Taizzano – lettera del parroco don Fabrizio alla comunità

La storia di un albero, nasce da un seme. Tutto ciò che è vita, nasce da un seme. Anche la storia della nostra Comunità, nasce da un seme, così pure le storie di ciascuno di noi.
Si nasce e si cresce per far sì che quel seme possa esprimersi nel massimo delle potenzialità racchiuse in esso. A noi il prenderci cura. Del resto la vita è tutta qui: prendersi cura di quel seme diventato ciò che siamo e in continuo divenire.
Nei due anni di Pandemia tanti nuovi termini sono entrati nel nostro vocabolario. Ne prendo uno: inclusione! Indica letteralmente l’atto di includere, cioè di inserire un elemento in un gruppo.
Il tempo che ci è dato da vivere non è roseo. Il futuro sarà sempre più difficile e drammatico. Penso sarà necessario quantomeno ripensare a stili di vita a cui eravamo abituati e che necessariamente dovremmo adeguare e rivedere. Urge, a mio modesto modo di vedere, il riappropriarci della forza della solidarietà. Urge saper superare ogni sterile individualismo per unirci coralmente gli uni agli altri. La Pandemia ci ha insegnato che non siamo isole e che il destino di ciascuno dipende dalle vicende della vita di tutti.
Taizzano è una piccola Comunità. Per tutti noi è dove si racchiude il nostro cuore. Ci sono le radici e quando queste non ci sono, ci sono comunque gli affetti. È una Comunità di belle persone.
L’area della nostra Comunità copre più frazioni: Borgaria, Visciano, Treie, Taizzano, …
È da sprovveduti non accettare che tutto non può più essere come lo era decenni fa. Oggi la bellezza nasce dall’unione delle diversità. È anacronistico ragionare ancora in termini di frammentarietà. È giunto il tempo di uscire dai piccoli recinti e sentirsi parte di una Comunità più ampia. Garantire l’identità particolare diventa una ricchezza, solo se condivisa e allargata!
La chiesa di riferimento per tutti è collocata nella frazione più numerosa, dove sono disponibili anche gli spazi per una vita di condivisione. Per noi è fuor di dubbio che questa è Taizzano. Nessuno si senta sminuito per questo, anzi! La vera ricchezza sta nel mettersi insieme in una compartecipazione delle bellezze che ogni singola frazione regala alle altre.
In questo tempo particolarmente difficile, ho cercato – per come sono capace – di tenere vivo il contatto e il collegamento con una delle realtà (forse la più significativa) che vive all’interno del nostro territorio, quella della presenza cristiana.
Le radici di questa Comunità sono profonde. È una pianta, sia pur piccola, che comunque attinge linfa vitale anche dalla storia di chi ci ha garantito una trasmissione di vita, di fecondità e di fede, in questo bel angolo di mondo.
Siamo un gruppo di persone che credono che la vita non è semplicemente una trasmissione ereditaria genetica, ma ben e molto di più. La vita per noi è un dono racchiuso in quel seme da cui abbiamo preso corpo e che ci dice che una delle essenze dell’essere umani è quella della spiritualità e trascendenza.
Le nostre radici ci portano indietro nel tempo e hanno il potere di rendere attuale ciò che è successo un tempo. Essere cristiani oggi è complicato e difficile, complice anche l’aver ridotto il cristianesimo ad un insieme di pratiche più o meno comprensibili.
“Oggi abbiamo perso un aspetto importante dell’esistenza, la sua sacralità. Oggi non si conosce più la storia. Se chiediamo ai nostri ragazzi chi era De Sica, risponderanno sicuramente Cristian!” (Pupi Avati).
Non si affonda più. Il tutto e subito risucchia tutto. Chi non attinge alle radici, non ha futuro! Aggiungo io.
