Te Deum di fine anno 2012

Celebrata nella Cattedrale di Terni la santa messa di fine anno con il canto del Te Deum. La celebrazione è stata presieduta da mons. Francesco De Santis, provicario della diocesi, concelebrata da mons. Antonio Maniero vicario della diocesi e dai sacerdoti del capitolo della Cattedrale, alla presenza delle dame e cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dei rappresentanti delle istituzioni civili cittadine e di numerosi fedeli.

L’omelia di mons. Francesco De Santis:
“Carissimi, siamo qui anche quest’anno attorno all’altare del Signore in questa nostra Cattedrale a concludere un altro anno che è passato e per questo rinnovando una antica tradizione al termine della S. Messa davanti a Gesù nell’Eucaristia canteremo il nostro grazie con il canto del TE DEUM.
Per questo ringrazio di cuore anche le autorità comunali e provinciali qui convenute, la vostra presenza sottolinea il particolare legame che unisce la Città alla Chiesa e la Chiesa alla Città! Sì siamo qui tutti insieme per ringraziare il Signore per l’anno trascorso e per implorare la benedizione per l’anno che viene.
La Parola di Dio che apre questa Liturgia di festa per la Madre di Dio riporta la benedizione su Israele: “Ti benedica il Signore e li custodisca. Il Signore faccia risplendere per le il suo vallo e ti faccia grazia II Signore rivolga a te il suo volto e li conceda pace”. Sono parole di benedizione che amava ripetere Francesco di Assisi quando percorreva le strade della nostra Umbria; sono le parole che vogliamo rivolgere alla nostra città di Terni e alle città e paesi di questa nostra Diocesi mentre sta per iniziare il nuovo anno. Sì, il Signore benedica Terni e la custodisca, benedica questa nostra terra e la preservi dal male, da ogni male.
Abbiamo trascorso un altro anno, certamente anche questo ricco di tante grazie ma anche pregno di tante prove e difficoltà: la crisi economica che purtroppo è cresciuta, la perdita di tanti posti di lavoro, le calamità naturali che mettono a dura prova non solo il territorio dal punto di vista geologico e naturale, ma ancor più quello sociale e produttivo; la stessa nostra città di Terni ha vissuto momenti di profonda incertezza e preoccupazione per la nostra grande realtà industriale che è il polo siderurgico, mentre luci di speranza si affacciano all’orizzonte del polo chimico.
Di queste difficoltà materiali che a volte minano nel profondo il tessuto delle nostre famiglie e il futuro dei nostri giovani, ne facciamo esperienza ogni giorno, voi amministratori nelle vostre sedi, ma non di meno noi nelle nostre realtà ecclesiali. Le tante forme della carità che sempre più crescono nelle nostre Parrocchie anche nelle realtà più piccole sono tuttavia un segno di grande speranza. La recente conferenza stampa presso la Mensa della Caritas ci ha dato delle cifre impressionanti per un verso, ma anche molto consolanti per un altro: mentre crescono la povertà e i bisogni cresce altrettanto la
sensibilità e la generosità di tante persone dal cuore grande!
Anche la nostra Diocesi, mentre ha continuato con fatica, ma anche con grandi speranze e segni positivi per futuro, l’impegno per la nuova catechesi e per la diffusione del Vangelo, sta vivendo un particolare momento della sua vita ecclesiale nell’attesa della nomina del nuovo Pastore.
Mentre tutti dobbiamo ringraziare il Signore per la profondità e la ricchezza dei 12 anni dell’Episcopato di mons. Paglia invochiamo lo Spirito perché illumini chi è chiamato a scegliere il nuovo pastore di questa Chiesa, per continuare nel cammino di rinnovamento nella fedeltà a Dio e all’uomo.
Abbiamo anche iniziato ad ottobre l’anno della fede indetto dal Santo Padre, anche nella ricorrenza dei 50 anni del Concilio Vaticano II e 20 anni della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica: siamo chiamati tutti a non fare di queste iniziative una pura e semplice commemorazione ma piuttosto ad interrogarci tutti sul senso profondo, impegnativo ma anche estremamente esaltante del nostro impegno di cristiani nel mondo contemporaneo. Quella carica di ottimismo che il Concilio ci aveva portato non può spegnersi nel semplice ricordo, ma ci spinga come i pastori a ripartire dal mistero di quella Grotta di Betlemme per andare senza indugio a raccontare ai fratelli le meraviglie che il Signore ha operato e come Maria a custodire nel nostro cuore il mistero di questo Dio che non ha disdegnato di farsi piccolo e povero accanto agli ultimi di allora come di oggi.
Sia questo cari fratelli il senso degli auguri che ci scambieremo questa notte e domani: l’anno che sta per iniziare sarà un Buon Anno se tutti credenti di qualsiasi fede o religione e non credenti smetteremo di ripiegarci su noi stessi, sulle nostre paure e i nostri problemi e sapremo guardare avanti con la fiducia e la convinzione che tutti possiamo fare la nostra piccola ma preziosa parte nella costruzione del grande mosaico della storia e della vita, certi che nessuno è una pietruzza inutile o superflua. Ci aiuti il Signore e la Vergine Madre a credere a questa speranza e soprattutto a viverla nella nostra realtà quotidiana”.