chiesa cittadina e diocesana è caldamente invitata a stingersi attorno a Cristo che viene, dalla testimonianza di Firmina e Olimpiade.
I segni e gli aiuti che ci vengono proposti per il nostro rinnovamento:
Il nuovo messale: il compendio della preghiera della Chiesa, la sintesi alta della preghiera liturgica, la celebrazione dell’Eucarestia. Esso ci aiuti a sostenere la nostra esperienza e lotta contro la malattia e il male.
Il presepe: ci parla di Dio e invita alla contemplazione e all’incontro con l’umanità di Cristo, Dio con noi
L’esperienza della carità: se non cresce la carità non si allarga e consolida la vita cristiana e la chiesa.

Domani 25 novembre è la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Uniamo l nostra voce a quella di tanti per affermare il dovere del rispetto delle donne, la diffusione della cultura della parità della dignità dell’uomo e della donna, il superamento di ogni tentazione di violenza e sopraffazione nel rapportarsi al femminile..
Santa Firmina, possa diventare per le donne di oggi modello di donna forte, che ha vinto con l’amore e la pazienza la violenza, la prepotenza e l’oppressione verso le donne che credono, pregano e amano con stile di indipendenza, autonomia, libertà.