Molti, anche nella nostra Comunità, si sono allontanati, altri però hanno trovato il piacere di riaccostarsi. Molti ancora non hanno compreso il percorso e il cammino fatto in questi anni dalla Chiesa, magari lasciandosi suggestionare dalle cronache più deleterie – ahinoi – causate anche da “uomini di chiesa” impedendosi così invece, lo starci dentro, (anche con sofferenza) e sperimentare la bellezza di un camminare insieme e di sostenere il passo di ciascuno confidando in Colui che ancora offre un senso alla Storia e agli uomini di oggi: Gesù di Nazareth.
Qualche mese fa ci siamo incontrati con alcuni genitori che sembravano preoccupati per la formazione cristiana dei loro figli. Forse anche complice il fatto che il sottoscritto non sempre riesce a spiegarsi bene, quando hanno “captato” che la cosa più importante è la “trasmissione della fede” e questa la si fa e sperimenta insieme genitori e figli, beh … hanno pensato bene di starsene alla larga.
Comprendo benissimo la complessità del vivere di oggi (tanto più in questo periodo) e del riuscire a trovare i tempi e i modi per un coinvolgimento. Penso però che è questione di priorità valoriale su cui costruire la vita familiare e quindi l’educazione dei figli.
Con alcune famiglie abbiamo comunque iniziato un percorso, utilizzando un metodo che ha il sapore della simpatia, che ci sta aiutando a scoprire ciò che è essenziale: Gesù.
Non ci preoccupano le “dottrine” quanto piuttosto conoscerlo, per permettergli di farsi sentire vivo. Lui che ancora oggi ha molto da offrire e da dire. Cristianesimo è questo: esperienza di amicizia nell’ambito di una Comunità, con Gesù e con le persone che vi partecipano.
So per certo che tutti i genitori hanno a cuore la crescita armoniosa dei figli, se qualcuno volesse ri-avvicinarsi e scoprire assieme qualche novità di aiuto e supporto ad una dimensione essenziale per la crescita, si metta in gioco insieme ai figli. Le porte sono spalancate!
Scusate la brutalità, ma ridurre l’esperienza cristiana a una celebrazione di prima Confessione, Comunione o Cresima, serve a ben poco. Le amicizie hanno bisogno di essere coltivate.
Anche se può sembrare infantile, credetemi: con Gesù amico, davvero la vita cambia colore.
Mercoledì 2 marzo inizia il tempo della Quaresima.
Occasione propizia per ri-partire in questa fase nuova della Storia che ci sta davanti. Gradualmente abbandoniamo (speriamo bene) il tempo della pandemia e ci avventuriamo ad affrontare tempi nuovi, non facili.
L’invito è di tuffarci dentro. Se serve vale la pena modificare anche le abitudini e gli stili di vita. Cogliere questo tempo come un’occasione propizia per “ricalibrare” il cammino della vita.
Alle famiglie che lo chiederanno, per quell’occasione sarà disponibile un piacevole sussidio per ritmare i 40 giorni quaresimali in preparazione alla Settimana Santa e alla Pasqua.
L’appuntamento per tutti (piccoli e grandi) è per MERCOLEDÌ 2 MARZO ’22
alle 18.00 davanti la chiesetta di S. Azio, da dove inizieremo un “cammino penitenziale”
fino alla chiesa, per vivere l’austero antico rito dell’imposizione delle ceneri.
Per quella giornata il Papa ha invitato tutti ad unirci ad un digiuno e alla preghiera per la Pace, in particolare per scongiurare un protrarsi del drammatico, deleterio e rovinoso conflitto in Ucraina.
Invito calorosamente tutti a partecipare! Piccoli e grandi. Diamo un bel “segnale” di vitalità!

Infine. In tanti modi cerco di offrire “alimento” alla crescita e alla formazione di tutti, utilizzando i social. I format su YouTube “Parrocchia Taizzano” offrono occasioni di riflessione e confronto. A volte perdiamo tempo seguendo post di poco conto, investiamolo anche per la crescita personale, familiare e comunitaria. www.youtube.com/parrocchiataizzano
Invito inoltre a seguire la “Bacheca” virtuale degli avvisi e delle produzioni audio video
https://padlet.com/parrtaizzano
Uniti in preghiera, invoco per l’intercessione dei nostri Santi Patroni e di Maria, la benedizione di Dio su ciascuno. Dio ci aiuti. Dio ci salvi. Dio c’accompagna, credeteci!

don Fabrizio Bagnara