Amelia – festa della patrona Santa Fermina 2023. Il cardinale Bassetti: “Una vita cristiana, fatta di amore, e fedeltà, subito diventata pietra angolare di questa chiesa”.

Venerdì 24 novembre ad Amelia si celebra la festa di santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Una celebrazione che è un evento religioso e civile, un incontro tra Amelia e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo.
Il solenne pontificale è stato presieduto dal Card. Gualtiero Bassetti, concelebrato da mons. Gianrico Ruzza vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Porto Santa Rufina, mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Gualtiero Sigismondi vescovo di Orvieto-Todi, con la partecipazione del clero diocesano di Terni-Narni-Amelia, delle Autorità Marittime e dei pellegrini di Civitavecchia.
“Per disegno di Dio, Fermina giunse ad Amelia, per portare a questa città il Vangelo – ha detto il cardinale Bassetti -. Innamorata di Gesù Cristo e della sua verità, pur di non tradire la fede, ha donato la vita. Una vita cristiana, fatta di amore, e fedeltà, subito diventata pietra angolare di questa chiesa. In questi tempi di angoscia e dolore, stringiamoci sempre più al Santo Padre Francesco, che non cessa di invocare sul mondo il dono della pace, così compromessa in tanti luoghi d’Europa e del Medio Oriente. Le immagini che ci giungono di stragi di uomini, donne e bambini, descrivono un orrore senza fine. Chiediamo quest’oggi al Signore, per intercessione della martire Firmina, che ha conosciuto l’atrocità della persecuzione, la fine di tanta insana violenza e il ritorno della vera pace”.
Il cardinale ha ricordato anche i due importanti sacerdoti di Amelia: mons. Geraldini primo vescovo di Santo Domingo del quale sono stati avviati i festeggiamenti per i 500 anni della morte e mons. Vincenzo Lojali ultimo vescovo della diocesi di Amelia di cui è stato celebrato il centenario dell’ordinazione sacerdotale.
Al termine sono stati premiati gli alunni vincitori del “Concorso Santa Fermina” rivolto agli istituti scolastici di Amelia. In occasione del centenario dell’ordinazione sacerdotale di mons. Lojali è stato realizzato, dal comitato per la causa di beatificazione di mons. Vincenzo Lojali,  un calice e una patena in ceramica che è stato donato al cardinale Bassetti, al vescovo Soddu e al vescovo Ruzza, e alla parrocchia di Attigliano città natale di mons. Lojali. E’ stato inoltre donato alle scuole di Amelia e Attigliano per gli studenti il  libretto “Il vescovo buono” che racconta la vita di mons. Lojali.

 

SANTA FERMINA
Di origini romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la sua passio, che non è anteriore al sec. VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi ad Amelia. La giovane Fermina qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all’amore.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Denunciata come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d. C quando la giovane Fermina fu martirizzata dal Prefetto romano di Amelia, Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo), mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione dai Cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e da allora sono solennemente custoditi nella Cattedrale di Amelia.
Le si attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della vergine Fermina. La santa sostò per un periodo in una grotta del porto, sulla quale è stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la protettrice dei naviganti.
Dopo oltre 17 secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia si celebra il 28 aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647).