Amelia – 55° anniversario della morte di Mons. Vincenzo Lojali

Stazione quaresimale nella concattedrale di Amelia alla tomba del Servo di Dio mons. Vincenzo Lojali, quale momento di incontro e di preghiera a conclusione e coronamento delle 24 ore per il Signore. Ancora afflitti e spaventati per gli effetti devastanti della pandemia del coronavirus in unione alle chiese dell’Umbria si pregherà per la salute dei malati, per il benessere spirituale e materiale del popolo, per la pace del mondo e perché passi il flagello della pandemia.
Venerdì 12 marzo alle ore 19,30  la Via Crucis con le meditazioni di mons. Lojali. Sabato 13 marzo alle ore 17 recita del Rosario presso la tomba di mons. Lojali e celebrazione eucaristica. Domenica 14 marzo alle ore  12 celebrazione eucaristica; alle ore 17 suono delle campane a distesa in tutte le Chiese della Vicaria di Amelia e Valle Teverina e alle ore 17.30 lettura del Transito del Servo di Dio e solenne concelebrazione presieduta da mons. Giuseppe Piemontese con la partecipazione dei sacerdoti della Diocesi. Preghiera sulla tomba dei Servo di Dio.
La celebrazione sarà trasmessa sui canali Youtube e Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube basilica cattedrale Santa Fermina Amelia.
Il 14 marzo 1966 si spegneva mons. Vincenzo Lojali, vescovo di Amelia. Pastore della chiesa umbra, dopo ventotto anni di servizio episcopale, moriva in fama di santità e attualmente è in corso la Causa di Beatificazione e Canonizzazione.
Eletto vescovo nel 1938, nella scelta dello stemma episcopale rifiutò di seguire la tradizione araldica derivante o dalla storia della famiglia, o dall’interpretazione del cognome o del luogo di provenienza, e adottò uno dei simboli più espressivi della carità: il pellicano. Per motto fece sua l’espressione paolina: “Impendam et super impendar”; spendere e spendersi fino alla consumazione saranno i capi saldi del suo ministero di padre e di pastore figurati nella leggenda del pellicano che squarcia le proprie carni per nutrire i suoi piccoli, divenuto anche simbolo dell’Eucaristia dono di amore del Pio pellicano Gesù Cristo, così come cantano i versi di Tommaso d’Aquino.
L’esergo tratto dalla II Lettera ai Corinzi compare negli scritti di Lojali, fin dai primi anni di sacerdozio. Il 13 marzo 1927, II domenica di Quaresima, annota: “O Gesù amo le anime da te redente, e vorrei vederle salve… Stamattina mi è capitato di dover ripetere con san Paolo: Impendam et superimpendar ut formetur Christus in vobis. Si o mio amore mio tutto… Gesù dolce amore dell’anima mia fammi santo… ti offro tutti i miei piccoli, intimi sacrifici”.
Nel Diario dell’anima, che accompagna una parte degli anni di sacerdozio e di episcopato, il vescovo buono più volte si rifarà a quel motto nell’umiltà, come era suo stile, tuttavia vedendo in esso il fine con cui attuare, talvolta con ansia o con entusiasmo, le sue strategie pastorali.
Lo stesso ideale lo porterà più volte a desiderare persino la prova suprema dell’amore: “Quando alzo il calice consacrato nella messa chiedo la grazia di versare il sangue per la fede”, fino a quella che sarà destinata ad essere la sua ultima offerta, nel dicembre 1965 quando affermava: “Il Concilio è chiuso, ma non è finito il lavoro… Gesù non ho più la forza di prima, ma offro le mie pene per bene della mia Diocesi”, davvero il pastore si era speso fino a consumarsi nel servizio al suo gregge.
Quanti hanno avuto la grazia di avvicinarlo, di ascoltare la sua parola, di essere da lui confortati e aiutati, hanno visto in lui un riflesso della presenza di Dio e toccato con mano la tenerezza e la misericordia divina.
Come non pensare ad una delle tante espressioni di Papa Francesco riguardo i tratti del pastore di anime, che come Gesù: “vede, chiama, parla, tocca e guarisce, perché il buon pastore si fa vicino sempre alla gente, sempre, come Dio nostro Padre si è fatto vicino a noi, in Gesù Cristo fatto carne.”
La testimonianza di mons. Lojali è quanto mai attuale in questo nostro tempo, ci ricorda che tutti siamo chiamati alla santità e che potremmo raggiungere tale mèta solo percorrendo la via dell’amore, del servizio e della donazione sino alla consumazione di noi stessi per i nostri fratelli. E’ quanto egli ha fatto nel vivere l’ordinarietà della vita in modo straordinario.

LA PREGHIERA DEI FEDELI PER LA CELEBRAZIONE DEL 14 MARZO
(da leggere prima della ultima intenzione)
– Signore, ti ringraziamo per averci posto accanto, come mirabile segno di vita evangelica, il Servo di Dio Mons. Vincenzo Lojali: dona alla nostra Chiesa di Terni-Narni-
Amelia di seguirne gli esempi e gli insegnamenti, perché possa annunciare sempre il tuo infinito amore e la tua consolante misericordia, preghiamo.

Preghiera supplica al Servo di Dio
Dopo l’orazione dopo la Comunione il Sacerdote legge:
O Gesù, Buon Pastore,
fonte inesauribile di santità,
che nella tua misericordia hai voluto offrire nella persona
del tuo servo buono e fedele, Mons. Vincenzo Lojali,
un modello luminoso di carità e di umiltà a tutti i sacerdoti e una guida sicura per i fedeli,
a tua gloria, se così piace a te, glorificalo anche qui sulla terra a consolazione e gioia della Chiesa.
Certi della sua efficace intercessione presso di te, ti preghiamo Signore, di concederci le grazie
che invochiamo da Te, fonte di eterno amore e di infinita misericordia.
Fa che questo tuo servo, sacerdote e vescovo, sia seme per nuove e sante vocazioni nella tua Chiesa. Amen.