Giornata per la salvaguardia del Creato 2019

La chiesa italiana celebra la 14ª Giornata Nazionale per la custodia del Creato il 1° settembre, dedicata al tema: “Quante sono le tue opere, Signore”.
La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca.
Il messaggio dei Vescovi italiani
Coltivare la biodiversità

Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco. Esso risuona con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che nell’ottobre del 2019 sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è “un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo” (“Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia Integrale”, n.9).
La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo.
Uno sguardo contemplativo
Al centro della sezione della Laudato Si’ dedicata alla biodiversità (nn. 32-42) c’è uno sguardo contemplativo rivolto ad alcune aree chiave del pianeta – dal bacino del Congo, alle barriere coralline, fino alla foresta dell’Amazzonia – sedi di una vita lussureggiante e differenziata, componente fondamentale dell’ecosistema terrestre. Prende così corpo e concretezza la contemplazione del grande miracolo di una ricchezza vitale, che – evolutasi da pochi elementi semplici – si dispiega sul pianeta terra in forme splendidamente variegate.
In tale sguardo papa Francesco sembra fare eco alle parole del Salmo: “Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature” (Sal. 104, 24). Quel canto alla potenza creatrice di Dio attraversa l’intera Scrittura, celebrando l’ampiezza della Sua misericordia: “Tu hai compassione di tutte le cose, perché tutte sono tue” (Sap. 11, 26).Davvero il Dio trino mostra la ricchezza del suo amore anche nella varietà delle creature e lo stesso sguardo di Gesù alla bellezza del mondo – nota ancora la Laudato Si’ – esprime la tenerezza con cui il Padre guarda ad ognuna di esse (cf. LS n.96). Dopo la Pasqua, poi, le creature “non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza” (LS. n.100).
Siamo chiamati, dunque, a lasciarci coinvolgere in tale sguardo, per contemplare anche noi – grati, ammirati e benedicenti, come Francesco d’Assisi – le creature della terra ed in particolare il mondo della vita, così vario e rigoglioso.
Uno sguardo preoccupato
Nell’enciclica Laudato Si’, però, l’invito alla contemplazione della bellezza si salda con la percezione della minaccia che grava sulla biodiversità, a causa di attività e forme di sviluppo che non ne riconoscono il valore: “per causa nostra migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza, né potranno comunicarci il loro messaggio. Non ne abbiamo il diritto” (n.33). La logica dell’ecologia integrale ricorda che la struttura del pianeta è delicata e fragile, ma anche
fondamentale per la vita della famiglia umana. In una creazione in cui tutto è connesso, infatti,
ogni creatura – ogni essere ed ogni specie vivente – dispiega il suo grande valore anche nei legami
alle altre. Intaccare tale rete significa mettere a rischio alcune delle fondamentali strutture della
vita con un comportamento irresponsabile. Si eviti, quindi, di distruggere realtà di grande valore
anche dal punto di vista economico, con impatti che gravano soprattutto sui più fragili.
L’attenzione ai più poveri è condizione di possibilità per una vera salvaguardia della biodiversità.
Non a caso l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium sottolineava che “mediante la nostra
realtà corporea, Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che (…) possiamo
lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione” (n.215): la perdita di biodiversità
è una delle espressioni più gravi della crisi socio-ambientale. Ed anche il nostro paese è esposto ad
essa: con dinamiche che interessano sia il mondo vegetale che quello animale, depotenziando la
bellezza e la sostenibilità delle nostre terre e rendendole meno vivibili.
Coltivare e custodire la biodiversità
Che fare allora? La stessa Laudato Si’ ricorda che “siamo chiamati a diventare gli strumenti di
Dio Padre, perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo
progetto di pace bellezza e pienezza” (n.53): siamo chiamati, dunque, a convertirci, facendoci
custodi della terra e della biodiversità che la abita.
Sarà importante favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il
monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio. Sarà
necessario utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico.
Sarà altresì importante conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che
studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di
estinzione. Si tratterà, ancora, di opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la
biodiversità: si pensi al land grabbing, alla deforestazione, al proliferare delle monocolture, al
crescente consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena; si pensi altresì a dinamiche
finanziarie ed economiche che cercano di monopolizzare la ricerca (scoraggiando quella libera) o
addirittura si propongono di privatizzare alcune tecnoscienze collegate alla salvaguardia della
biodiversità.
Ma andranno pure contrastati – con politiche efficaci e stili di vita sostenibili – quei fenomeni
che minacciano la biodiversità su scala globale, a partire dal mutamento climatico. Occorrerà al
contempo potenziare tutte quelle buone pratiche che la promuovono: anche per l’Italia la sua
valorizzazione contribuisce in molte aree al benessere e alla creazione di opportunità di lavoro,
specie nel campo dell’agricoltura, così come nel comparto turistico. Ed ha pure un grande valore il
patrimonio forestale, di cui l’uragano Vaia ha mostrato la fragilità di fronte al mutamento
climatico.
É allora forse il momento che ogni comunità si impegni in una puntuale opera di
discernimento e di riflessione, facendosi guidare da alcune domande: Qual è la “nostra
Amazzonia”? Qual è la realtà più preziosa – da un punto di vista ambientale e culturale – che è
presente nei nostri territori e che oggi appare maggiormente minacciata? Come possiamo
contribuire alla sua tutela? Occorre conoscere il patrimonio dei nostri territori, riconoscerne il
valore, promuoverne la custodia.
Il creato attende
Il Messaggio inviato da papa Francesco per la Quaresima 2019 ricorda che il creato attende
ardentemente la manifestazione dei figli di Dio: attende, cioè, che finalmente gli esseri umani
manifestino la loro realtà profonda di figli, anche in comportamenti di amore e di cura per la
ricchezza della vita. Solo un’umanità così rinnovata sarà all’altezza della sfida posta dalla crisi
socio-ambientale: che lo Spirito creatore guidi ogni uomo e ogni donna ad un’autentica
conversione ecologica, secondo la prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato Si’, perché – nel
dialogo e nella pace tra le diverse fedi e culture – la famiglia umana possa vivere sostenibilmente
sulla terra che ci è stata donata.

 

Sussidio per la celebrazione della Giornata del Creato-2019